Triangolo rosso

Il Memoriale di Auschwitz

In atto un tentativo di espropriare la proprietà dell’Aned

Si tratta di un’opera monumentale, dedicata a tutte le vittime del nazismo costruita col contributo di grandi artisti: l’architetto Lodovico Barbiano di Belgiojoso, il pittore Pupino (Mario) Samonà, lo scrittore e testimone della deportazione Primo Levi, il regista Nelo Risi e il musicista Luigi Nono.

 

Il 31 dicembre 2007 la presidenza del Consiglio dei ministri presentava alla Camera dei deputati il disegno per la “Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 2048, (il cosiddetto “Mille proroghe”). Nell’art. 50 del decreto-legge, riguardante in particolare “Interventi a favore dei perseguitati politici razziali”, il Governo introduceva, di sua iniziativa, il seguente emendamento: “7 bis. La presidenza del Consiglio dei ministri procede alle operazioni necessarie per il restauro del blocco n. 11 del campo di prigionia di Auschwitz. A tal fine è autorizzata la spesa di 900.000 euro per l’anno 2008”. La relazione a questo emendamento così ne spiegava le ragioni: “Il comma 7 bis, introdotto in sede referente, affida alla presidenza del Consiglio dei ministri il restauro del blocco 11 (cosiddetto “blocco della morte”) del campo di concentramento di Auschwitz ed autorizza, a tale fine, la spesa di 900.000 euro per il 2008. Si ricorda che l’Italia fa parte di una task force per la cooperazione internazionale in materia di istruzione, memoria e ricerca sull’Olocausto (International Task Force for Cooperation on Holocaust Education, Remembrance and Research). Tra le finalità dell’organismo figura… la tutela dei siti storicamente rilevanti.”

L’emendamento del Governo veniva approvato dalle Commissioni permanenti della Camera in data 17 gennaio 2008. Il 19 febbraio 2008 le stesse Commissioni, a seguito di rinvio da parte dell’assemblea, sostituivano l’oggetto delle operazioni che la presidenza del Consiglio intendeva effettuare. Al blocco 11 (cosiddetto blocco della morte) veniva sostituito – senza alcuna spiegazione – il blocco 21. Il nuovo testo veniva approvato dalla Camera dei deputati il 20 febbraio 2008 e dal Senato della Repubblica il 28 febbraio 2008 e diventava legge n. 31 il 29 febbraio 2008 (G.U. n. 51 del 29 febbraio 2008, supplemento ordinario n. 47). L’oggetto dell’intervento della presidenza del Consiglio dei ministri diventava così definitivamente il contenuto del blocco 21 di Auschwitz, rappresentato dal memoriale costruito nel blocco 21 dall’Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti, dedicato a tutti i caduti italiani in tutti i campi di sterminio, opera d’arte di altissimo valore, realizzata, per conto dell’Aned, dall’architetto Lodovico Barbiano di Belgiojoso, dal pittore Pupino Samonà, dallo scrittore e testimone della deportazione Primo Levi, dal regista Nelo Risi e dal musicista Luigi Nono. Artisti e letterati di fama internazionale. Quello del blocco 21 è soltanto uno dei tanti memoriali che l’Aned ha realizzato in Italia e nei campi di sterminio, tra i quali vi sono anche il Memoriale di Gusen-Mauthausen, che racchiude i resti del forno crematorio di Gusen e il Memoriale di Ravensbrück, opere che sono tutte da attribuire all’architetto Lodovico Barbiano di Belgiojoso, il quale, con l’aiuto dell’Aned, ha altresì progettato e realizzato il Museo Monumento alla Deportazione eretto dal Comune di Carpi, in memoria anche del campo di Fossoli, nel palazzo dei Pio. L’Aned non sa chi abbia ispirato le decisioni adottate dal Consiglio dei ministri nella legge di conversione del decreto “Mille proroghe”, perché l’Aned non è mai stata informata da nessuno delle intenzioni che andavano maturando negli ambienti del Consiglio dei ministri. L’Aned sa soltanto che, mentre in sede di conversione del decreto legge “Mille proroghe” si operava l’introduzione di quel comma 7 bis, un gruppo di persone organizzava a Torino una pseudo-iniziativa culturale, preceduta da un articolo su La Stampa con il quale si demolivano, così come poi è stato fatto dai promotori del convegno, i valori culturali del Memoriale dell’Aned in Auschwitz, negandone anche la validità di memoria civile. L’Aned ha avuto assicurazione che il comma 7 bis non è stato voluto o suggerito né dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane né dalla Fondazione Cdec, e ciò è ragione di grande serenità per l’Associazione, che nei suoi sessantadue anni di vita ha sempre difeso la memoria del genocidio e di tutti i lutti e di tutte le lacrime del popolo ebraico, ben consapevole della rilevanza epocale del genocidio ebraico del secolo scorso per tutti gli uomini e per tutte le donne della terra. Nell’adempimento dei suoi doveri istituzionali l’Aned  non può che stigmatizzare questa attività legislativa della presidenza del Consiglio dei ministri, in quanto essa, sotto l’apparenza di legge, mette sostanzialmente in atto un vero e proprio atto amministrativo di esproprio di un bene che non appartiene allo Stato italiano, ma che appartiene esclusivamente a una associazione italiana, riconosciuta Ente morale, che rappresenta tutti i superstiti dei campi di sterminio nazisti e tutti i familiari di tutti i caduti. Tale sostanziale atto amministrativo non solo realizza un esproprio di un memoriale di altissimo valore artistico di proprietà dell’Aned, ma, contemporaneamente, realizza un intervento indebito, che rende anche l’anomalo atto amministrativo viziato da eccesso di potere e da violazione di legge, perché il Consiglio dei ministri attribuisce a se stesso la facoltà di espropriare l’Aned per sostituire alla sua memoria civile un altro non precisato tipo di memoria, scelta che non può certo essere legittimamente imposta dal Consiglio dei ministri. L’Aned, nel mese di gennaio scorso, nel pieno delle celebrazioni organizzate in occasione della Giornata della Memoria, ha avuto dal Comune di Milano lo sfratto dalla sua sede storica di Via Bagutta 12. Il mese successivo l’Aned constata che la presidenza del Consiglio dei ministri ha adottato, nei suoi confronti, un provvedimento di esproprio del suo Memoriale di Auschwitz e anche della sua cultura della memoria civile di tutta la deportazione italiana e della Resistenza antifascista. Gravissimo sarebbe, per il Paese e per la sua democrazia, che questi provvedimenti si traducessero in un ritorno al passato.

Aned - Il presidente nazionale sen. avv. Gianfranco Maris

Triangolo Rosso, gennaio-marzo 2008

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