IL GIOCO-GIOGO DEL REALE

di Giuliano D'Elena

a cura di Giorgio Barba




Già in altra occasione ci siamo occupati di Giuliano D'Elena, artista salentino d'avanguardia, filosofo, attento scrutatore delle tradizioni salentine, attivo operatore culturale. La sua intensa attività di artista è stata ora condensata in un libro dal titolo accattivante e ambiguo "Il gioco-giogo del reale" (sottotitolo: "La mia estetica").
Con questo scritto Giuliano traccia le linee essenziali della sua concezione dell'arte, definisce i cardini intorno ai quali si muove la sua pittura, dà fisionomia al suo operato.
Giuliano D'Elena è un salentino di Taviano, un uomo e un artista legato alla sua terra da un vincolo di odio-amore indissolubile. E proprio questo amore per il Salento egli cerca di occultare nei suoi quadri che, ad una prima analisi, sembrano lontani dagli stereotipi della cultura salentina.
Egli, infatti, parte dal presupposto che la realtà è un gioco-giogo di immagini e che compito dell'artista è quello di demistificare l'apparente normalità del reale quotidiano, rendendo palesi le ambiguità, le contraddizioni, la teatralità, la finzione scenica che gli uomini sono costretti ad attuare giornalmente per simulare il loro desiderio più ancestrale: la brama di potere.
Dicevo che Giuliano è solo apparentemente lontano dal Salento, poiché anche lui gioca con le immagini, e la sua terra appare nei cortili mediterranei, negli angoli delle strade, nei muri che hanno sempre contraddistinto queste contrade. Naturalmente non è un Salento arcaico, bensì un Salento post-moderno che si allinea alle esigenze e alle mode di una società che tende sempre più a basarsi sull'apparire e non sull'essere. La cultura di massa, sembra dire Giuliano, ha raggiunto anche la nostra terra e subdolamente si è infiltrata, massificando usi e costumi. Giuliano denuncia gli aspetti più falsi della società mettendone a nudo i difetti, raggiungendo effetti di iperrealismo che, se apparentemente seducono, soggiogano, ammaliano, in realtà spaventano e ossessionano l'anima che si dimena combattuta tra la contemplazione acritica e il desiderio di giudicare. Ecco la debolezza dell'uomo contemporaneo: non avere la volontà di resistere al gioco delle parti, anzi assumere una parte, indossare una maschera e simulare di essere ciò che non si è. L'osservatore, così, pensa di diventare protagonista, mentre invece è vinto, pensa di giocare con la realtà, ma rimane soggiogato dal reale e nel reale, da artefice del reale diviene spettatore della costruzione di un reale virtuale nel quale è immerso e si immerge. Pensa di pensare e ha soltanto l'illusione di pensare; crede di giudicare e invece accetta passivamente ciò che gli altri propinano, cerca di vivere la propria vita mentre vive una vita preconfezionata dalla persuasione occulta dei mass-media.
Qual è il segreto per sfuggire da queste trappole della società? Giuliano lo suggerisce: impossessarsi delle tecniche di codificazione e decodificazione dei messaggi occulti, demistificare con esse la presunta realtà e, naturalmente, impossessarsi della propria vita per viverla interamente senza muri, parapetti, barriere che determinano falsità, ipocrisie e incomprensioni.
Il libro, oltre a illustrare il pensiero estetico dell'autore, è arricchito da numerose immagini che riproducono i suoi quadri, alcuni dei quali corredati di una pista di lettura offerta dall'autore stesso.















TITOLO: Il gioco-giogo del reale
La mia estetica
AUTORE: Giuliano D'Elena
CASA
EDITRICE:
Grafo 7 Editrice
PAGINE: 73
ANNO DI
PUBBLICAZIONE:
1996