IL CINEMA DELLE SABBIE

Il leone del deserto di

  MUSTAPHA' AKKAD  


Spiacenti - no Java!!!! Get some here Spiacenti - no Java!!!! Get some here

       

      

 

Interpreti e personaggi:

Anthony Quinn
Oliver Reed
Rod Steiger
John Gielgud 
Irene Papas 
Raf Vallone 
Takis Emmanuel 
Stefano Patrizi 
Gastone Moschin

"...Akkad is a Syrian-born filmmaker who has two ambitious epic films to his name. His first, the relatively forgotten film The Message, detailing the coming of Mohammed and the Koran, was understandably a huge success worldwide. Over the next four years, Akkad somehow persuaded Libyan dictator Molomar Qaddafi to invest $35 million dollars into the sweeping war epic Lion of the Desert... which upon its release grossed about $1 million dollars worldwide. One of the largest financial disasters in history, though one of the greatest films I've seen.."Conclude il commentatore "uno dei più grandi disastri in finanza del cinema, benchè sia il miglior film che io abbai mai visto" non trovato autore: Anno 1979

       

Francobolli libici odierni "commemorativi" dell'occupazione italiana >

Il film viene regolarmente proiettato in festival minori in varie località d’Italia. Alla televisione della "Repubblica Socialista Popolare Araba Libica" il film viene proiettato 3 volte al giorno. Si ignora se con le recenti aperture diplomatiche il film si proietterà una sola volta o le antenne italiane abbiano accettato di diffonderlo pro bono pacis.

 

 

 

Trama

da http://www.paolocason.it/Libia/Filatelia.htm

 

Il film narra dalla parte Libica le ultime gesta dell’eroe arabo Omar Mukhtar, che dal 1911 al 1931 lottò contro gli invasori della Libia. Il Protagonista è un maestro di scuola che dimostrò grandi doti di strategia militare, al punto che gli italiani incorsero in più di una sconfitta prima di batterlo per assoluta superiorità di uomini e mezzi. La repressione italiana fu affidata da Mussolini a Graziani:Il vecchio partigiano ha l'aria stanca e dignitosa. Ha 73 anni e da dieci non fa altro che combattere. Non si oppone al suo destino. Omar Muktar legge il Corano, poi lo richiude come se una visita improvvisa lo avesse interrotto, alza la testa, si toglie gli occhiali. Il boia fa ciò che deve fare. Solluch 11 settembre 1931, la speranza della ribellione svanisce con lui. Il "leone del deserto", il saggio maestro di religione, uomo delle montagne, ribelle per la sua terra contro l'occupazione italiana è morto. Impiccato dagli italiani e dallo spietato governatore della Cirenaica, Rodolfo Graziani. 
Il film non è stato mai proiettato in sale cinematografiche perché giudicato lesivo della dignità nazionale italiana. Il 15 aprile 2003 Il Ministro per i beni e le attività culturali Giuliano Urbani, in relazione ad una interrogazione parlamentare in cui si intendeva promuovere la revoca alla censura così rispondeva:
” È opportuno premettere che, ai sensi dell'articolo 1 della legge 21 aprile 1962, n. 161, la proiezione di opere cinematografiche in pubblico nonché l'esportazione all'estero di film nazionali sono soggette a nulla osta da parte dell'Autorità governativa, su domanda sottoscritta dagli interessati (produttori, distributori, eccetera) e parere conforme delle commissioni per la revisione cinematografica di primo e secondo grado. Ciò in conformità con i dettami costituzionali che prevedono da un lato la libertà di espressione artistica e dall'altro la tutela e la protezione dell'infanzia e la difesa del buon costume. Nel caso del film in questione, si segnala che lo stesso non è corredato del prescritto nulla osta ai fini della sua circolazione interna ed internazionale, in quanto i soggetti interessati non hanno mai presentato la relativa istanza”

  In una recente trasmissione di Minoli sulla Rai si diceva anche che gli italiani impedirono agli arabi di andare a scuola. Non ci andavano prima e dubito che ancor oggi abbiano una corretta e completa formazione e informazione scolastica, se per il personale infermieristico debbono dipendere dai Bulgari. Il fatto poi di far passare implicitamente gli altri colonialismi come buoni la dice tutta sulla cazzate Rai. Questo stato di cose nasce da un fatto molto preciso: la televisione italiana si alimenta di documentari stranieri inglesi e francesi che difficilmente parleranno male del loro colonialismo. Il Film "La battaglia di Algeri" dell'Italiano Gillo Pontecorvo in Francia venne infatti proibito per diversi anni e tuttora non ha distribuzione. La Francia odierna ha una legge che impone nelle scuole l'insegnamento del valore positivo della "sua" colonizzazione alias la Verità di Stato e di conseguenza il film di Pontecorvo non gira. In quanto a castronerie questa legge sulla verità storica o verità di Stato, si può dire che faccia il pari con quella di Mastella sul negazionismo, ma la parola è sparita nell'ultima versione. Buono lo scopo pessimo il mezzo ?.
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