A L L A

SACRA CESAREA REALE MAESTÁ

DELL'

AUGUSTISSIMA IMPERATRICE

MARIA TERESA

D'AUSTRIA

REGINA D'ONGARIA E DI BOEMIA

ec.   ec.   ec.

 

 

Fra quanti pensieri ô io ravvolto nell'animo per sollevarmi a sperare, che Voi poteste, SACRA CESAREA REAL MAESTA', con estrema degnazione accogliere quest'opera mia, che va superba del Vostro Augustissimo Nome, e de' Vostri Fortunatissimi Auspici, un solo mi conforta, ed è questo la considerazione del Vostro Sesso, che va da VOI illustrato per bella sorte è pur mio. Questo pensiero mi â sostenuta nella fatica, e non mi â lasciato sentire il rischio dell'impresa; e veramente se in qualche tempo poteva giustificarsi l'ardimento di una Donna, che tentasse seguire i rapidi voli di una Scienza, che spazia mai sempre negli Infiniti, in quel tempo essere ciò doveva, nel quale regna una DONNA, e regna con universale ammirazione. Parmi in fatti, che in questa età, che fra tutte le venture chiara, ed altera avrà da VOI il nome, debbano le Donne tutte servire alla gloria del loro sesso, e ciascuna, per quanto le può venire fatto, contribuire all'accrescimento dello Splendore, nel quale VOI lo avvolgete; VOI, voi che sparso avendo d'ogn'intorno alta meraviglia di Vostre Azioni, costringete gli Uomini a dir di VOI con più ragione, che non fu detto di alcuno degli antichi Cesari, che colla Giustizia, e Clemenza dell'Imperio onorate l'umana natura, e rappresentate la divina. Lascio a quelle, che gelose delle glorie del nostro sesso conserveranno a Posteri le Vostre Gesta, l'esprimere, come nell'esimia bellezza del corpo rimirinsi in VOI accopiate ad una, ad una tutte le virtù, e sopra tutto lascio loro il celebrare la forza del vostro (sic) Ingegno, l'Incomparabile Vostro Valore, l'ampia Vostra Sufficienza, e quella invitta Costanza, che ristorata, dirò così, dalle stesse sventure, e da pericoli stessi, le cose Vostre nel principio del regno da nemico Fato travagliate, e quasi oppresse ritornò liete, e felici. Non si rimarranno esse pure di far conoscere la dolcezza de' Vostri costumi, l'Umanità Vostra, e la generosa Attenzione, colla quale fra lo strepito ancora, e il tumulto delle armi proteggete, e ravvivate gli studi, e l'arti, onde si nutre il pubblico bene, e si accendono utilmente gli animi degli Uomini. Sin da primi anni occuparono le Scienze la Vostra Mente, e nissuna fra queste è a VOI straniera. Vi â ora da quelle distolto la cura de' Popoli, ed è sembrato poco al Cielo, che foste la più dotta del Vostro Secolo. Ma non è in VOI però meno fervido l'amore del Vero,e perciò chi lo ricerca sommamente distinguete, e favorite. Degnatevi dunque, SACRA CESAREA REAL MAESTA', clementissimamente riguardare questa mia fatica, e come opera, che in se raccoglie tutti i più luminosi progressi dell'Intelletto umano, e come quel tributo, che per me poteva offrirsi maggiore alla gloria del Vostro Regno, che non per altro par, che richiami la memoria delle Eroine, che altrove regnarono, che per maggiormente al confronto esaltare la Magnaminita', prudenza, e fortuna vostra; e se il Musico Volume, che la Sorella mia â avuto l'onore di presentarvi, è stato tanto avventuroso da sciogliere al canto la Vostra Voce, abbia questo la sospirata sorte di addoprare alcuna volta la Vostra Penetrazione, e Sagacità. Altro non rimanendomi, che implorarvi dal Cielo lunghissima Vita, onde deriverà la stabile felicità di tante a VOI soggette Nazioni, al Vostro Trono umilmente mi prostro

DELLA S.C.R. MAESTA' VOSTRA

 

Umilissima, obbedientissima, fedelissima

Serva, e Suddita

Maria Gaetana Agnesi.

        INDIETRO