L'Asso VI costruito dal progettista Vidor Giuseppe


 

E’ proprio vero che spesso la realtà supera la fantasia. Infatti, quando da bambino sognavo di pilotare un aeroplano, non  immaginavo che un giorno ne avrei costruito uno, anche se ultraleggero.

Fin da quando frequentavo il corso per il conseguimento dell’attestato di volo presso la scuola Icaro di Pantano di Pignola (Pz), oltre che il volo in sé mi interessava la tecnica costruttiva degli aeroplani. Stimolato anche dalle riviste del settore, che riportavano notizie di costruttori amatoriali e delle loro bellissime macchine, decisi di intraprendere la costruzione di un ultraleggero.

Iniziava così la ricerca del mezzo che, per ragioni d’economia e semplicità costruttiva, così ragionavo io, doveva essere rigorosamente in legno e tela.

Acquistai  i piani costruttivi del Colombo di Bagalini, ma incontrai subito difficoltà per il reperimento dei materiali occorrenti. Nel frattempo mi appassionai ad un ultraleggero visto sulla rivista americana KITPLANES, il Puddle Jumper LMA della Light Miniature Aircraft, copia del mitico Piper Cub ed anch’esso in legno e tela. Già me lo immaginavo completato e verniciato di qualsiasi colore,….. purché giallo.

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Il Colombo

Il Puddle Jumper

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Inviai in busta chiusa 200$ al progettista. Quest’ultimo nel farmi avere sollecitamente i piani di costruzione, argomentò che non immaginava che ai giorni nostri 200$ chiusi in una semplice busta, inviata con la normalissima posta, potessero giungere a destinazione, e che in ogni modo non avrebbe fatto cenno della cosa con alcuno. Ebbi difficoltà a reperire i materiali occorrenti anche per la costruzione del Puddle Jumper, in particolare per il legname di Spruce, dato che i fornitori di legname ai quali mi rivolsi non ne avevano mai sentito parlare.

Le ricerche non ebbero però seguito in quanto scoprii l’Asso VI Junior di Giuseppe Vidor; oltre ad apparirmi bellissimo e con ottime prestazioni, è costruito niente di meno che con del semplice legname d’Abete che si reperisce ovunque.

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L'Asso VI Junior a terra ed in volo

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Decisi subito, e per l’ennesima volta, che l’Asso VI era l’ultraleggero che avrei costruito e contattai immediatamente il disponibilissimo Sig. Vidor.

Avuti i piani di costruzione, ridisegnai in AutoCad tutti i vari componenti (centine, fiancate fusoliera, fondo fusoliera, ordinate, longheroni) in modo da utilizzare i disegni in scala 1:1 così ottenuti per la realizzazione delle maschere d’incollaggio.

Con l’aiuto poi degli amici Vito e Peppino, falegnami a tempo perso dotati d’idonea attrezzatura, passai al taglio delle tavole d’abete per ricavarne i necessari listelli. Incastrati nelle maschere, assemblati con compensato di Betulla e colla bicomponente Rakol, questi listelli hanno cominciato a dar vita al mio Asso VI, che è in costruzione in un garage di soli 32 mq.

Le varie parti così completate sono state assemblate fra loro con i soliti compensato e colla, per la realizzazione dei piani di coda, della fusoliera e delle ali.

Non mi è stato possibile reperire tavole d’Abete tanto perfette da poterne ricavare le solette per i longheroni alari, pertanto ho dovuto ricorrere al Douglas, noto per la mancanza di nodi (i piani di costruzione che mi sono pervenuti dal Canada prevedono, per l’asso VI Junior, anche il possibile utilizzo del Douglas, notoriamente più pesante dell’Abete, ma anche più resistente).

Le parti metalliche sono state realizzate con l’aiuto dell’amico Tonino, esperto di saldature al T.I.G. (costruisce telai per macchine da corsa) mentre le lavorazioni al tornio sono state realizzate con l’aiuto dell'amico Gino (lui mi ripara l'auto).

Merita attenzione particolare la struttura dell’ala, la cui realizzazione non è propriamente semplice poiché è rastremata e svirgolata di alcuni gradi nella parte terminale. L’ala dell’Asso VI Junior è semplificata per quanto riguarda la costruzione, se comparata a quella dell’Asso IV o V; in quanto priva di flap e con gli alettoni a libro: nonostante ciò mi appare bellissima, tanto che spesso mi sorprendo ad ammirarla.

Riguardo alle attrezzature necessarie per la costruzione ritengo che siano pochissime quelle veramente indispensabili; piuttosto che acquistare un attrezzo è economicamente conveniente far eseguire determinate lavorazioni da officine specializzate. Ad esempio: non conviene acquistare un tornio per realizzare qualche particolare o una saldatrice T.I.G. per qualche saldatura, sempre che si sia in grado di utilizzare questi attrezzi.  Io ho usato una troncatrice a carrello in grado di lavorare anche a rifilare, particolarmente utile per realizzare i tagli inclinati sui listelli, per giuntarli con il noto rapporto 1:12. Ho usato inoltre un piccolo trapano a colonna, una piccola pialla elettrica, raspe di varie misure, una puntatrice manuale e, cose veramente indispensabili, un cutter per tagliare i compensati e qualche chilometro di carta vetrata. Attenzione al cutter: taglia in modo impressionate, a causa di una distrazione mi hanno rifilato 3 (dico tre) punti al pollice della mano sinistra.

Sarebbe forse utile una macchina elettrica per fare gli sgusci sui compensati, per poterli poi giuntare con il predetto rapporto 1:12 anche se io non ho neanche provato ad acquistarla, dato che  Vidor mi disse che per qualche sguscio proprio non ne valeva la pena. Però la realizzazione “a mano”, con la carta vetrata su tampone, mi è risultata noiosa ed ostica.      

Spesso le persone che casualmente vedono il mio ultraleggero in costruzione si meravigliano riguardo al materiale utilizzato e cioè il legno, ritenendolo a torto fragile. Io mostro loro questa tabella che è riportata sul testo “Costruzioni Aeronautiche” di A.R. Bibbio e dalla quale s'evidenza il miglior rapporto peso resistenza del legno rispetto al altri materiali cosiddetti aeronautici, tra i quali l’Avional che è preso a riferimento (rapporto resistenza/peso pari a 1).

Materiale

Massa volumica Kg/dm3

Resistenza a trazione N/mm2

Rapporto resistenza/peso

Alluminio (Avional)

2,70 (1)

440 (1)

163 (1)

Acciaio

7,75 (2,87)

1100 (2,50)

142 (0,87)

Composito (Carbon/epoxy)

1,40 (0,52)

920 (2,09)

657 (4,03)

Abete bianco

0,45 (0,17)

355 (0,81)

789 (4,84)

Poi dico loro che il legno, insieme alla tela ed ai tiranti di acciaio, è stato il primo materiale impiegato nelle costruzioni aeronautiche. Che è stato con il tempo sostituito dai materiali metallici poiché mal si adatta alle tecniche delle costruzioni industriali fatte di grandi numeri, con l'utilizzo di macchinari sempre più veloci e precisi. Poi, mostrando una centina di legno il cui tempo di realizzazione è di un giorno, compreso quello necessario perché la colla si asciughi, gli dico che una corrispondente centina in alluminio si realizza in un attimo, con un solo colpo di pressa. Che del resto oggi i materiali metallici tendono ad essere sostituiti dai compositi che altro non sono che un surrogato del legno, definito anche il composito di Dio. Concludo dicendo che semmai, poiché il legno è un materiale vivo e disomogeneo, il vero problema può essere la sua scelta e che comunque un buon legno, a parità di peso, è più resistente di un buon acciaio, tant'è che consente di realizzare costruzioni mediamente più leggere e poi non soffre dei problemi legati all'affaticamento.

Salvo che per alcuni particolari, ed in alcuni casi con l’insostituibile aiuto di qualche amico, ho realizzato tutto da me. Nella nostra società non siamo più abituati a costruirci da noi le cose, entriamo nei supermercati e compriamo quello che ci serve e questo vale anche per i cibi. I bambini oggi non conoscono neppure le galline, credono che nascano già così, avvolte nella plastica trasparente o, quando già cotte, nei fogli d’alluminio. E’ invece stupefacente vedere, nel corso della costruzione, come delle insignificanti tavole di abete, degli altrettanto insignificanti fogli di compensato, tubi di ferro e di alluminio cambiano forma, si modellano ed assemblati fra loro si trasformano in un attrezzo che è in grado di portarci in volo e che è anche bello da vedere.  A questo punto avrete capito che la costruzione mi appassiona e che mi piace lavorare con le mani e che fino a quando il mio Asso non sarà finito il volo passa in secondo piano.

Il motore, che dopo estenuanti ricerche sono riuscito a reperire, ad un prezzo ragionevole, è un quattro tempi VW Great Plains di 2.1800 cc. - 75 cv. a 3.600 giri.

C’è inoltre da dire, tornando un attimo al locale che utilizzo per la costruzione, che i suoi 32 mq mi stanno proprio stretti con la fusoliera, i piani di coda e le semiali ultimate. Pazienza, bisogna arrangiarsi.

Nel corso della costruzione non ho avuto particolari problemi e comunque il progettista, Vidor Giuseppe, contattato telefonicamente, non ha mai lesinato suggerimenti e consigli.

Le ore di lavoro impiegate nella costruzione fin qui realizzata non si contano, ma vi posso assicurare che sono trascorse tutte piacevolmente.  

clicca sulle immagini per ingrandirle

CAD fusoliera

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CAD fianco fusoliera

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CAD longherone

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CAD centina

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scalo centina

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alcune centine

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longherone aperto

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cloche

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comando aerofreno

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aerofreno

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gamba carrello

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fusoliera e semiala

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l'interno cabina si evolve

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una semiala prima

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e dopo la chiusura

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con il compensato

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il differenziale di un alettone

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un tip in costruzione

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e finito

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l'equilibratore

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lo stabilizzatore

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castello motore

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VW Great Plains

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vista d'insieme

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