I VOLTI MALINCONICI

di

Italo Tricarico

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a cura di Giorgio Barba





I colori del Mediterraneo, l'oro e il rosso fuoco della canicola estiva soprattutto, caratterizzano la pittura di Italo Tricarico, il quale trasfonde sulla superficie pittorica la sua particolare percezione della terra salentina, estremo lembo d'Italia, porta d'Oriente e porto di mare non solo per i suoi aspetti fisici, ma per connotazioni simboliche ben precise.
Per Italo Tricarico, infatti, il Salento non č soltanto un esotico approdo, ma una "terra promessa", un luogo sicuro e tranquillo, anche se non preservato dai travagli della vita quotidiana che caratterizzano i volti malinconici delle sue figure maschili e femminili con le spalle ricurve, le gambe incrociate e le braccia protese a cercare il sogno, ad abbracciare l'abbondanza, a raccogliere e trattenere la felicitā, sempre sfuggente e irraggiungibile.
Ed č questo il dramma che si legge sui visi, illuminati da un sole infuocato che rende l'aria incandescente e irrespirabile o dalla luna pallida e fredda che contrasta con i colori caldi dei corpi delle figure maschili; un dramma umano di una terra povera, basata su un'economia di raccolta, pesca o agricoltura, ma ricca di sentimenti e desiderosa di un riscatto sociale che possa avvenire attraverso il lavoro e lo sforzo fisico e non con l'attesa o l'indolenza che il clima o una certa propensione all'inattivitā, durante le calde giornate estive, potrebbero suggerire.
Terra, mare e cielo sono gli ingredienti essenziali della pittura di Tricarico, che non distende il colore sui suoi quadri, ma lo raggruma per far scaturire dalla tela la sofferenza per una serenitā negata, ma anelata, per il desiderio di un mondo fuori dalla logica e dagli schemi comuni, per una non rassegnazione al ruolo destinato dalla sorte, per la consapevolezza che la vita č piena di spine e che solo i sogni (quando non diventano incubi) possono alleviare la malinconia e far osservare il mondo con il distacco silenzioso di chi vuole continuare a vivere.