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Relazione

Relazione del presidente per l’assemblea annuale

19 MAGGIO 2008

Cari Associati,

innanzitutto Vi porto i saluti del Comitato e degli abitanti di Nyagwethe che hanno espresso piĂą volte preoccupazione in merito al loro futuro nel caso io non dovessi piĂą ritornare. In realtĂ  si sono sentiti sfiduciati al pensiero che tutto possa finire improvvisamente.

Come sicuramente saprete, una sommossa di origine politica ha sconvolto il Kenya dalla fine di dicembre 2007 ad aprile 2008, causando piĂą di 1500 morti, soprattutto nella zona ovest della Nazione.

Queste violenze mi hanno costretto a rimandare di un mese circa la mia partenza e questa è stata una grande prova per Nyagwethe: la popolazione si è trovata in ginocchio poiché tale evento non poteva essere previsto e non è stato possibile rimpiazzare le scorte esaurite di materiali per proseguire i lavori edili, le scorte per i magazzini del centro vendita, le provviste per la sussistenza dell’asilo. A peggiorare le cose anche la situazione delle strade: sia gli sterrati che le piccole piste erano bloccate da enormi massi. La mia Land Rover ha colpito un masso con l’albero di trasmissione, questo si è piegato costringendomi a proseguire lentamente per più di 100 chilometri, fino ad un’officina di Kisii.

Per il futuro prevedo che organizzandosi tra loro senza conflitti qualcosaq possono fare.

Con il ricavato delle vendite dell’Whole Sale Market si può parzialmente reintegrare la scorta del magazzino, stipendiare i commessi, mantenere in parte i bambini dell’asilo, pagare un numero ridotto di operai; però non si può comprare il materiale edile, che là è costosissimo.

Con il ricavato dell’ospedaletto si può stipendiare il personale ed acquistare una minima parte dei farmaci necessari, ma non il materiale ospedaliero.

In sostanza l’autosufficienza è limitata, però devo osservare che la gente di Nyagwethe ha capito l’importanza del lavoro e del progresso.

Per quanto riguarda la scuola di avviamento al lavoro il caso è più complicato, infatti la quota simbolica che ogni studente versa non è assolutamente sufficiente a coprire gli stipendi degli insegnanti, senza dimenticare i costi per le attrezzature e i materiali: legname, ferro, macchine da cucire, stoffe, ecc.

La conclusione a cui sono giunto è che servono sempre dei fondi. Pertanto l’Associazione deve avere il compito di garantire questa continuità: infatti gli abitanti di Nyagwethe devono convincersi di poter essere autosufficienti e di poter contare sull’Associazione anche in caso di mia assenza.

Si sta pensando di aprire un conto corrente alla National Bank di Kisii a nome di due persone fidate del Comitato: in questo modo sarebbe possibile mandare dei soldi se dovessero nuovamente verificarsi delle emergenze, come è appena successo.

Invito i soci a far sapere al maggior numero di persone dell’esistenza dell’adozione dell’asilo, e comunque a “pubblicizzare” le iniziative dell’Associazione.

Come succede ormai in qualunque parte del mondo, il costo della vita in Kenya è aumentato moltissimo, e ritengo sia giusto e umano dare lavoro alla gente. Ci tengo a far sapere che per tutte le costruzioni attualmente in corso tutti i materiali sono stati acquistati grazie alle donazioni ricevute in Italia. Vorrei inoltre ricordare che nessun ente o movimento, né governativo né ecclesiastico mi elargisce contributi, questo vale sia in Italia che in Kenya, fondamentalmente si limitano ad elogiare il mio operato senza dare alcun aiuto.

Per quanto riguarda i lavori del Liceo, sono a buon punto. Siamo arrivati all’intonaco crespato e colorato dell’esterno, ed è pronta anche la reception; sono state gettate le fondamenta del Laboratorio di chimica e fisica, che sorgerà distante alcune decine di metri dall’edificio del Liceo per motivi di sicurezza.

Nella mensa per i 600 alunni della scuola primaria si sono tinteggiati i tetti, piastrellati i servizi igienici; per le cucine mi sto organizzando per acquistare speciali stufe a legna a basso consumo di legna.

Questo è il rendiconto della situazione attuale a Nyagwethe; molto lavoro è stato fatto e molto altro ancora c’è da fare.

Ora vi saluto caramente ringraziando della vostra collaborazione , della grande fiducia che avete in me e di questa encomiabile causa di solidarietĂ  che tutti assieme portiamo avanti .                               

                                                                         Cordialmente

                                                                          Franco Pini

       

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