FRONTE DESERTO

CONTE LASZLO (Ladislaus) EDE (Graf Von) d’ALMASY 
Un tedesco paziente non il "Paziente inglese"

Almasy è nato nel 1895 a Borostyanko o Castello di Bernstein (l'Ungheria dell'Impero Asburgico d'allora, ora Burgenland Austriaco). Secondo figlio di un borghese ungherese e di madre stiriana, divenne pilota collaudatore della Steyr (Stiria) fabbrica di Graz. Con questa marca compì vari collaudi di mezzi nel deserto Egiziano. Per inciso la Puch-Steyr produce ancora oggi autotrazione integrale (la panda 4x4 a trazione integrale è Steyr). A 17 anni sapeva gia guidare gli aerei e come pilota partecipa alla Grande Guerra (1914-18) conseguendo diverse medaglie. Il titolo di Conte gli venne dato quando nel 1921 guidò Carlo, nipote spodestato di Francesco Giuseppe, a Budapest per un trono (reggenza) che allora era vuoto e vuoto rimase. Nel 1926 compie un nuovo test risalendo il Nilo con le Steyr e tre anni dopo con due veicoli percorse 12.000 km sulle piste dei beduini. (I l regista Rudi Mayer ci ha lasciato un documentario, recentemente restaurato dal figlio, che presenta 110 minuti di film muto sulla eccezionale vicenda) Dai beduini venne a sapere della mitica Oasi di Zerzura. Oro e tesori stesi a fianco di una regina addormentata nel suo palazzo che solo un prode poteva svegliare con un bacio (una storia simile l’avrete già sentita ). Stefano Malatesta riporta "..sopra la porta c'è un uccello di pietra bianca. Guarda dentro il becco e, dopo che avrai trovato la chiave, apri la porta ed entra in città. Troverai tesori immensi e il Re e la Regina che dormono al castello. Non ti avvicinare a loro, ma prendi i tesori e vattene. La pace sia con te" La versione volgare del bacio non prevedeva un marito fra i piedi e forse non prevedeva neanche che uno se ne andasse da un simile posto. Da quel momento la vita d'Almasy ebbe come unico scopo l'Oasi e la passione di questi panorami che si perdevano a vista d'occhio. Abu Ramla, il "padre della sabbia" lo chiamavano i beduini. Almasy, che parlava sei lingue, si guadagnò anche i favori della corte e del principe Kemal el Din che finanziò la sua spedizione per l’Oasi di Zerzura (le tre valli) identificata nel massiccio inesplorato di Gif el Kebir (una variante della mitica Shangrilà tibetana, anche qui le leggende si rincorrono). Almasy e il fratello, nei ritagli di tempo, portavano a caccia in Ungheria il Principe. Nel 1930, in compagnia di Robert Clayton, Pat Clayton e Penderel (piloti), scoprirono dall’alto (con un monoplano chiamato Moth IV) due valli all’interno del complesso montuoso che non furono raggiunte da terra. La morte improvvisa di Robert Clayton e del principe sconvolgono i piani e spaccano il gruppo. Pat Clayton a nord scopre l'ingresso a due valli con la vedova di Robert. Almasy per difficoltà economiche può partire solo l’anno dopo, nel '33. Con Penderel e altri (Kasparius, Kadar) scopre la terza valle, Wadi Talh a est. Tutte queste manovre si svolgono al limite del confine italiano e della nostra Oasi libica di Kufra, tanto che Almasy per i suoi maneggi viene da noi classificato come spia Inglese. A sud del Kebir nei monti Uweinat scopre infine la grotta dei nuotatori che ci da la prova certa della presenza dell’acqua nel Sahara prima della desertificazione. Mentre al Cairo sta completando la cartografia del Sahara e da lezioni di volo scoppia la guerra. Ha già pubblicato (1938) il libro “Sahara sconosciuto” che risulta il più famoso e affascinante dei suoi diari di viaggio. Nel 1940 viene ingaggiato dal servizio segreto tedesco per prelevare nelle vicinanze del Cairo El Masri Pascha, capo di stato maggiore egiziano, complice con molti ufficiali della fronda agli inglesi. Canaris stesso, capo dello spionaggio tedesco, aveva autorizzato l’operazione e messo a disposizione due Henkel 111 del comandante Nikolaus Ritter e gli agenti speciali Klein e Muhlenbruch. I tentativi andarono a vuoto. Nel primo El Masri manca l’appuntamento (incidente meccanico) e il secondo il 7 giugno 1941 per l’impossibilità di El Masri di andare all’appuntamento, perchè arrestato. Gli inglesi avevano scoperto tutto. Nel secondo tentativo i due agenti tedeschi non trovando piste di appoggio sgombre tornano indietro e cadono in mare. Con l’arrivo di Rommel in Africa, il Conte verrà impiegato per altre missioni dietro le linee inglesi, ma di aerei nemmeno più l'ombra. La sua impresa più famosa fu quella del 1942 quando guidò 4 veicoli inglesi (di preda bellica, 2 camioncini con rifornimenti e due autovetture Ford) attraverso il deserto fino a Kufra e di qui, aggirando il mare di sabbia sino all'altopiano di Uweinat e Gilf el Kebir, in Egitto. Almazy risalì poi verso l'oasi di Karga per raggiungere la valle del Nilo ove, sul piazzale della stazione ferroviaria di Asyut si informò dell'orario dei treni in partenza, da una  flemmatica guardia britannico. Chi prendeva il treno erano gli agenti segreti Eppler e Sandstaede che si diressero al Cairo. Almazy ritornò dal deserto, rifornendosi di acqua e benzina a Gilf el Kebir (dove aveva nascosto nel 1937 acqua, viveri e carburante sotto la sabbia). Un viaggio di oltre 3.000 chilometri in terreno difficile, ostile con temperature che sfiorano i 50°C. Dopo la parentesi africana e la fine del conflitto venne giudicato da un tribunale popolare in Ungheria che non trovò nulla a suo carico. Ritornato in Africa si mise alla ricerca dell’esercito di Cambise perduto nelle sabbie nel V secolo a.c. (vedi scheda). Muore nel 1951 a Salisburgo per una dissenteria (ameba) non curata (altri dicono ucciso perché la sua carriera di spione era ancora attiva, forse per i russi). Sulla sua tomba in arabo “Il padre delle sabbie” Abu Ramla come veniva chiamato. Di lui gli inglesi dissero “Nazista ma sportivo”. 

http://www.sisde.it/sito/Rivista22.nsf/ServNavig/36 

a destra la spia tedesca  del night club Kit kat FatimaLa mitica oasi di Zerzura, tramandata dalle leggende e dalla storia orale, non è mai stata ufficialmente identificata
The real Count Almasy
By Sandy Mitchell 

July 2 2002

I could usually produce a cup of tea within 10 minutes in the desert," says Brigadier Rupert Harding Newman. He is the only surviving member of the Zerzura Club - a small, legendary group of desert explorers and soldiers formed in North Africa before World War II. Members included men who went on to lead the Special Air Service (SAS) and set up the Long Range Desert Group, as well as a tall, reserved Hungarian whom they suspected was a Nazi spy. 
Count Laszlo Almasy was the most compelling of all in that mysterious time and place; it is his story that inspired Michael Ondaatje's romantic novel, and the subsequent film, The English Patient, (Il Paziente Inglese) which in turn prompted a debate about the true Almasy. Was he really a German secret agent? Did he betray his best friend in the explorers' club by seducing his new wife? Did he pretend he was English when shot down in flames and captured, his face and body grotesquely charred? 
"Almasy?" says Harding Newman, stiffening in his armchair at the mention of the name. "Bloody man," he splutters. He has been prompted to share his memories by the publication of a book, by Dr Saul Kelly, on the desert war, thick with new information drawn from British, German and Italian military intelligence files, and dedicated to "young Rupert". It reveals the count to have been a far more treacherous and exotic figure than fictional accounts have allowed, or the brigadier ever knew.
"At the beginning, what we were doing in the desert had no connection with any military purpose. That came later. It was just fun!" In 1932, he was a young Royal Tank Corps officer, posted to Egypt. The invitation to join the first British desert expedition as a mechanic and cook offered an escape from routine duties. So he joined the tiny group of army officers, led by Major Ralph Bagnold, as they drove several thousand kilometres into the unexplored sea of sand stretching across southern Egypt and Libya.
The tribes on the desert's fringes could only report that the interior held evil djinns, or spirits, and a tiny scattering of freshwater springs, among them one they could give no help locating - the Wadi Zerzura or "Oasis of the Birds". 
There were no maps. No one had flown over the desert. No portable radios were capable of transmitting a signal for help across this vast emptiness. If a man fell sick? "We had aspirin and Dettol," says the brigadier.
Even motorised expeditions could not carry enough water for a complete crossing unless they found oases. Explorers, like Harding Newman, heard the dry crack of bones beneath their truck tyres: bleached skeletons of all the slaves and camels who, for centuries, had perished from thirst. Temperatures hit 76 Celsius. 
For all that, Harding Newman found the desert a seductive place. "You could feel the silence on your skin. There were no smells and no flies, which was remarkable in that part of the world." But the Wadi Zerzura oasis eluded them.
Halfway back to civilisation, they stopped at an outpost used by the British-led Sudanese Defence Force. "We were invited to dinner in the officers' mess. Almasy was there in a corner waiting. I drank a gin and tonic and shook his hand." 
Harding Newman and his colleagues were wary. "We knew Almasy's reputation. We were always a band of brothers, either brother officers or friends. He had no friends, and was also reckless by our standards. It was our absolute golden rule never to go out alone in case you broke down. Almasy drove hundreds of miles across the desert by himself. And he never carried a mirror." In the crystalline air, a mirror could be used to flash emergency signals to an aeroplane 80 kilometres away.
When Bagnold and his party finally reached a cafe in a decrepit oasis village, on a whim they founded the Zerzura Club. It had just one rule: members must have taken part in the hunt for the lost oasis. Almasy automatically qualified.
Laszlo a sinistra con RitterIt became an annual tradition for members within reach of London to gather at the Royal Geographical Society, where they would swap tales of their discoveries, and later dine at the Cafe Royal.
At the time of the 1936 dinner, Almasy was still in Egypt, so Bagnold read a paper the count had written for the occasion. The Hungarian - it seemed - had discovered Wadi Zerzura in the very heart of the desert, and thus beaten some of the most determined officers in the British Army to the great prize. They congratulated him.
Within three years, those same gentlemen in dinner jackets had become covert soldiers, and their Cafe Royal gossip about desert routes was suddenly classified as critical military intelligence. Only 1600 kilometres of sand and rock separated Italian-held Libya from the Suez Canal, the jugular of the British Empire. Anyone who could find a way through the dunes, a route from oasis to oasis, could perhaps lead an army across the desert. 
Harding Newman was in charge of coordinating behind-the-lines raids by the SAS and the Long Range Desert Group (which had been founded by Bagnold). And Almasy? 
"I never heard a thing about him during the war," says the brigadier - hardly surprising, given the clandestine world the count had joined.
The new history of the desert war uncovers the full story. When the Hungarian arrived in North Africa in 1926 he was 31 and penniless, a bitter survivor of World War I in which he had served with the defeated Austro-Hungarian air force.
In North Africa, the count's only asset was a connection with some wealthy Egyptian princelings whom he had met on shooting parties in Hungary. They were keen to enjoy some hunting and adventure in the desert to the south of their country, and turned to the veteran pilot for help. Silent film of Almasy's first venture into the desert shows a giraffe-like man with a slight stoop and a very long nose. He is no screen idol. As he pitches camp wearing baggy shorts he looks about as dangerous as a boy scout who has lost his penknife.
But even then, Almasy was passing his hand-drawn maps to grateful officers of Mussolini's army in Libya. By 1940, he was fully involved with the Abwehr - German military intelligence - and proposed a plan directly to its chief in Berlin to provoke an uprising in British-occupied Egypt, led by a local pasha who was one of his pre-war contacts. The plan came to nothing when the pasha crashed his plane into a palm tree as he headed to Germany for his briefing.
By the summer of 1942, Rommel's Afrika Korps was pushing to within hours of Cairo, and the count seized his chance to impress with his boldest plan yet. He would motor with a small convoy 3370 kilometres across the great desert from Libya, entirely through enemy territory, using his own sketch maps. When he reached the Nile he would drop off two agents, then head back the same way. He achieved this stupendous feat of endurance, and Rommel personally promoted him to the rank of major.
Almasy survived the desert campaigns and continued to work for the Abwehr in Turkey, until he sensed he was again on the losing side of a world war. This time he fed his secrets to the British. Even so, when the war ended, he was sent by the Allies to Hungary and imprisoned in a Russian camp. He escaped with the help of friends in the Egyptian royal family, and was bundled into an aeroplane bound for Cairo.
In real life, the "English patient" was never shot down, burnt or captured in the desert.
What of the other escapades attributed to him? In the film, Almasy seduces his friend's young wife (Kristin Scott Thomas). "Such absolute rot. I couldn't watch it," snaps Harding Newman. Apparently, the count's sexual adventures were common gossip in Cairo, and they were not of a kind to threaten anyone's wife. He was homosexual.
And his discovery of the Wadi Zerzura? "It was just a fantasy. There never was an Oasis of the Birds," says the brigadier, and quotes from a book written by Bagnold after the war: "I like to think of Zerzura as an idea for which we have no apt word in English, meaning something waiting to be discovered in some out-of-the-way place. As long as any part of the world remains uninhabited, Zerzura will be there."
Almasy died in 1951, of dysentery in a Salzburg sanatorium. He was 54. His tombstone in the local cemetery was inscribed in Arabic, "The Father of the Sands", a title coined before the war by an old camel-rustler. He was given a less grandiose epitaph by a British member of the Zerzura Club: "A Nazi but a sportsman."
"I suppose whatever one thought of him," says the brigadier, "he was the most extraordinary man." 
-Telegraph
The Hunt for Zerzura by Saul Kelly, is due out in August. Published by John Murray, $69.95 in hardback

Ha 35 anni e già un passato sul quale si mostra discreto. Guardiamolo entrare al KiT-Kat il cabaret alla moda del Cairo degli anni 30. E’ alto, magro, ben proporzionato con un viso lungo e il naso aquilino. Secondo l’uso dell’epoca porta i capelli neri pettinati all’indietro e accuratamente lucidati e tenuti a posto con la gommina (brillantina). Per il resto è di una sobria eleganza. Gira tra i tavoli, indirizzando dei piccoli cenni con la testa agli amici e conoscenti. Da dove viene? Sono in pochi a saperlo. Che fa nella vita ? Il gentiluomo avventuriero. Nessuno gli contesta di essere un gentiluomo. Certo, non è un pari d’Inghilterra, ma il suo titolo di Conte, per essere ungherese, è sempre di origine regale. Suo fratello, il maggiore vive ancora nel castello di famiglia in Austria. Lui, come cadetto corre il mondo e l’avventura.”  

Ritratto di Laszlo in “Desert Libyque” di Théodore Monod

Su Almasy circolano anche varie ipotesi sulle sue preferenze sessuali (fino a quella fantasiosa che era l'amante di Rommel). Se etero o non etero, l'Egitto di allora, già dalla mitica oasi di Siwa in giù offriva un ventaglio di comportamenti che erano ritenuti del tutto normali. Provvedimenti sanzionatori anche nel dopoguerra non spostarono di molto l'asse. Dice Malatesta "..e se al tramonto vedete delle coppie che passeggiano mano nella mano, potete essere sicuri che sono dello stesso sesso. Quelle etero si comportano in maniera più riservata o disincantata". 

Il concorso degli agenti segreti Eppler (o Hussein Gaafar) e Sandstaede fu sempre molto discusso. Vennero arrestati alla vigilia di El Alamein e secondo Sadat i due erano molto più introdotti nei Night che nell'Intellignce. Il controspionaggio inglese comunque non riuscì ad usare le loro chiavi di codice per trasmettere notizie artefatte
Così un Viaggiatore ci descrive l’oasi. 
… Finché, assediata da enormi dune arrembanti, appare come irreale la grande barriera di roccia nera che delimita l'altopiano del Gilf Kebir. Le sabbie sospinte dal vento si accavallano e s’intrecciano contro l’immane roccaforte creando paesaggi spettacolari. Le scure pareti strapiombano sulla piana sabbiosa sottostante come inespugnabili baluardi che il tempo ha lacerato, provocando ferite profonde, gole e canyons. L’impatto è notevole e l’impressione è sicuramente di grande malìa. Vivida è la percezione della maestosa potenza che emana dal luogo e palpabile la sensazione di assoluta solitudine. Il mitico passo di El Aqaba porta alla scoperta della straordinaria area occidentale del Gilf Kebir, sulla linea di confine con la Libya: spettacolari gruppi di pachidermiti, i pinnacoli d’arenaria di Morabitum Rocks, sabbia bianca, rossa, ritrovamenti di paleosuoli e ripari ai piedi di ciclopici bastioni, forse ai bordi di antiche paludi, dove l’uomo ha lasciato utensili e rappresentazioni fantastiche del suo mondo, come a Wadi Sura, nella celebre “Grotta dei Nuotatori”. Senza dimenticare i resti dei campi di grandi esploratori come Hassanein Bey, Kemal el Din, Bagnold, Clayton, von Almasy, padri di un’epopea che fu l’anima ispiratrice delle gesta dei Long Range Desert Group, le “pattuglie del Deserto”. E poi paesaggi, valli interminabili invase dalle dune e antichi wadi con mirabolanti acacie…
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Da queste zone (Kufra) parte il grande acquedotto libico (great man made river Il più grande fiume mai costruito dall'uomo), che porta acqua fossile (destinata ad esaurirsi) alla costa. Nel  progetto ci sono anche altre derivazioni. E' considerata  l'ottava meraviglia del mondo. Se ne parlerà anche nelle Oasi  

MICHAEL ONDAATJE, Il Paziente inglese, Garzanti, 1993 Libro dalle avventure di Almasy. Sopra locandina del film
http://lazarus.elte.hu/~zoltorok/almasy/almasyen.htm 
Amo il deserto, amo l'infinita estensione dei tremolanti miraggi, il vento, i picchi scoscesi le catene delle dune come rigide onde del mare. e amo la semplice rude vita di un accampamento primitivo nel freddo gelido alla luce delle stelle nella notte e nelle calorose tormente di sabbia.  Laszlo Almasy “Sahara sconosciuto”.

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