L'evento determinante del vertice dell'Unione Europea di questa
settimana non è stato cosa è stato alla fine discusso, ma la
proposta che è stata messa ai margini.
Prima del vertice, la Germania ha fatto filtrare la notizia che
stava domandando un "commissario al bilancio"
per la Grecia nominato dalla UE per dominare la
politica di bilancio greca come precondizione per ogni ulteriore
prestito. La Grecia dovrebbe fare dei pagamenti alle banche sul
proprio debito—che
si trova a 350 miliardi di euro anche prima che dei 145 miliardi di
euro che è probabile cerchi—la
sua "principale" priorità. Non potrà minacciare i suoi
creditori con il default e dovrebbe accettare qualsiasi taglio le
autorità finanziarie le richiedano, anche se le banche neghino
pagamenti del salvataggio concordato.
Una fonte del governo tedesco ha dichiarato che la proposta era
rivolta anche ad altri membri della zona euro che si dibattono per
ricevere aiuto, inclusi Spagna, Portogallo, Italia ed Irlanda.
In Grecia la proposta ha provocato risentimento. E' stata
accompagnata dalle proposte della UE e del FMI che pretendono
l'eliminazione di 150.000 posti statali, tagli e chiusure da una
parte all'altra del settore pubblico aggiuntivi ed una
riduzione dell'insignificante salario minimo mensile di 750 euro.
La proposta è stata accantonata all'ultimo momento perché era
politicamente troppo trasparente. Avrebbe confermato per farlo
comprendere a tutti che i governi europei ora operano direttamente su
comando dell'elite finanziaria e che la democrazia non funziona più
in alcun senso significativo.
I partner
della Germania dnella UE hanno incalzato Berlino perché ci
ripensi. Il primo ministro italiano
Mario Monti
li ha chiamati "inverosimili e sgradevoli". Il presidente francese
Nicolas Sarkozy
ha affermato che il controllo diretto della UE "non sarebbe
ragionevole, non sarebbe democratico, non sarebbe efficace".
Proprio allora, la Germania ha abbandonato con riluttanza la
sua richiesta, con il cancelliere
Angela Merkel
che ha sostenuto: "La Grecia è un caso speciale... Devono attuare
completamente il programma".
Resta il fatto che la dittatura senza impacci delle banche e
delle grandi imprese esiste già, sia che alla misura di Berlino che
rende ciò assolutamente evidente sia permesso oppure no di passare.
La UE è già riuscita ad imporre due governi non eletti in
Grecia ed Italia, il cui solo scopo è di implementare lealmente le
richieste dell'oligarchia finanziaria contro i desideri espressi
dall'elettorato. Anche il rovesciamento del precedente governo
portoghese è stato progettato su diretto comando degli speculatori
globali.
Il vertice ora è convenuto ad un patto fiscale che riduce
ulteriormente la capacità del governo nazionale di formare la
politica economica. L'accordo costringe i 25 stati firmatari a
emanare una "regola d'oro" che richieda legalmente un bilancio in
pareggio. La classe dominante sfrutterà quindi queste regole per
pretendere feroci tagli alla spesa nello stato sociale,
nell'istruzione, nell'edilizia, nelle infrastrutture, nei posti di
lavoro del settore pubblico, nelle pensioni e nell'assistenza
sanitaria, tutti per liberare vaste somme da sborsare alle banche.
I paesi che non riescono a pagare i loro debiti puntualmente
saranno soggetti a sanzioni punitive imposte dalla Corte di
Giustizia Europea.
Germania, Austria, Italia, Spagna, Polonia ed Estonia hanno già
attuato tali richieste di bilancio in pareggio. I due governi che
non hanno firmato, Gran Bretagna e Repubblica Ceca, lo hanno fatto
per considerazioni politiche tattiche, mentre sono pienamente
d'accordo con la spinta per l'austerità.
Non vi è nessuna intenzione di esporre queste misure, che si
scontreranno massicciamente sulla vita di milioni di persone, al
voto popolare. Effettivamente, queste misure sono intese
precisamente a rimuovere decisioni finanziarie critiche da ogni
supervisione o influenza da parte della popolazione. La Merkel si è
vantata che "I freni al debito saranno vincolanti e validi per
sempre. Non si sarà mai in grado di cambiarli attraverso una
maggioranza parlamentare".
La critica delle misure della UE è stata dominata dai
commentatori di destra lamentando la perdita di sovranità nazionale.
Ma, in verità, sia la UE che i suoi governi costituenti sono
interamente le creature dell'oligarchia finanziaria.
La questione chiave è l'assoluta privazione di diritti della
classe lavoratrice sotto il sistema esistente ed il bisogno per essa
di costruire un nuovo movimento politico.
Non vi è più nessun maggiore partito politico, sia nominalmente
della sinistra o della destra, che pretenda di parlare per i
lavoratori e che non professi un fermo sostegno per le feroci misure
d'austerità che vengono imposte in tutta Europa. Durante il passato
periodo, è stato compiuto ogni tentativo per isolare l'elite
dominante da qualunque forma di responsabilità democratica e per
soffocare tutte le espressioni genuine di opposizione sociale.
Ciò è dipeso soprattutto dai servizi dei sindacati e dei loro
apologeti della pseudo-sinistra, che hanno soppresso scioperi o li
hanno confinati a futili proteste di un giorno, escludendo ogni
lotta politica per abbattere governi odiati in tutto il continente.
Comunque, vi sono dei limiti a fin dove ciò può continuare.
Ufficialmente, in Europa più di 23 milioni di persone sono
disoccupate e la cifra reale è molto più alta. I salari vengono
ridotti drasticamente, le pensioni eliminate ed i servizi sociali
vitali sventrati e persino questo è soltanto un anticipo.
Le banche europee hanno passività 30 volte il loro capitale
reale, ammontanti a cinque trilioni di euro. I tagli richiesti per
rifarsi di questi debiti da gioco d'azzardo rovinerebbero i
lavoratori del continente, lasciandoli in uno stato di miseria
abietta.
La classe dominante sa che questo non può essere realizzato con
mezzi democratici, ma richiede l'imposizione della dittatura. E'
questo il significato delle svolte politiche che vengono compiute.
La classe lavoratrice deve elaborare la propria risposta
a questa minaccia. Deve sorgere un nuovo movimento socialista di
massa, dedicato al rovesciamento della UE e di tutti i governi
dell'elite corporativa e la loro sostituzione da parte di governi
dei lavoratori, organizzati all'interno di Stati Socialisti Uniti
d'Europa.
Chris Marsden
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