AFRICANA

Testimonianza raccolta in una conversazione tenutasi nel gennaio 1988 presso la società capitani e macchinisti navali di Camogli.

Luogo: piroscafo "Africana" in rada a Pernambuco (Recife Brasile);

Data:30 luglio 1941;

Protagonisti: Comandante Mario Bertolotto di Camogli;

Il 30 luglio 1941 il piroscafo "Africana", di TSL 5869, armatore Gavarone Giovanni di Genova, al comando del capitano Mario Bertolotto lasciava l'ormeggio nel porto di Pernambuco ultima delle navi italiane a partire, dal Brasile e, come stabilito dalle istituzioni di Supermarina, si ancorava in rada in attesa dell'oscurità per intraprendere la navigazione. La nave portava un carico di merci preziosissime per l'industria bellica nei paesi dell'Asse. Poco prima della partenza dalla rada un piroscafo inglese venne ad ancorarsi vicino all' "Africana" rendendo perciò difficile tenere nascosta la partenza alla notte. Per fortuna la sera una nave brasiliana che proveniva da Recife venne a passare molto vicino all' "Africana"; la nave brasiliana era molto illuminata e dirigeva a lento moto verso sud lungo la costa; senza perdere tempo l' "Africana" salpò e si mise sulla sua scia; le luci della nave e quelle della città confusero la sagoma dell' "Africana" alla vista della nave inglese. Procedette in tal modo lentamente e cautamente per circa 30 miglia e quando anche la nave brasiliana si fu successivamente allontanata, accostò per levante per portarsi poi sulla rotta consigliata per forzare il blocco. In oceano l'equipaggio trasformò l'aspetto della nave facendole assumere quello della nave inglese "Benavon", cambiando anche il colore con il caratteristico grigio scuro di quelle navi. La navigazione procedette tranquilla ma i giorni 4,9 e 15 agosto vennero avvistate in lontananza navi non identificate che vennero tutte evitate accostando in fuori alla massima velocità possibile; il 18 un aereo solitario attraversò la rotta dell' "Africana" e si allontanò verso le Azzorre. Il 22 ed il 23 vennero avvistate delle mine vaganti e la navigazione in quel tratto di mare procedette lenta e con cautela. All'alba del 26 agosto l' "Africana" incontro sulla sua rotta una nave che aveva l'apparenza di essere inglese; per non destare sospetti l' "Africana" mantenne la rotta e l'andatura, sperando nel contempo, che l'altra nave non si allontanasse. La navigazione procedette così per un certo tempo mentre le navi si sorvegliavano a vicenda, fino a quando l' "Africana" accostò in fuori allontanandosì, imitata nella manovra dall'altra nave, perdendosi di vista. In realtà la nave incontrata dall' "Africana" non era inglese ma era la motonave italiana Himalaia, del Lloyd Triestino proveniente da Massaua dopo aver forzato il blocco inglese a Bab el Mandeb e circumnavigato l'Africa, che era partita il 30 luglio da Rio de Janeiro e che ora come l' "Africana" cercava di forzare il blocco diretta in Francia, perfettamente camuffata da nave inglese; ma questo l'equipaggio delle navi lo scoprirono solamente il giorno 30 agosto quando l' "Africana" attraccava alla banchina di Bordeaux e vedeva davanti a lei il supposto inglese arrivato poco prima. Gli equipaggi delle navi in ottemperanza allo stretto ordine di segretezza che copriva quelle operazioni ricevettero come premio un laconico telegramma di congratulazioni da Supermarina con la qualifica di " segretissimo". Al comandante Bertolotto venne conferita la croce di guerra al valor militare . L' "Africana" continuò poi a navigare per i porti del Nord Europa fino al 23 marzo del 1945 quando venne affondato dai tedeschi nel porto di Danzica. Fu recuperato dai Russi e considerato preda bellica.

Testimonianze di guerra