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 Il processo di Norimberga

Si tratta in realtà di tredici processi, intentati dopo la fine della seconda guerra mondiale dalle potenze vincitrici ai principali responsabili del nazismo, ma il più famoso fu il primo, che riguardò ventuno alti gerarchi nazisti superstiti. I governi in esilio di nove paesi occupati dai tedeschi avevano pensato, già dal 13 gennaio 1942,  di mettere sotto accusa i crimini di guerra commessi dai tedeschi durante la seconda mondiale, incriminandoli della violazione della convenzione dell'Aia relativa alla protezione della popolazione civile in tempo di guerra. Nell'agosto del 1945, dopo il precedente annuncio di voler punire i responsabili di eccessi criminosi, sulla base di un accordo tra le quattro grandi potenze alleate (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Unione Sovietica), fu costituita una corte internazionale per giudicare quei criminali di guerra.

I capi d’imputazione comprendevano: a) i crimini contro la pace (la pianificazione, la preparazione e la condotta di una guerra offensiva); b) i crimini di guerra (la violazione delle leggi e norme di guerra, le violenze alla popolazioni civile, le deportazioni, le uccisioni di ostaggi, il saccheggio di oggetti di proprietà privata e pubblica); c) i crimini contro l'umanità (in particolare le persecuzioni per ragioni politiche, razziali e religiose).

La prima riunione del tribunale internazionale si tenne il 18 ottobre 1945 a Berlino nel palazzo della ex corte popolare nazista, in seguito la corte si trasferì a Norimberga, città simbolo dove erano state emanate le leggi di discriminazione contro gli ebrei. Il dibattito processuale e l'acquisizione delle prove, che documentavano in maniera schiacciante gli atroci delitti commessi dai nazisti nei territori occupati, richiesero molti mesi. La sentenza fu pronunciata il 30 settembre 1946 e condannò a morte per impiccagione dodici dei ventiquattro principali imputati:

H. Göring (suicida in carcere prima dell'esecuzione), Maresciallo del Reich, comandante in capo dell'aviazione militare, successore ufficiale di Hitler, il personaggio più importante del nazismo al processo; J. von Ribbentrop, ministro degli esteri del Reich (1938 al 1945), protagonista del Patto tra Germania e Urss (1939); W. Keitel, generale dell'esercito, capo del comando supremo della Wehrmacht (OKW) (1938-45); E. Kaltenbrunner, capo dei servizi di sicurezza del Reich; A. Rosenberg, responsabile esteri per il partito nazista (1933-45), ministro del Reich per i territori occupati (1941-45) e ideologo del nazismo; H. Frank, ministro della Giustizia del Reich e governatore della Polonia controllata dai nazisti dal 1939; W. Frick, ministro degli Interni (1933-43), protettore di Boemia e Moravia (1943-45); J. Streicher, giornalista e propagandista della persecuzione degli ebrei; F. Sauckel, dirigente nazista, plenipotenziario generale per la mobilitazione del lavoro (1942-45), procuratore generale di Hitler; A. Jodl, generale dell'esercito, vice di Keitel nel comando supremo della Wehrmacht (OKW) (1939-45); A. Seyss-Inquart, generale SS, Ministro degli Interni e poi Cancelliere austriaco (1938), vice del Governatore Generale Franck in Polonia (1939-40) e Commissario del Reich per l'Olanda (1940-45); e in contumacia M.  Bormann, dirigente del partito nazista, segretario di Hitler e capo della Cancelleria privata del Führer dal 1944.

Altri sette imputati vennero condannati a pene detentive, scontate nell'ex prigione militare di Berlino-Spandau. All'ergastolo: R. Hess, considerato il volto oscuro e misterioso del nazionalsocialismo, vice-führer fino al 1939W. Funk, ministro dell’economia del Reich e dal 1939 presidente della Deutsche Reichsbank (banca centrale del Reich); e E. Reader,  ex comandante supremo della marina militare. A 20 anni: B. von Schirach, ex capo della gioventù hitleriana e governatore del distretto di Vienna; e A. Speer, ministro del Reich per l’armamento e le munizioni. A 15 anni: K. von Neurath, primo ministro degli esteri di Hitler e poi protettore del Reich per la Boemia e la Moravia. A 10 anni: K. Dönitz, grande ammiraglio, comandante della Kriegsmarine (la flotta da guerra), successore di Hitler. 

Inoltre tre degli imputati vennero assolti: H. Schacht, presidente della Reichsbank e ministro dell’economia, poi sostituito da Funk;  F. von Papen, politico e diplomatico, cancelliere (1932), vicecancelliere di Hitler (1933-34), ambasciatore in Austria (1934-38) e in Turchia (1939-44);  H. Fritzsche, giornalista, dal maggio del 1933 direttore delle informazioni presso il servizio stampa del ministero della propaganda. In seguito vennero assolti anche le SA (squadre d’assalto), il Gabinetto del Führer e lo Stato Maggiore dell’OKW.

Si sottrassero al giudizio della corte i principali protagonisti del nazismo: Hitler e Göbbels (morti suicidi dopo il crollo del regime), Himmler (suicida poco dopo l'arresto), capo delle SS (1929-45) e ministro degli interni (1943-45). Invece R. Ley, capo del Fronte tedesco del lavoro, si uccise prima del processo (ottobre 1945), mentre l'industriale A. Krupp von Bohlen (morto nel 1950) per ragioni di salute non poté comparire in tribunale. A. Eichmann, responsabile della sezione "Questioni ebraiche ed evacuazione" del RSHA, cioè dell'organizzazione della deportazione degli Ebrei nei campi di sterminio, fu arrestato in Argentina dai servizi segreti israeliani, processato e giustiziato in Israele nel 1962.

Vennero infine dichiarate organizzazioni criminali: la direzione del Partito nazista, la Gestapo (Polizia segreta di Stato), l'SD (Servizio di sicurezza) le SS (Squadre di protezione, formazioni armate del Partito nazista).

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