Socialist Appeal

 

 

La pressione sta salendo

Scritto da John Peterson Martedì, 3 settembre 2013

 

In un paese dopo l'altro, infuriano crisi, proteste, guerra, rivoluzione e controrivoluzione. Tuttavia, qui negli Stati Uniti, a qualcuno può sembrare che "non stia accadendo nulla". Ma, in realtà, niente potrebbe essere più lontano dalla realtà. Lentamente ma fermamentesebbene in modo non linearele tensioni economiche, politiche, sociali e psicologiche continuano a formarsi.

A cinque anni che la crisi ha frantumato le illusioni dei lavoratori nel "nuovo paradigma economico", sembra che le cose si siano stabilizzate. Invece di un movimento di massa dei lavoratori, una violenta emozione generalizzata seguita al crollo di Wall Street. Obama è stato eletto ed è seguita una luna di miele prolungata. I grandiosi eventi in Wisconsin ed il brivido di Occupy sono venuti e andati. Quindi sembrerebbe che sulla superficie, almeno nel ventre della bestia, "tutto sia tranquillo sul fronte della guerra di classe". Ma la pressione sta salendo inesorabilmente ed alla fine troverà uno sbocco.

Come marxisti, comprendiamo che il ritmo della lotta di classe è contraddittorio ed imprevedibile. Nondimeno, vi sono certi modelli che possiamo scorgere, dai quali impariamo e che anticipiamo. Mentre ogni analogia storica presenta i suoi limiti, possiamo e dobbiamo assorbire le lezioni degli sforzi lunghi secoli della nostra classe per porre fine allo sfruttamento ed all'oppressione del capitalismo. Nel 1929, Trotsky scrisse il seguente sul ritmo della lotta di classe in Francia, concentrandosi in particolare sulla questione del risveglio della lotta dopo un periodo di depressione economica:

"Ma nel campo politico il riflusso della marea o la stagnazione continuano anche adesso, in ogni caso, nella massa principale del proletariato. Così, i risvegli dell'attività di certi settori del proletariato nel campo della lotta economica, è irrefutabile. Ma questo processo è anche soltanto passare per il suo primo stadio, quando sono principalmente le imprese dell'industria leggera che sono attirate nella lotta, con un'evidente preponderanza dei lavoratori non organizzati sugli organizzati e con un considerevole peso specifico dei lavoratori nati all'estero".

Negli Stati Uniti del 2013, vediamo spiegarsi un processo similare, sebbene sia stato e continuerà ad essere un processo prolungato. Mentre i battaglioni pesanti della classe nell'industria manifatturiera e pesante non sono ancora entrati nella lite, vi sono delle importanti agitazioni precisamente negli strati della classe ai quali si riferisce Trotsky. Seguendo le lotte eroiche dei lavoratori immigrati irregolari nel 2006 e nel 2007, un'ondata ispiratrice di proteste, scioperi e scioperi improvvisi sta percorrendo rapidamente l'industria del fast food e del dettaglio.

Tuttavia, i potenti interessi che fronteggiamo non possono essere sconfitti da una relativa manciata di lavoratori ed attivisti eroici ed altruisti. Se speriamo di vincere, i sindacati devono mobilitare la potenza dell'intera classe lavoratrice. Immaginate se, invece di appena alcune centinaia di lavoratori che escono in sciopero da alcuni ristoranti fast food, ogni singolo lavoratore sindacalizzato in ogni città uscisse in sciopero in solidarietà? Questo genere di solidarietà della classe lavoratrice richiederebbe sfidare leggi antisindacali come la Taft-Hartley, ma è l'unico modo per assicurarsi una vittoria completa. Questo è quello che i leader sindacali dovrebbero stare ad organizzare e per cui combattere!

Cinquanta anni dopo il famoso discorso di “I Have A Dream” di Martin Luther King Jr., il suo messaggio di lotta contro tutte le forme di disuguaglianza e di oppressione continua a risonare presso i lavoratori ed i giovani americani. Da quando pronunciò quel famoso discorso, il divario tra ricchi e poveri si è soltanto allargato ad un abisso insuperabile e le prospettive che in particolare milioni di giovani affrontano sono squallide.

La modesta crescita che ha preceduto la Grande Recessione era interamente fondata sulla spremitura di mega-profitti dal lavoro della classe lavoratrice. Negli ultimi cinque anni questo spremere si è soltanto intensificato. Austerità, eliminazione di benefici, accelerazione dei ritmi di lavoro ed inflazione continuano ad intaccare le nostre condizioni di vita, il nostro benessere mentale e fisico. Nel corso dello stesso periodo, la manciata di americani più ricchi ha visto la propria ricchezza salire ad altezze precedentemente inimmaginabili.

Nel 2009, mentre l'economia aveva un'emorragia di centinaia di migliaia di posti di lavoro al mese, il valore netto familiare per l'1% al vertice degli americani era quasi $14 milioni, mentre il valore netto del 47% più basso era praticamente nulla. Mentre milioni hanno perduto la loro dignità e la loro casa, l'1% ha ricevuto il 100% dei guadagni di reddito durante i primi due anni dell'economia dopo il crollo. Nel 2012, tre degli eredi Wal-Mart hanno guadagnato più di $4 miliardi ciascuno, soltanto da azioni ed investimenti. Così anche Charles Koch, David Koch, Bill Gates, Warren Buffett, Larry Ellison, Michael Bloomberg, Jeff Bezos. $4 miliardi sono sufficienti a nutrire 800 milioni di poveri l'anno in India. In altre parole, la ricchezza di questi 10 individui poteva avere eliminato la fame in India più di dieci volte. Questa è l'assurdità del capitalismo.

Così anche se abbiamo conquistato salari più alti ed il riconoscimento dei sindacati, queste conquiste sarebbero sempre in pericolo di venire spinte via non appena abbassiamo la guardia. L'intero sistema capitalistaincluse le sue leggi, suoi politici, il suo governo ed i suoi mediafanno manovre in direzione dello sfruttamento e della massimizzazione dei profitti.

Poiché il capitalismo è la causa alla radice della disuguaglianza nella ricchezza, della discriminazione, dello stress e della tensione che tutti patiamo, dobbiamo anche lottare per il socialismo. Soltanto quando il governo e le leve chiave dell'economia sono sotto il controllo democratico dei lavoratori possiamo vivere in una società basata sull'abbondanza per tutti in armonia l'uno con l'altro e con l'ambiente.