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Cenni storici sui campi

I campi di concentramento, come luoghi di deportazione, di lavoro e di sterminio, sono divenuti tristemente famosi con il regime nazista, che sviluppò tali strumenti con un'ampiezza e una crudeltà senza precedenti. La istituzione  dei campi (in tedesco Lager) di "custodia preventiva" ("Schutzhaft") risale al 1933 quando Hitler, appena nominato cancelliere del Reich tedesco, si preoccupò di soffocare l'opposizione interna al regime; a luglio gli internati erano ormai oltre 26.000. Ai primi campi (fra cui Dachau) se ne aggiunsero ben presto altri e, nel 1934, essi superavano la dozzina per raggiungere poi la cinquantina. Nel 1936, Himmler attribuì alle SS ("Schutzstaffeln") o "Squadre di protezione", divenute una specie di polizia politica, il totale controllo dei campi con esclusione di qualunque ingerenza esterna. Alle prime categorie di detenuti politici si aggiunsero gli obiettori di coscienza, gli omosessuali, gli "asociali", i criminali comuni e gli ebrei: nel 1938, dopo l'annessione dell'Austria e dei Sudeti, i deportati erano 60.000. Nel 1939, dopo la conquista della Polonia, l'internamento toccò ai membri dei movimenti di resistenza nei vari paesi conquistati (le nazionalità dei detenuti superarono in tutto la ventina), poi ai prigionieri di guerra sovietici e agli zingari, mentre si faceva più sistematica la persecuzione antisemita e si decideva di attuare la "soluzione finale" cioè l'eliminazione fisica dell'intera "razza" ebraica. I campi assunsero così in modo massiccio due compiti: fornire manodopera pressoché gratuita alle crescenti esigenze produttive della Germania; sterminare, con il lavoro stesso, con le inumane condizioni di vita, o con le esecuzioni in massa, gli individui per i quali non c'era posto nel regime nazista. I campi principali o campi "base" in Germania (fra cui Bergen-Belsen, Buchenwald, Dachau), in Polonia (fra cui Auschwitz, Belzec, Treblinka), in Boemia (Terezín), in Austria (Mauthausen, in Alsazia (Natzveiler), ammontavano a una quarantina, ma spesso avevano alle loro dipendenze numerosi campi minori, per un totale di diverse centinaia. In quasi tutti i paesi occupati dai nazisti furono istituiti dei campi, alcuni soltanto come campi di transizione, altri come luoghi di sterminio: in Italia operarono i campi di Fossoli (Modena), Gries (Bolzano), la Risiera di San Sabba (Trieste).

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