Tutte le liriche di Franco Ventura sono percorse da un brivido salentino e, nello stesso tempo, meridionale che si sprigiona dai versi intrisi di incredula magia. Quel Sud e quel Salento non sono l'Inferno di Giorgio Bocca, bellissimo per la natura dei luoghi, "disegnato per gli dei", roso, però, da un male oscuro, dallo stesso male oscuro che tiene separati gli Italiani del Nord da quelli del Sud. Quel Sud e quel Salento esistono ancora nelle memorie dei padri, nelle speranze dei figli: non si tratta di una terra promessa, né dell'ultimo Eden rimasto al mondo, né della terra del caos e della confusione, cioè l'Inferno di Bocca: si tratta di una terra che vive, che alita e che trae linfe dal lavoro dei padri-contadini.