Mandala e Computer Art

di

Anna Guarini





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a cura di Giorgio Barba





La cultura occidentale è prevalentemente improntata ad una visione materialistica della vita e del mondo. La supremazia della fisicità e del pragmatismo mette in subordine il mondo dello spirito che, seppur riconosciuto dalla religione cristiana come momento fondamentale dell'esistenza umana, è sempre considerato separato e a volte scisso dalla vita quotidiana perché non necessario a soddisfare i bisogni primari e la brama di denaro e potere. Persino l'opera d'arte, che dovrebbe assurgere a rappresentazione dell'ideale, è rimasta ancorata al reale e alla materia, acquistando nel tempo valore e perdendo valori.
Diversa è la concezione del mondo nella cultura e nella maggior parte delle religioni orientali in cui non solo l'ascetismo, ma anche il misticismo e la contemplazione hanno contribuito a sviluppare una forte attenzione per la dimensione spirituale e ad accentuare un distacco sempre più marcato dalla mera materialità.
Un esempio di quanto si sta sostenendo sono i Mandala realizzati certosinamente con piccole pietre colorate dai monaci tibetani e tendenti a descrivere la personale visione del cosmo e l'avvenuto contatto con la spiritualità e la divinità. Nei Mandala sono riprodotte visioni cosmiche geometricamente caratterizzate dalla perfezione del cerchio, simbolo della ciclicità dell'esistenza, e dal quadrato, simbolo della forza e dell'equilibrio interiori. Una volta terminato, il Mandala va cancellato con un semplice gesto della mano e le pietre mescolate. Ciò testimonia, appunto, una cultura diversa dalla nostra che attribuisce eccessiva importanza (e valore) alla materia.
Forse è questa una delle cause per cui c'è una certa diffidenza e resistenza nei confronti della Computer Art, una nuova forma d'arte che, grazie alle recenti tecnologie a disposizione, sta tentando di trovare una consacrazione tra le altre espressioni artistiche. La difficoltà principale è che la Computer Art propone opere d'arte immateriali fruibili solo con l'ausilio del computer, in quanto, se rappresentate in altro modo (stampate su supporto cartaceo, per esempio), perderebbero le loro caratteristiche fondamentali: la luminosità, la precisione e il movimento. Numerose sono le possibilità di fare arte con il computer. Si può passare dalle forme create dalla geometria frattale al disegno a mano libera (con penna ottica o mouse) e all'uso di filtri ed effetti speciali da applicare alle immagini.
E' in questa prospettiva che Anna Guarini ha sintetizzato e proposto un percorso innovativo per l'arte. Partendo dalla sua visione della vita, è riuscita a creare con il computer il cerchio sacro dell'universo, nella sua complessa simbiosi di vitalità e religiosità, e ha dato un'interpretazione in termini non materiali al fluire del tempo e al desiderio di perfezione insiti in ogni anima umana. La sua concezione dell'universo, la quale scaturisce dall'immaginazione, si incontra (ma non si esaurisce) poi con algoritmi che traducono complesse operazioni matematiche in stupende immagini frattali la cui caratteristica è la ripetizione all'infinito di uno stesso motivo. Colori e oggetti geometrici si dispongono simmetricamente nello spazio visivo e in sequenze di immagini si deframmentano o si dissolvono in evanescenze e trasparenze vorticose che richiamano alla mente il desiderio e nello stesso tempo la paura della morte, del passaggio nella dimensione metafisica.
Anna Guarini, insomma, alla maniera di Leonardo Da Vinci, è riuscita a conciliare vita, religione, arte, scienza e tecnica. Anzi queste ultime sono subordinate all'arte (non viceversa) in maniera tale da aprire la strada ad una nuova Estetica basata sulla smaterializzazione dell'arte, sui rapporti dell'arte con la tecnologia, su una nuova cultura più spirituale e meno pragmatica.