La compresenza degli opposti
nella scultura di Sabri Aboseif


Per esempio, nell'opera "I due volti", Aboseif sintetizza il contrasto corpo-anima, esprimendo con il linguaggio della fisicità l'immaterialità della psiche. Il corpo di una donna con le palpebre chiuse e la testa inclinata verso sinistra, in atteggiamento sognante, si pone in netto contrasto con il volto scolpito nel torace a partire da una delle mammelle, sostituita da un occhio. L'occhio aperto, con la pupilla in bassorilievo, indica l'interiorità che scruta il mondo circostante e anela ad esternare i sentimenti.
La scultura, inoltre, si potrebbe prestare ad un'altra interpretazione. Essa rappresenterebbe il desiderio di maternità: una donna incinta, che contiene in sé un'altra donna, un essere perfetto e pensante sin dal primo concepimento. Ciò lo si può evincere dal gesto, tipico delle gestanti, di accarezzarsi la pancia per far sentire la presenza e l'affetto al nascituro.
La dicotomia corpo-anima è visibile anche in altre sculture in cui la rappresentazione della dualità è affidata a due volti che improvvisamente si separano, o a due corpi che, partendo dal materiale grezzo, si dividono e si uniscono in abbracci, o a un capovolgimento delle parti, che è anche un ribaltamento della visione del mondo, in cui il corpo, simbolo della sessualità e della voluttuosità, sta al posto della testa, simbolo della razionalità e del pensiero creativo, e viceversa.