SALENTO

TRA MITO E REALTA'

di Alfredo Romano

a cura di Giorgio Barba


I salentini che sono costretti ad emigrare hanno difficoltà ad ambientarsi, perché le loro tradizioni sono così radicate che riesce difficile comprendere quelle altrui. Proprio per questo motivo il salentino si sente un pesce fuor d'acqua lontano dal suo paese e ha bisogno di riconoscersi e a volte di riscoprirsi in una comunità.
E' il caso di Alfredo Romano che con il libro Salento tra mito e realtà (monologhi e canti in dialetto salentino) testimonia la presenza di una comunità salentina a Civita Castellana (VT) giunta, o fatta giungere, lì per impiantare coltivazioni di tabacco.
L'autore in questo libro trascrive i canti e i monologhi in dialetto salentino trasmessi da Radio Mara nel 1982, con l'intento di fare incontrare due culture completamente differenti.
Il libro si compone di una serie di interventi in dialetto salentino con testo a fronte su alcuni aspetti della cultura dei salentini che a Civita Castellana costituivano naturalmente una minoranza.
Gli spunti più interessanti sono quelli relativi alla "Pizzica tarantata" sulle tarantolate di Galatina; alla "bona crianza" cioè all'abitudine dei leccesi di dire "favorite" quando stanno mangiando in presenza di un'altra persona; a "Padre picozzu" ad alcune canzoni popolari tra cui "Me la scurdai la coppula". Il libro si legge tutto d'un fiato e chi non conosce il dialetto salentino può aiutarsi con il testo a fronte e con le note.

TITOLO: Salento
tra mito e realtà
AUTORE: Alfredo Romano
CASA
EDITRICE:
Congedo editore
PAGINE: 128
DATA DI
PUBBLICAZIONE:
1993