l'Unità

Sant'Anna di Stazzema presto interrogati ex SS

di S. Ren.

FIRENZE Sembra arrivata a un punto di svolta la proposta di legge sulla commissione parlamentare d'inchiesta per le stragi nazifasciste commesse in Italia del '43-'45. Ancora non è ufficiale, ma il presidente della Camera Pierferdinando Casini sembra intenzionato ad assegnare la proposta alla commissione giustizia in sede deliberante, cosa che accelererebbe di molto l'esito desiderato. Certo che, perché le cose andassero a buon fine sarebbe necessaria un'approvazione unanime. Ma viste le dichiarazioni dei vari partiti non dovrebbero esserci motivi perché debba avvenire il contrario. Intanto, anche sul fronte internazionale le cose si stanno muovendo. La procura di Stoccarda sta indagando sull'eccidio di Sant'Anna di Stazzema con la piena collaborazione della procura militare di La Spezia. L'inchiesta si sta restringendo a pochi nomi di ufficiali e soldati che nell'agosto del 1944 appartenevano alla 16ma divisione delle SS. Ma si calcola che almeno 160 persone siano ancora in vita e dunque ancora in grado di fornite spiegazioni e dettagli utili a spiegare il perché della morte di 560 civili "Ci interesse il perché più che le responsabilità soggettive", dice il sindaco di Sant'Anna di Stazzema Gian Piero Lorenzoni. Alcune verità tuttavia sembrano appurate, come quella che coinvolge alcune persone italiane. I sopravvissuti lo hanno detto - continua Lorenzoni - tra le voci che udirono c'erano anche quelle di alcuni italiani dall'accento locale e con il volto coperto.

l'Unità - 27 marzo 2003


Stazzema, una strage e i suoi colpevoli

L'indagine presso la Procura militare di La Spezia è aperta dal '94. Sarebbero stati identificati anche i repubblichini che guidarono i tedeschi in paese - Rinviati a giudizio sette ufficiali delle SS per il massacro del 12 agosto '44 che costò la vita a 560 civili

di Giorgio Sgherri

I nomi: Gerard Sommer, Georg Rauch, Alfred Schoeneberg, Werner Bruss, Heubruich, Sonnatay, Horst Eggert - Fondamentale per il recupero delle testimonianze la collaborazione con le autorità giudiziarie di Stoccarda

FIRENZE Non è mai troppo tardi. E adesso è ufficiale. Sette sottufficiali delle SS (adesso ultra ottantenni) sono stati rinviati a giudizio per la strage nazista di Sant'Anna di Stazzema, dove il 12 agosto 1944 i carnefici di Hitler trucidarono 560 civili, fra cui bambini, donne e anziani. Ora, a quasi sessant'anni da quell'eccidio sono stati rinviati a giudizio i sottotenenti Gerard Sommer e George Rauch e poi i sottufficiali Werner Bruss, Alfred Schoeneberg, Heubruich Sonntay, Horst Eggert. Non è invece stato reso noto il nome del settimo indagato. A Sant'Anna di Stazzema, frazione in provincia di Lucca, il 12 agosto 1944 il 2° battaglione SS del capitano Anton Galler, guidato da staffette fasciste, rastrellò paesani e sfollati falciandoli con la mitragliatrice. Decine di persone furono rinchiuse in una stalla e massacrate con le bombe a mano, altre bruciate coi lanciafiamme. Alla fine della mattinata i morti erano 560. Tra quelle vittime c'erano 142 bambini con meno di 10 anni. La più piccola Anna Bardini era nata da soli tre giorni. Decine di cadaveri furono ammassati e bruciati con il lanciafiamme. La strage di Sant'Anna di Stazzema fa parte di tutti quegli episodi descritti nei documenti contenuti nel cosiddetto "Armadio della vergogna" (venuto alla luce durante le indagini su Priebke e occultato fino al 1996) dopo che, nell'immediato dopoguerra, il procuratore militare dell'epoca aveva raccolto indizi e dati con l'aiuto degli alleati in un registro che superava i duemila casi. Il cammino verso il rinvio a giudizio dei responsabili del massacro è stato lungo e difficile. La procura militare di La Spezia, che sulle stragi tedesche naziste conduce un'inchiesta aperta nel 1994, ha ottenuto la collaborazione di quella di Stoccarda. I magistrati tedeschi hanno risposto alle rogatorie arrivate dall'Italia e hanno rintracciato numerosi testimoni. Secondo alcune indiscrezioni l'inchiesta avrebbe identificato gli italiani reinquadrati nell'esercito repubblichino, che fecero da guida alle SS facendole piombare sul paese attraverso quattro direzioni diverse in modo da non concedere a nessuno la possibilità di fuggire. Si dovrebbe così conoscere dopo 60 anni perché è stato compiuto quell'eccidio considerato che la zona non era strategica per le operazioni militari e non vi erano svolti combattimenti. "Contrariamente a quello che si pensa - sostiene Ivan Tognarini, docente di storia moderna all'università di Siena - le stragi di civili non sono casuali, ma seguono una logica precisa. Si trovano tutte, cioè, sulle vie di ritirata della Wehrmacht: la via Aurelia e la Cassia e poi la linea Gotica. La mente di questa strategia è Kesselring che chiamava "la ritirata aggressiva" ordinando ai suoi uomini di procedere in maniera spietata garantendo l'impunità a chi eccede e minacciando quei militari troppo morbidi". Dunque non si trattò di rappresaglie ma di una vera strategia. I tedeschi combattevano la Resistenza con i massacri. Ora alla fine di ottobre, si aprirà il procedimento contro il tenente Schiffmann, che si rese responsabile della strage di San Cesario sul Panaro, dove vennero uccise 12 persone, fra le quali la madre di due bambine in tenera età, in attesa dì un terzo figlio. Quindi, toccherà proprio a Sant'Anna di Stazzema. "II messaggio è: i crimini contro l'umanità non vanno mai in prescrizione". Questo il commento di Enrico Cecchetti, vicepresidente lucchese del consiglio regionale, cui aggiunge una speranza. "Ci auguriamo - dice che questo rinvio a giudizio porti al processo, che si aprirebbe nei primi mesi del 2004 e che aggiungerebbe qualche tassello alla conoscenza della vicenda. Non solo, segnerebbe un passo importante verso la verità e la giustizia". E nel giorno che segna un nuovo passo verso la scoperta della verità, in Palazzo Panciatichi a Firenze è stata inaugurata la mostra fotografica di Oliviero Toscani proprio sull'eccidio nazista di Sant'Anna di Stazzema. Un vero e proprio viaggio nella memoria di quel tragico giorno attraverso i volti e le parole dei superstiti (raccolte anche nel libro "Sant'Anna di Stazzema: 12 agosto 1944. I bambini ricordano"), esposte nei locali del consiglio regionale che, ieri, è rimasto aperto tutto il giorno per essere visitato da tutti i cittadini. "Non sapevo come poter testimoniare con le foto una vicenda di 60 anni fa - ha raccontato Toscani - finché non ho parlato con un testimone, che all'epoca era bambino. Durante il suo racconto, gli ho visto negli occhi le immagini della tragedia. Così ho capito che avrei dovuto fotografare le facce di quei pochi bambini che scamparono alla morte".

l'Unità - 12 ottobre 2003

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