Grazia Lezzi

o della serenità interiore

 

intervista a cura di

Giorgio Barba

 

 

 

 

La pittura di Grazia Lezzi trae motivo di ispirazione dalla fantasia che si libera da schemi accademici e scolastici e sgorga libera e piena di speranze che, ad un primo approccio, potrebbero sembrare vane illusioni e che, se analizzate nella giusta prospettiva, possono diventare viatico di vita. Grazia Lezzi percorre due itinerari artistici: da un lato la ricerca di una forma di comunicazione nuova, svincolata dalla tradizionale separazione dei linguaggi, dall’altro l’espressione del mondo innocente e infantile che è in ognuno di noi. Questi percorsi a volte si intrecciano, a volte si dividono nelle opere pittoriche dell’artista che preferisce dare forma, colore e parole alle sue emozioni, alle sue sensazioni, ai suoi aneliti d’infinito. Dal quadro tradizionale alla videopoesia il passo è breve. Infatti, l’artista nella sua ultima produzione adopera il linguaggio poetico per dare maggiore completezza alla sua immaginazione. A volte persino una parola, inserita tra il cielo e il mare, riesce a comunicare sensazioni sonore ed emozioni che difficilmente il segno grafico può trasmettere. Osservare un’opera della Lezzi significa ritornare fanciulli e cullarsi tranquillamente nella beata innocenza, in cui le forme sono semplici linee e i colori segni di serenità interiore, che aprono paesaggi di sogno e donano momenti di pace.

All’artista abbiamo rivolto le seguenti domande

 

Diverse sono state le tematiche a cui mi sono ispirata, anche se da un po' di tempo a questa parte ci; che mi affascina molto sono la luna e il mare. Mi piace esprimere con segno grafico la magia di una notte d'estate, magari con la luna piena, che si specchia argentea in bagliori cristallini di acqua di mare; o la freschezza e la semplicità di un fiore, di una margherita; o di un gabbiano, uno spirito libero, simbolo di libertà. Quello che cerco di fare è un po' descrivere il sogno su carta, su tela o su qualsiasi altro supporto e cercare di far sognare, di far comprendere e sentire la magia di un'opera a chi la guarda. Quella magia e quel senso di serenità che io stessa avverto quando dipingo. Le mie tematiche sono molto semplici e spesso le più comuni... quelle che ogni giorno ci accompagnano e di cui, magari distratti, non ci accorgiamo. Solo un animo sensibile, nella frenesia di ogni giorno, può accorgersi e percepire questi "doni" che ci circondano... Allora occorre provare, per una o più volte al giorno, a fermarsi un attimo e osservare ciò che ci circonda... la freschezza del vento, lo splendore del sole, la bellezza e la semplicità di un fiore, il canto di un uccello, la magia della luna, lo sguardo di un cucciolo, di un bambino, di un angelo... Tante sono le cose che ci circondano. Bisogna scoprirle per sentire, forse, la stessa "calma" che sento io quando creo.

 

Mi dispiace correggerti, Giorgio, ma il fantasmino che vedi nei miei quadri (della creazione 97) non è Casper, lui si chiama "FUZ il fantasma dispettoso" ed è un mio personaggio. I fumetti mi hanno sempre affascinata, mi hanno tenuto compagnia nei pomeriggi solitari della mia infanzia. E ancora oggi sono importanti per me; quando ho tempo mi stendo sul letto e comincio a leggere... Sono stati degli ottimi compagni di gioco, poiché da piccola non avevo amici con cui divertirmi. Ma non sono tanto i personaggi dei fumetti che rappresento nei miei quadri, quanto le favole, e riuscire ad esprimere in poche parole cosa rappresentino per me, mi riesce un po' difficile; molto probabilmente neppure io l'ho ancora scoperto.

 

Credo che la risposta sia molto semplice. Io mi esprimo attraverso il segno, attraverso il colore. Con ciò cerco di comunicare una parte di me stessa, spesso la più intima, agli occhi e alla coscienza di chi guarda. Ed è per me molto bello poter aggiungere parole ai miei quadri, farli parlare e comunicare col pensiero con colui che si sofferma ad osservare. Dove il segno non arriva c'è la parola, la poesia, il pensiero... la voce del vento. Poesia visiva; così è definita questa forma d'arte; mi piace far conoscere agli altri qualcosa del mio profondo, che io, con la voce, non riesco ad esprimere.

 

...Poter comunicare visivamente e poeticamente con artisti da ogni parte del mondo credo sia un qualcosa di molto speciale. Vedi Giorgio, anche se queste persone io non le conosco personalmente, sento che c'è qualcosa che ci unisce l'uno con l'altro, un filo magico che va oltre la coscienza. E' difficile da spiegare anche perché, per me, molto intimo. Poi, partecipare a tutti i progetti, le manifestazioni e le rassegne che organizzano in tutto il mondo ... tu sai che da qualche parte, lontano, c'è qualcosa di tuo, che rimane per sempre. Anche quando non ci sei più. Ed è questo quello a cui voglio arrivare, essere ricordata per quello che faccio e per quello che sono ... sinceramente, un'artista.

 

No, mi dispiace. Credo sia impossibile per un artista esprimere l'arte in soli quattro aggettivi. Per me l'arte è vita, è una passione che mi scorre dentro e mi segue da quando sono nata. Amo il colore, amo il segno, amo comunicare con l'immagine e con le parole tramutate in carta. Amo la vita, e ciò che in essa vive, quindi per me è naturale amare l'arte in tutte le sue forme più sincere. No, non ci sono aggettivi adatti per poterla descrivere e, anche se li usassi, sarebbero banali. Quindi posso solo dire:
ARTE = VITA - VITA + ARTE = IO

Quali sono le tematiche cui ti ispiri?
I personaggi dei fumetti e, in particolare, il fantasmino Casper, che cosa rappresentano per te?
Per quale motivo, oltre al segno grafico, fai ricorso alla parola?
Tu sei una Mail artist: come mai ti è venuta questa passione?
Potresti descrivere il tuo modo di fare arte con quattro aggettivi?