Con il Prontuario salentino di proverbi Nicola G. De Donno, poeta dialettale di fama nazionale, ci introduce in un Salento antico in cui più delle parole, nella conversazione, contavano i proverbi, anzi i proverbi erano l'unico istruzione possibile in una regione in cui dominava l'analfabetismo.
I proverbi costituivano l'insegnamento dell'esperienza, la saggezza antica che non sbagliava mai, una guida al ben fare, a ben comportarsi e a imparare a cavarsela in un mondo ostile e di difficile comprensione.
I proverbi brevi, incisivi e forti ( perché "Se lu pruverbiu è fforte, resta a mmente") erano esempi di saggezza sì, ma non sempre rappresentavano esempi di virtù, infatti il curatore del libro precisa nel sottotitolo che si tratta di proverbi "amari, aspri, maliziosi, ironici, sarcastici" in cui non si rifugge dallo sberleffo, dal turpiloquio, dalla parolaccia.
Ma, se ad una lettura superficiale alcuni proverbi sembrano troppo "forti", occorre conoscerli ugualmente.