La storia è racconto attraverso i libri

I testi che accompagnano la presentazione sono in genere quelli diffusi dall'editore, dalla libreria o da critici che vengono indicati

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RUDYARD KIPLING

La guerra nelle montagne

Editore Passigli  (collana Le occasioni)

La Guerra nelle Montagne
Impressioni del fronte italiano

… Presently our car came to the old Austrian frontier - the fringe of level ground before the hills begin. The houses here had been battered about a good deal but they were all rebuilt by the Italians who are as handy with stone and cement as the Canadians are with wood. Their neat-handedness impressed me enormously. Then we came to Gradisca on the Isonzo river - a great scattered town of hutments, cemeteries and all the rest and here the level ground stopped. Across the broad shallow river the land rose into ridges of a few hundred feet - say six or seven hundred - and the soil was red what there was of it - a sort of pocky conglomerate of stones, boulders, pebbles, stuck together with a little red dirt and covered with a false appearance of vegetation. But one knew without being told that the growth of the green was only due to the wet and would wither away after a few days’ heat. A foot beneath the ground the land seemed to be solid limestone either in chunks or layers or nodules - impossible to dig in with spades - impossible almost to describe. It reminded one of the Karroo at times, only the bushes were scrab oak and pine stumps destroyed by fire. Every few hundred yards there were huge hollows and sink holes, some of them leading into caverns underground, which the Austrians had converted into shelters f or whole battalions. And all this inexplicable mess was scattered with battered traces of old trenches, bales of red rusted barbed wire, and all the wreckage and debris of battie that you could imagine. The road wound up among the wreck till we came to a few pale walls singing to themselves in the thin noon wind. That was all that was left of the village of San Martino - that, and a petrol purnping engine pumping water for the troops in the far off trenches somewhere on the sides of the further hills. There was a little firing of heavy stuff and now and again one saw the smoke of a shell through the heat haze, as it fell on the crest of a hill.

 

Tutto quel movimento e quella operosità vista da Kipling era inusuale: 3 giorni dopo scatterà sul fronte dell'Isonzo la 10a battaglia che porterà nell'estate alla conquista della Bainsizza e a cullarsi d'avercela quasi fatta, fino al 24 ottobre quando il fronte verrà completamente rovesciato.

 

Rudyard Kipling arrived at Udine in the morning of  9 May (1917). They (Alberto Pirelli padre di Leopoldo, in Cavalleria come il fratello Piero) were taken to see General Cadorna and the King at the General Headquarters. The visits to the Front began the following morning, when Col. Pirelli, their escorting officer, took them to the Carso sector near Gradisca (and, incidentally, near the first British howitzer batteries, which had arrived at Palmanova a few days earlier). They then visited Gorizia and the Italian positions on Podgora, afterwards lunching with General Capello, and then calling at a Red Cross Radiographic Unit (4th) at Cormons before returning to Udine. This tour provided the material for the first two articles - The Roads of an Army and Podgora. The next day (11 May 1917) was devoted to a tour of the Front in the Isonzo gorge, where the Xth Battle of the Isonzo was due to start the following day. They travelled north from Monte Sabotino, along the Kolovrat to a point overlooking Tolmino before heading back to Udine; a journey described in the first part of A Pass, a King, and a Mountain. The last part of this article covered the following day's experiences as they drove from Udine to Cortina.

http://www.collezioni-f.it/kip_pir.html 

Quella volta che  il Piave toccò a Napoleone http://www.difesa.it/backoffice/upload/allegati/2004/%7B47C379D4-9BED-4F2D-94AC-51849E3FB8D9%7D.pdf

Cosa fosse la guerra in Italia era infatti cosa nota solo a noi. Non che gli altri fronti fossero meno importanti o più facili, ma sicuramente nessuno fino a quel momento aveva combattuto una guerra di montagna come la nostra e più la combatterà. Napoleone, che se ne guardava bene, aveva l’angoscia di procedere verso est lasciandosi alle spalle il triangolo montano tirolese-trentino, inserito come un cuneo nella pianura, e inoltrarsi attraverso montagne dove ad ogni angolo ti aspettavi un agguato. Andò lo stesso con pochi uomini (era inusuale per lui) e tanti stratagemmi tanto che sul pianoro di Greuth o Rutte (sopra Tarvisio) riuscì a battere gli Asburgo dopo essere passato fra mille peripezie dal Passo del Predil. Ora la guerra di movimento attuata sia a Est in Galizia che a Ovest sulla Somme dava la possibilità di manovrare anche perdendo profondità, ma qui nelle alpi Giulie o Carsiche perdere una cima poteva voler dire perderle tutte a catena. L’ambasciatore britannico a Roma, conscio di ciò aveva spinto i media el suo paese ad interessarsi di più al nostro fronte e aveva perorato perché arrivasse un narratore, un cronista d’eccezione (già scriveva Barzini per loro in Inglese). Questa persona non poteva che essere Rudyard Kipling, già reporter in Francia, e con un figlio caduto nel primo anno di guerra. Le corrispondenze raccolte e pubblicate, danno uno spaccato se non storico di costume un po’ al limite della reale situazione del nostro esercito che di lì a 5 mesi subirà il rovescio di Caporetto. Le cose, propagandisticamente parlando, vanno bene e l’entusiasmo dilaga !!!, ma questo ad un osservatore veloce e “accompagnato” non poteva che essere altrimenti.
On the crest and flanks of Vodice both sides had been entrenched at close quarters ever since the battle in May. The hero of Vodice was the fine old soldier, General Prince Maurizio Gonzaga. He combined a complete control of the operations of his Division with a boyish enjoyment of danger, a perpetual appearance on the top of the disputed mountain and a gaiety which won the hearts of his soldiers and of all who came near him. Così diceva, parlando dei fatti di maggio (quando qui arriva Kipling), il capo della Croce Rossa Inglese G.M. Trevelyan all’epoca della 10a battaglia dell’Isonzo
 

Seguendo il viaggio di Kipling dal Carso al Trentino riportiamo alcuni passi (e curiosità)  dal libro

 

Il figlio di Kipling

I CARRETTI SICILIANI

Ed eco un'altra testimonianza, se ce ne fosse ancora bisogno, della presenza di carrettieri siciliani, anziani della Milizia territoriale, coi loro mezzi sgargianti per un lavoro di seconda linea che non aveva bisogno di mimetismi. Gia era apparso un articolo su la .....

pag 10/11 Sulla strada il movimento dei veicoli, paragonato a quello del nostro fronte, era poco frequente, ma essi procedevano molto velocemente. Le strade, perfettamente costruite e mantenute, sono strade ideali per il movimento delle automobili. Quando non sono in salita, il motore non si sforza neppure sotto i carichi pesanti. Gli autocarri scorrono dalle stazioni ferroviarie di testa alle loro destinazioni, ritornano e partono nuovamente, senza subire ritardi o riparazioni. L’intera guerra italiana è fondata su1 principio che le rapide comunicazioni significano civiltà, ed ogni tratto, ogni curva delle strade provano quanto vero sia questo asserto. La Provvidenza, invece, non ha dotato il fronte di Francia dei comodi letti fluviali che qui si trovano, dai quali si può ricavare la ghiaia, che si consolida da sé, e che riesce agevole di caricare su vagoncini, per trasportarla in qualunque località. E neppure abbiamo in Francia montagne così rocciose, alle quali non si ha che a stender la mano per ricavarne pietre, ed in tale quantità, da poter costruirne perfino delle piramidi. Né si trovano presso di noi popolazioni esperte, quasi fin dalla nascita, nell’arte del terrazziere. Per parodiare Macaulay, diremo che ciò che l’ascia è per il canadese, ciò che il bambù è per l’indiano, ciò che il blocco di neve ghiacciata è per l’esquimese, la pietra e la calce sono per l’italiano, come spero di dimostrare più oltre. E questo un popolo tenace, abituato a maneggiare materiale resistente, con tanta destrezza, mi sembra, quanta ne può avere un francese. Le innumerevoli compagnie grigio-verdi muovevano lietamente nei campi solatìi, tra le messi. I soldati portano un elmetto d’acciaio, d’un tipo speciale, che poco differisce dal nostro e che, a distanza, dà loro l’aspetto di legionari romani scolpiti sopra un fregio trionfale. La fanteria (i reggimenti), ed in minori proporzioni le altre armi, non sono reclutate per regioni, ma in tutto il Paese (non sempre), in modo che nei reggimenti si trovano raccolti uomini di ogni provincia e le perdite sono perciò più equamente ripartite. La statura, il fisico, e sopratutto il portamento di questi uomini fanno veramente impressione. …uomini la cui vita scorre abitualmente all’aria aperta, posseggono e son posseduti dall’ambiente che li circonda. Lo spazio, il sole, l’aria formano gran parte dello sfondo intellettuale d’ogni italiano…

Lunghe file di carretti siciliani variopinti scendono sul greto dei fiumi caricano le ghiaie....

 ...  “Rivista del Touring Club Italiano” «Di luogo in luogo la campagna deserta formicola di terrazzieri borghesi che a migliaia lavorano a trincee di sicurezza nelle retrovie e davanti ad esse intrecciano reticolati per decine di chilometri. Lunghe file di carretti siciliani variopinti scendono sul greto dei fiumi caricano le ghiaie, le portano, impastano il calcestruzzo per piazzole dei cannoni, per argini, per pile dei ponti».

«E quello è l’Isonzo», disse l’ufficiale, quando fummo giunti all’estremità della pianura di Udine. Si sarebbe detto che esso scaturisse dal Cascemir, con le frequenti sinuosità delle sue secche scialbe, che si inseguivano, giù per la corrente, in una danza vaporosa. Le acque, di color lattiginoso, odoravano della neve dei monti, mentre si avventavano contro le corde dei pontoni, allungati in modo da permettere molti piedi di altezza, a seconda del flusso delle acque. Un fiume nutrito di neve è altrettanto infido quanto un uomo ubriaco. L’odore caratteristico dei muli, del fumo acre del legno ardente ed una fila di carrette siciliane dalle ruote alte, coi loro fianchi dipinti a soggetti biblici, davano l’illusione di una scena orientale. Ma il costone emergente dall’altra parte del fiume, e che sembrava così ripido, non era in realtà che un monticello piatto tra le montagne e non rassomigliava a nessun altro luogo sulla terra. Pag 13

   
  LE RADIOGRAFIE

Dal diario di Luigi Jus in caserma a Sacile

Un campo che si era aperto da poco era quello degli esami strumentali col radio per individuare ossa rotte e corpi estranei come i proiettili ritenuti. Nel campo quindi delle applicazioni della radiologia (o come diceva un traduttore applicazioni radiotelegrafiche !!!) posso esporre il caso della Maria Sklodowska Curie (Nobel 1911), moglie di Pierre (morto giovane) che percorse i campi di battaglia dove vi sarebbe stato bisogno di apparati di radiografia o radiologia mobile per aiutare i chirurghi a curare i feriti e a estrarre le pallottole. In poco tempo convinse alcune piccole industrie a costruire apparati mobili e lei stessa guidando, girò la Francia, il Belgio e l’Italia per utilizzare questi strumenti, lasciarli agli ospedali e istruire medici e infermieri che a loro volta insegnavano ad altri mantenendo però un livello di sicurezza molto basso come nel caso riportato di seguito e documentato in Italia.

da una lettera di Kipling del 10 maggio 1917 alla moglie…. siamo ritornati a Cormons ( A Cormons, a Villa Trento di Manzano c'era l'ospedale militare britannico della Croce Rossa di cui parlerà Hemingway in "Addio alle Armi") dove sono stato portato a vedere un ospedale di radiologia gestito dalla Contessa Helena Gleichen e la signora Hollings dove sono state fatte cose meravigliose. Vi lavora una mezza dozzina di assistenti donne tra cui una certa signorina Hanbury Williams che era a Rideau Hall quando siamo andati in Canada a trovare i Grey. Vestono in cachi e l’ospedale, che era una specie di palazzo, ha un giardino pieno di giaggioli. Hanno due macchine per trasportare il loro equipaggiamento e sono profondamente grate quando gli è permesso di andare a Gorizia a esercitarsi nella loro arte tra esplosioni e granate. È certo che Dio ha fatto le donne in maniera meravigliosa. La signora Hollings ha perduto il suo unico figlio maschio e così si è dedicata a questo. Sia lei che la contessa Gleichen sono state contaminate dai raggi X, ma credo che per ora la cosa non sia troppo grave. Hanno fatto circa 6000 radiografie. Abbiamo preso il thé insieme e poi le abbiamo lasciate al loro coraggio e alla loro semplicità. Siamo rientrati alle 17:00.

Sono giunti qui innumerevoli carretti siciliani adibiti    al trasporto. Li conducono soldati della milizia territoriale (anziani) e ufficiali siciliani. I cocetti sono così belli, tutti scolpiti e intarsiati, decorati con pitture   a bellissimi colori ... molti di quei soldati, di quelli con cui ho parlato, non avevano alcuna cognizione della guerra. sapevano che andavano verso il nemico, ch'era l'Austria, che essi, beati loro, poco o niente conoscevano e che molti sentivano nominare per la prima volta. Non sapevano chi erano i nostri amici e gli amici del nemico, non sapevano per quale ragione andavano verso la guerra e per quale motivo questa era scoppiata. C'era   la guerra contro un nemico che voleva devastare l'Italia e  allora la guerra è più che giustificata.  Andiamo a rompere il muso a quei tali, noi dobbiamo obbedire.  -  ho faticato non poco a rispondere alle loro domande fatte in "saracena favella" (dialetto). Poiché quasi tutti capivano l'italiano con le mie risposte molte difficoltà si appianarono e mi resi comprensibile

http://museo.fisicamedica.org/02_sezioni/03_rd/a_RX_15_18_Presentazione_radiologia_militare_sa per_pdf.pdf  radiologia in guerra: i primi impieghi  http://www.lagrandeguerra.info/articoli.php?i=16 croce rossa britannica

Kipling durante un comizio pro arruolamento

sotto al centro, un altro famoso personaggio padre letterario dell'investigatore privato -Sherlock Holmes- Arthur Conan Doyle (pure lui con un figlio, Kingsley, morto di broncopolmonite contratta in guerra), presente sul fronte Italiano. A VISIT TO THREE FRONTS: GLIMPSES OF THE BRITISH ITALIAN AND FRENCH LINES. N.York: George H. Doran, 1916. First U.S. edition. One of Conan Doyle’s rarest works, his wartime impressions of the British, Italian, and French lines.

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LA GUERRA DELLE MINE

Una volta giunto a Cortina Kipling viene messo al corrente delle operazioni belliche che si svolgono in alta montagna dove, alle difficoltà logistiche si aggiungono quelle belliche. E’ qui che ha sempre più spesso luogo la guerra delle mine destinata a cambiare la Sky-line della catena alpina………dalle parole di Kipling pag . 54 …

Ecco come si svolgono simili operazioni su questa sezione del fronte, ove il nemico non permette di fare altrimenti. Scegliete un culmine di montagna che avete ragione di ritenere sia infestato dal nemico e occupato dalle sue opere. A furia di unghie e di scarpe chiodate riuscite ad allogarvi lì sotto; poscia sfondate la solida roccia, mediante perforatrici ad aria compressa, per tante centinaia di metri quante calcolate siano necessarie. Quando avete finito, riempite la galleria con nitroglicerina e fate saltare la cima della montagna. Dopo di ciò, occupate al più presto possibile il cratere così prodotto, con soldati e con mitragliatrici. In tal modo vi assicurate la posizione dominante, dalla quale potrete conquistare altre posizioni, con lo stesso metodo. «Ma, sicuramente, voi siete informato di tutto ciò; avete veduto il Castelletto», disse qualcuno. Esso emergeva, sotto l’ardore del sole, bastione screpolato e coronato da picchi simili a radici di denti molari. Il suo picco più alto era sparito. Una fenditura, un cratere e una vasta scarpata di roccia frantumata lo avevano sostituito. Sì, avevo veduto il Castelletto, ma mi interessava conoscere gli uomini che lo avevano fatto saltare in aria. «Oh, fu lui. Eccolo lì». Un ufficiale, dagli occhi di poeta o di musicista, sorrise ed approvò col capo. Già, egli ammise, fu coinvolto nell’affare del Castelletto. Lo descrisse perfino in una relazione. La nitroglicerina per quella mina l’avevano portata su tutta a braccia in quei giorni nei quali egli era ancora sottotenente, e i soldati vivevano sotto le tende prima dell’impianto delle ferrovie aeree, molto tempo fa (1916). «E così il vostro battaglione compì tutta l’impresa?». «No, no; non tutta, invero; ma, prima di aver finito nel Castelletto, noi dovemmo fare da minatori, da meccanici e conoscemmo mestieri che non ci saremmo mai sognati di fare. Del resto così è in questa guerra». «E la faccenda delle mine continua tuttora?». Sì, potevo essere certo che continuasse.

I fatti.: l’11 luglio 1916 alle ore 3 d’improvviso un potentissimo crack, uno spaventoso rimbombo; era il Castelletto che saltava. “Massi volarono fin sulle rocce del Grande Lagazuoi; si videro da lontano la sella del Castelletto e le sue torri meridionali balzare su tra le fiamme, e parve che tutta la parete rocciosa si inclinasse....”. Così il Comandante del settore austriaco Falzarego-Tofane Von Raschin descrisse la distruzione del Castelletto da parte delle mine italiane. La camera di mina approntata sotto il Castelletto di Tofana aveva un volume di 26 m cubi e fu interamente riempita con 35 tonnellate di gelatina esplosiva. Gli austroungarici annidati come tarli respingevano ogni assalto e fu così che si decise di far saltare i cosiddetti Sassi di Guerra. E il primo a saltare fu il Castelletto, giudicato il più importante obiettivo strategico.

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