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Come già Zenone fece notare circa 2000 anni, le assurdità, che eufemisticamente chiamiamo paradossi, sono proprie solo del continuo e non del discreto.
E' un'inutile e stupida ostinazione continuare a non ascoltare ciò che la natura stessa ci dice (vedi l'esistenza di una velocità limite), e cioè che essa è solo ed esclusivamente discreta.
La Realtà dunque ci parla, e lo fa peraltro sempre più chiaramente, proprio grazie alle tecnologie digitali.
E dove l'unica differenza sostanziale, fra la natura e la tecnologia digitale, è che la prima non ha bisogno del clock.
Gli Antichi, ma anche i fisici che hanno vissuto circa 100 fa, ignoravano la cultura digitale.
Per cui se oggi si ride nel merito delle bestialità della dilatazione del tempo, ammetto io stesso che è da ingrati.
Ma insistere con il proporre oggi simili scemenze e obbligare a studiarle, è da dementi.
La Realtà è dunque molto più semplice di quella che ci appare, con gli Antichi che si inventarono il continuo, probabilmente proprio perchè per loro il moto poteva essere solo fluente e continuo, ma oggi sappiamo per certo che non è così (vedi: cinema, tv, tecnologie digitali, e così via).
Per cui è giunto il momento di togliere al continuo lo status di essere una delle proprietà della Realtà Fisica, anche se può, senza problemi, continuare a rimane nell'ambito della matematica, ridimensionato però al rango di semplice modello della Realtà Fisica.
In questa pagina web, così, mi sono riproposto di far vedere come la tecnologia digitale, con i suoi motori passo-passo odierni e largamente impiegati, è la prova schiacciante che la dilatazione del tempo è una idiozia, e penso di esserci riuscito.
Vediamo.
Un singolo impulso di clock scandisce la più elementare azione di un microprocessore, per esempio mutare il valore di un singolo bit, interno al microprocessore stesso, da 0 a 1.
Un numero maggiore di azioni scandisce una singola implementazione di un microprocessore, per esempio il trasferimento di un singolo bit da un registro di memoria, interno al microprocessore stesso, ad un altro registro.
Un numero maggiore di implementazioni scandisce una singola procedura o processo di un microprocessore, per esempio eseguire la somma di 3 più 2, o per esempio far fare un singolo scatto ad un motore passo-passo che attiva la propulsione di un motoveicolo.
Di conseguenza, se fosse vero quello che affermano
i teorici della dilatazione del tempo, un motore passo-passo
che fa andare il motoveicolo X, sul quale è montato,
più veloce del motoveicolo Y
(sul quale è montato un identico ma distinto motore
passo-passo),
in realtà fa esattamente andare X
più piano di Y.
E ciò perchè la presunta dilatazione del tempo finendo per aggredire anche il clock che governa il motore passo-passo del motoveicolo X, fa diminuire il numero di scatti di quest'ultimo, diminuendo la progressione del moto di X stesso.
Con la dilatazione del tempo, dunque, il moto finisce per opporsi alla sua stessa evoluzione.
Ci sarebbe solo un modo per rendere innocuo ciò che la tecnologia digitale ci dice chiaramente nel merito dell'assurdità della dilatazione del tempo.
E cioè affermare che sulla tecnologia digitale la dilatazione del tempo non ha influenza.
Ma ciò renderebbe tutto ancora più assurdo e ridicolo, perchè vorrebbe dire che il tempo non solo esiste, non solo si dilata, ma è anche in grado di discernere:
- quando dilatarsi, e per esempio nei processi biochimici e con le unità biologiche (i famosi gemelli di Einstein), e nei processi meccanici
- e quando non dilatarsi, ed appunto nei processi digitali.
La teorizzata dilatazione del tempo, dunque, aggredendone il clock, interferisce in modo chiaramente assurdo con le tecnologie digitali, e quindi, per esempio:
- con astronavi a totale comando (propulsione inclusa) digitale
ma anche, con buona pace del principio d'inerzia:
- sommergibili a totale comando (propulsione inclusa) digitale
- motoveicoli terrestri a totale comando (propulsione inclusa) digitale
- aereomobili terrestri a totale comando (propulsione inclusa) digitale
- e chi ne ha più ne metta.
Ma vediamo di evidenziare ancora meglio le assurdità della dilatazione del tempo, e proprio a partire dal famoso effetto gemelli di Einstein, ritenuto reale ed effettivo.
I teorici della dilatazione del tempo, cioè, sostengono, e proprio in virtù di tale dilatazione, che il gemello X che ha viaggiato con un'automobile a totale comando (propulsione inclusa) digitale per la città di Napoli a velocità prossime a quelle della luce, al suo ritorno a casa troverà il suo fratello gemello Y, rimasto lì ad aspettarlo, più avanti negli anni.
Ma ciò conduce appunto all'assurdo che il moto finisce per opporsi all'evoluzione di se stesso.
Nel senso che il gemello X, la strada di casa, è difficile che possa ripercorrerla, visto che la dilatazione del tempo finisce con l'aggredire anche il motore passo-passo della sua automobile.
E la cosa diventa difficile, per non dire impossibile, perchè dilatandosi il tempo, il motore passo-passo dell'automobile, facendo un minor numero di scatti, comincia "a perdere colpi", e nei fatti rallentando l'automobile stessa.
E dunque: più si va veloci e più si va piano.
Si osservi che, se vogliamo inventarci qualcosa, in modo che il gemello X in viaggio "perda gli anni" mentre il motore passo-passo della sua automobile "non perda colpi", solo un'invenzione potrebbe giusticarla, e cioè l'assurdo che il tempo sia in grado di discernere un organismo biologico da uno che non lo è, per cui si dilata con il primo ma non con il secondo.
Qualcuno ha provato ad opporsi alle suddette argomentazioni affermando che, quando la nostra Tecnologia sarà in grado di costruire i velocissimi motoveicoli a totale comando digitale di cui sopra, gli ingegneri del futuro terranno conto del rallentamento degli orologi viaggianti, con ciò adottando le necessarie contromisure che impediscano al moto di frenare se stesso.
In realtà, se fosse vero l'assurdo che più si va veloci e più si va piano, finisce con l'essere anche vero l'assurdo che più si va piano e più si va veloci.
Per cui, i molto improbabili ingegneri del futuro, non dovrebbero adottare nessuna contromisura per impedire al moto di frenare se stesso.
Perchè se il problema è contrastare:
- l'andare piano perchè si va veloci
la soluzione è semplicemente:
- andare piano, di modo che si possa andare veloci.
Conclusione: con la dilatazione del tempo per velocità il moto finisce per autoannichilirsi, e difatti sparendo.
Vediamo perchè, se fosse vero l'assurdo che più si va veloci e più si va piano, finisce con l'essere anche vero l'assurdo che più si va piano e più si va veloci, e ciò facendo ancora riferimento all'effetto gemelli.
Se fosse vero ciò che sostengono i teorici della dilatazione del tempo,
se mentre il gemello X e la sua automobile A sono, a causa della loro stessa velocità, sotto l'influenza della dilatazione del tempo,
il gemello X stesso costruisce un'automobilina B più piccola e che si sposta all'interno dell'automobile A,
ebbene, quando il gemello X andrà più piano e fino a fermarsi per ricongiungersi con il suo fratello gemello Y,
il gemello X stesso scoprirà che la sua automobilina B in realtà non si sposta più lentamente, ma più velocemente.
E dunque: più si va piano e più si va veloci.
In aggiunta a quello che ho già scritto faccio anche notare che:
- come con la dilatazione del tempo per velocità si autoproduce l'assurdo che il moto finisce per autoannichilirsi
- così con la dilatazione del tempo per gravità si autoproduce l'assurdo che la gravità finisce per autoannichilirsi.
Vediamo perchè, facendo vedere quanto sia apparentemente semplice, realizzare una macchina antigravità, a partire da ciò che sostengono gli stessi teorici della dilatazione del tempo per gravità.
Se fosse vero quello che affermano i teorici della dilatazione del tempo per gravità, un motore passo-passo, in grado di far alzare in volo anche solo di poco un aereomobile X, dovrebbe anche essere in grado di mandare X stesso nello spazio come un palloncino.
E ciò dato che la minor gravità che l'aereomobile X in volo si troverebbe a fronteggiare, agendo sul clock, comporterebbe:
- un incremento del numero degli scatti del motore passo-passo
- e quindi un incremento della propulsione di X.
La quota di X, dunque, tenderebbe via via ad aumentare, innescata dal fenomeno senza fine:
- diminuzione della gravità
- incremento del ritmo del clock
- aumento del numero di scatti del motore passo-passo
- nuova maggiore quota di X
- ulteriore diminuzione della gravità
- ulteriore incremento del ritmo del clock
- ulteriore aumento del numero di scatti del motore passo-passo
- ulteriore nuova maggiore quota di X
- inedita ulteriore diminuzione della gravità
- e così via.
E ciò fino a che X non raggiunge appunto la spazio come un palloncino.
Conclusione: con la dilatazione del tempo per gravità, la macchina antigravità sembrerebbe, dunque, in via teorica, del tutto concepibile, basta infatti disporre di un opportuno aereomobile a totale controllo digitale.
Peccato che la conseguenza è che ciò comporti che la gravità sia in grado di discernere quando l'aereomobile X è a tecnologia digitale, in modo da consentire a X di sfuggirgli, e quando non lo sia.
Discernimento che essendo assurdo e ridicolo, finisce, di conseguenza, per rendere assurda e ridicola la dilatazione del tempo per gravità.
La dilatazione del tempo, alla luce della tecnologia digitale, fa dunque ridere.
E farà ridere sempre di più, man mano che le tecnologie digitali si diffonderanno ancora meglio.
Non sbaglia chi scrive e ha scritto della tecnologia digitale come di una vera e propria Rivoluzione.
Una Rivoluzione, si intende, di tipo culturale, che scuoterà dalle fondamenta finanche la regina della scienze, e cioè la Matematica.
Le tecnologie digitali (inclusi gli attuali robot industriali e gli imminenti robot antropomorfi) già oggi, infatti, ci parlano, e ci dicono che il continuo è del tutto superfluo ai fini della rappresentazione numerica della Realtà.
Per cui, prima o poi, occorrerà darsi da fare per rifondare, peraltro dal solo punto di vista formale e non sostanziale, la Matematica su basi solo ed esclusivamente discrete.
Ma come tutte le rivoluzioni, anche la Rivoluzione Digitale non sarà solo foriera di novità, ma sarà anche accompagnata da un colossale rimescolamento di carte, con la Scienza che probabilmente entrerà in una crisi profonda, e forse proprio a causa della dilatazione del tempo per velocità e gravità.
Ci si interrogherà infatti per decenni, su come sia stato possibile che per 100 anni si sia dato credito alla teoria della dilatazione del tempo, con relativo spreco di risorse umane e finanziarie.
Prima però si darà inizio alla revisione, meglio sarà per la Scienza stessa.
Perchè se i fisici del ventesimo secolo, non conoscendo le moderne tecnologie digitali, sono giustificabili quando facevano un arbitrario impiego delle invenzioni del continuo e del tempo per dar corpo alle loro teorie, oggi, con la Rivoluzione Digitale che è nata da circa 50 anni, persistere in tale errore è da incoscienti.
Giovanni
sabato 30° giorno di novembre 2002