In un paese dopo l'altro, infuriano crisi, proteste, guerra,
rivoluzione e controrivoluzione. Tuttavia, qui negli Stati Uniti, a
qualcuno può sembrare che "non stia accadendo nulla". Ma, in realtà,
niente potrebbe essere più lontano dalla realtà. Lentamente ma
fermamente—sebbene in modo non lineare—le tensioni economiche,
politiche, sociali e psicologiche continuano a formarsi.
A cinque anni che la crisi ha frantumato le illusioni dei
lavoratori nel "nuovo paradigma economico", sembra che le cose si
siano stabilizzate. Invece di un movimento di massa dei lavoratori,
una violenta emozione generalizzata seguita al crollo di
Wall Street.
Obama è stato eletto ed è
seguita una luna di miele prolungata. I grandiosi eventi
in
Wisconsin
ed il brivido di
Occupy
sono venuti e andati.
Quindi sembrerebbe che sulla superficie, almeno nel ventre della
bestia, "tutto sia tranquillo sul fronte della guerra di classe". Ma
la pressione sta salendo inesorabilmente ed alla fine troverà uno
sbocco.
Come marxisti, comprendiamo che il ritmo della lotta di classe
è contraddittorio ed imprevedibile. Nondimeno, vi sono certi modelli
che possiamo scorgere, dai quali impariamo e che anticipiamo. Mentre
ogni analogia storica presenta i suoi limiti, possiamo e dobbiamo
assorbire le lezioni degli sforzi lunghi secoli della nostra classe
per porre fine allo sfruttamento ed all'oppressione del capitalismo.
Nel 1929,
Trotsky scrisse il seguente sul
ritmo della lotta di classe in Francia, concentrandosi in
particolare sulla questione
del risveglio della lotta dopo un periodo di depressione
economica:
"Ma nel campo politico il riflusso della marea o la stagnazione
continuano anche adesso, in ogni caso, nella massa principale del
proletariato. Così, i risvegli dell'attività di certi settori del
proletariato nel campo della lotta economica, è irrefutabile. Ma
questo processo è anche soltanto passare per il suo primo stadio,
quando sono principalmente le imprese dell'industria leggera che
sono attirate nella lotta, con un'evidente preponderanza dei
lavoratori non organizzati sugli organizzati e con un considerevole
peso specifico dei lavoratori nati all'estero".
Negli Stati Uniti del 2013, vediamo spiegarsi un processo
similare, sebbene sia stato e continuerà ad essere un processo
prolungato. Mentre i battaglioni pesanti della classe nell'industria
manifatturiera e pesante non sono ancora entrati nella lite, vi sono
delle importanti agitazioni precisamente negli strati della classe
ai quali si riferisce
Trotsky. Seguendo le lotte eroiche
dei lavoratori immigrati irregolari nel 2006 e nel 2007,
un'ondata ispiratrice di proteste, scioperi e scioperi
improvvisi sta percorrendo rapidamente l'industria del fast food e
del dettaglio.
Tuttavia, i potenti interessi che fronteggiamo non possono
essere sconfitti da una relativa manciata di lavoratori ed attivisti
eroici ed altruisti. Se speriamo di vincere, i sindacati devono
mobilitare la potenza dell'intera classe lavoratrice. Immaginate se,
invece di appena alcune centinaia di lavoratori che escono in
sciopero da alcuni ristoranti
fast food, ogni singolo
lavoratore sindacalizzato in ogni città uscisse in sciopero in
solidarietà? Questo genere di solidarietà della classe
lavoratrice richiederebbe sfidare leggi antisindacali come
la
Taft-Hartley, ma è l'unico modo per
assicurarsi
una vittoria completa. Questo è quello che i leader sindacali
dovrebbero stare ad organizzare e per cui combattere!
Cinquanta anni dopo il famoso discorso di
“I Have A Dream” di
Martin Luther King Jr., il suo messaggio di lotta
contro tutte le forme di disuguaglianza e di oppressione continua a
risonare presso i lavoratori ed i giovani americani. Da quando
pronunciò quel famoso discorso, il divario tra ricchi e poveri si è
soltanto allargato ad un abisso insuperabile e le
prospettive che in particolare milioni di giovani affrontano sono
squallide.
La modesta crescita che ha preceduto la Grande Recessione era
interamente fondata sulla spremitura di mega-profitti dal lavoro
della classe lavoratrice. Negli ultimi cinque anni questo spremere
si è soltanto intensificato. Austerità, eliminazione di benefici,
accelerazione dei ritmi di lavoro ed inflazione continuano ad
intaccare le nostre condizioni di vita, il nostro benessere mentale
e fisico. Nel corso dello stesso periodo, la manciata di americani
più ricchi ha visto la propria ricchezza salire ad altezze
precedentemente inimmaginabili.
Nel 2009, mentre l'economia aveva un'emorragia di centinaia di
migliaia di posti di lavoro al mese, il valore netto familiare per
l'1% al vertice degli americani era quasi $14 milioni,
mentre il valore netto del 47% più basso era praticamente nulla.
Mentre milioni hanno perduto la loro dignità e la loro casa, l'1% ha
ricevuto il 100% dei guadagni di reddito durante i primi due anni
dell'economia dopo il crollo. Nel 2012, tre degli eredi
Wal-Mart hanno guadagnato più di $4
miliardi ciascuno, soltanto da azioni ed investimenti. Così anche
Charles Koch, David Koch,
Bill Gates, Warren Buffett, Larry Ellison, Michael Bloomberg, Jeff Bezos.
$4 miliardi sono sufficienti a nutrire 800 milioni di poveri l'anno
in India. In altre parole, la ricchezza di questi 10 individui
poteva avere eliminato la fame in India più di dieci volte.
Questa è l'assurdità del capitalismo.
Così anche se abbiamo conquistato salari più alti ed il
riconoscimento dei sindacati, queste conquiste sarebbero sempre in
pericolo di venire spinte via non appena abbassiamo la guardia.
L'intero sistema capitalista—incluse le sue leggi, suoi
politici, il suo governo ed i suoi media—fanno manovre in direzione
dello sfruttamento e della massimizzazione dei profitti.
Poiché il capitalismo è la causa alla radice della
disuguaglianza nella ricchezza, della discriminazione, dello stress
e della tensione che tutti patiamo, dobbiamo anche lottare per il
socialismo. Soltanto quando il governo e le leve chiave
dell'economia sono sotto il controllo democratico dei lavoratori
possiamo vivere in una società basata sull'abbondanza per tutti in
armonia l'uno con l'altro e con l'ambiente.
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