Genocidio culturale: in Tibet o a New Orleans?

di Larry Hales

3 aprile 2008

 

Il Dalai Lama afferma che la Cina commette "genocidio culturale" contro il popolo tibetano e le sue pretese e notizie sugli avvenimenti che svolgono nella capitale regionale di Lhasa hanno catturato molta attenzione sulle principali imprese di media negli USA.

La "causa" del Tibet e l'accusa di "genocidio culturale" non sono nuove. Etichette adesive "Tibet libero" si possono vedere spesso a raduni per la pace e sembrerebbe che il caso del Tibet è una vera lotta di liberazione nazionale di un popolo oppresso che si batte per l'indipendenza da un padrone imperialista o coloniale.

Comunque, la questione del Tibet è stata introdotta con l'inganno su alcuni settori del movimento negli USA allo scopo di indebolire la Cina. La relazione tra gli USA, con il loro scopo di insidiare le conquiste della rivoluzione cinese, ed il Dalai Lama e la sua cricca è vecchia e risale completamente alla "rivolta" del 1959 fabbricata dalla CIA.

E' assai ironico che i media corporativi negli USA, che operano come portavoce dei padroni e dei governanti della società USA, possano utilizzare la pretesa di "genocidio culturale" del Dalai Lama, specialmente considerando che gli USA hanno commesso genocidio contro il popolo indigeno e tagliato i legami etnici/tribali all'Africa di 40 milioni di neri.

Alla conferenza del 2002 sponsorizzata dal Centro di Studi Cinesi all'Università della California, Los Angeles, Barry Sautman ha sottolineato: "I problemi dei tibetani sono tipici delle minoranze nell'era dei grandi stati moderni". Sautman è professore associato di Scienze Sociali all'Università di Scienza e Tecnologia di Hong Kong. (www.international.ucla.edu)

Sautman sostiene che, sebbene la cultura cinese abbia naturalmente influenzato la cultura tibetana, "Non precisando il genocidio culturale gli esuli tibetani possono etichettare qualsiasi cambiamento dal 1959 come genocidio culturale, sebbene ci si poteva aspettare che molti di questi cambiamenti sarebbero avvenuti senza che sorgesse la questione del genocidio culturale".

Sautman confuta l'affermazione che il Tibet sia stato sommerso dall'immigrazione cinese mostrando dati che non vengono smentiti neppure dagli USA, che dimostrano che la maggior parte dei cinesi che vanno in Tibet solitamente si fermano solamente per pochi anni e che molti che affermano di vivere in Tibet lo fanno solamente per ricevere pensioni più elevate.

Anche la cultura occidentale ha infiltrato il Tibet, come molte altre società per il mondo, ma questo viene raramente guardato come "genocidio culturale" o anche come imperialismo culturale.

Il Dalai Lama è un separatista, collegato alle vecchie relazioni feudali che esistevano in Tibet prima del 1959 e le sue pretese che la società tibetana fosse una società libera ed aperta dove la gente viveva armoniosamente è una rappresentazione errata della storia.

Lo storico Michael Parenti, in un articolo intitolato "Feudalesimo bonario: il mito del Tibet", afferma: "Fino al 1959, quando il Dalai Lama presiedeva per l'ultima volta sul Tibet, la maggior parte del terreno coltivabile era ancora organizzato in possedimenti feudali lavorati da servi della gleba. Questi possedimenti appartenevano a due gruppi sociali: i ricchi proprietari terrieri secolari ed i ricchi lama teocratici. ...

"Il vecchio Tibet è stato travisato da alcuni ammiratori occidentali come 'una nazione che non necessitava di nessuna forza di polizia perché il suo popolo osservava volontariamente le leggi del karma'. Di fatto, aveva un esercito professionale, sebbene piccolo, che serviva principalmente come una gendarmeria per i proprietari terrieri per mantenere l'ordine, proteggere la loro proprietà e catturare i servi fuggiaschi". (www.michaelparenti.org)

E' la distruzione del vecchio modo di produzione e delle relazioni di proprietà che irrita il movimento separatista che attornia il Dalai Lama. Agli USA non importa nulla del Buddhismo, dei monaci tibetani o della cultura tibetana, così non parlano mai di come la cultura sia stata preservata o che il Tibet fa parte della Cina da secoli.

Jin Zhigou, redattore capo della rivista Tibet Cinese, dice che il Dalai Lama e quelli che lo circondano utilizzano il fatto che il popolo sia sempre più interessato alla cultura tibetana per influenzare le opinioni lamentando il "genocidio culturale". Ma che cultura vi sarebbe a suscitare l'interesse di chiunque se veniva distrutta ed il processo di "genocidio culturale" si avvicinasse alla sua quinta decade?

Jin dice: "Con il continuo progresso sociale e l'avanzamento delle forze produttive, è una cosa naturale per alcuni fenomeni culturali che siano legati a mezzi di produzione relativamente arretrati svanire dalla storia. ...Ma le attività culturali strettamente collegate al trasporto del sale, come canto e ballo, rituali e tabù, sono state preservate".

"Non abbiamo bisogno di mantenere la schiavitù dei neri negli Stati Uniti soltanto per godere del blues", ha detto. "La scomparsa del trasporto del sale con gli yak non condurrà allo scomparire degli elementi culturali che ha prodotto". Indica i milioni di yuan, la valuta cinese, che sono stati spesi e vengono spesi per mantenere entrambe le parti intangibili strutturali della cultura tibetana.

Questo tentativo di conservazione culturale è assai diverso da ciò che avviene negli USA. La tragedia dell'uragano Katrina e le sue conseguenze forniscono una netta illuminazione.

"Le origini sono ben radicate a New Orleans" è un detto popolare dei neri di New Orleans. New Orleans è terreno sacro, ma questo non ha fermato i funzionari locali, statali e federali dal negare il diritto al ritorno per gli evacuati, distruggendo l'edilizia pubblica ed interi quartieri, negando il diritto ai posti di lavoro e ripensando e tentando di ricostruire l'intera città per i bianchi ricchi. Non è questo genocidio culturale?

Al sistema capitalista non importa nulla della cultura. Il capitalismo vede la cultura come un prodotto od un inganno, qualcosa da utilizzare per il profitto o per indebolire un popolo. Non è questo che è accaduto alla cultura dei neri?

Prendete la cultura hip-hop, il solo aspetto musicale e guardate alla sua storia ed alla sua condizione attuale. Dove la musica hip-hop si trova ora da dove era è la differenza tra autodeterminazione ed un popolo che determina la propria cultura ed un sistema che viene perpetuato dallo sfruttamento.

Chiunque con una limitata conoscenza della storia degli USA può notare la loro ipocrisia quando arrivano a sostenere la pretesa del Dalai Lama di "genocidio culturale" e può comprendere che il vero motivo è insidiare la Repubblica Popolare cinese.


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