Lo
zatterino divergente
Un sistema antico di pesca è quello con lo zatterino divergente. Una
volta veniva praticato dai pescatori calabresi e siciliani i quali non avendo la
possibilità di una imbarcazione si creavano un piccolo strumento che potesse
portare lontano le loro esche. Si tratta di una traina da riva che condotta dal
pescatore a piedi lungo la spiaggia mediante il tascinamento di una barchetta
lungo il cui cavo di tiro si dipartono alcuni finali dotati di esche artificiali
o naturali. Vediamo quindi la costruzione e come si “armano” i calamenti.
Troviamo due tavolette di legno delle quali una più grande (
Più
o meno le misure le misure del divergente sono queste..
Come
possiamo vedere le due pale sono diverse; una è più corta e più spessa mentre
l’altra è più lunga ma più stretta. Questa struttura fa si che il
divergente si comporti in maniere non regolare e che quindi diverga.
Sulla
pala più lunga vanno posizionati dei pesi per bilanciare la struttura in legno
del divergente,questi pesi devo essere 2 da circa 150 gr.,comunque il peso può
essere modificato per rendere migliore l’efficienza.
Il
divergente viene collegato alla lenza tramite una girella con moschettone,
libera di scorrere ,che si aggancia al ferretto piegato ad U.
Questo
ferretto ad U deve avere la forma sopra indicata e una sezione dai 3-
Il
filo portante si aggancia al divergente con il moschettone e l’altra estremità
viene tenuta in mano dal pescatore. La sua lunghezza può variare perché
dipende dal numero di esche che si vogliono inserire e dalla distanza dalla riva
alla quale si desidera mandare il divergente.
Lungo
il filo portante vanno inserite, a intervalli di circa 3-
Se
noi procediamo secondo il senso di marcia indicato dalla freccia,il moschettone
principale deve scorrere fino a portarsi in posizione A in modo che il
divergente non rimanga parallelo rispetto alla riva inclinandosi come nel
disegno.
Ovviamente
procedendo nel senso opposto il moschettone si deve situare in posizione B per
far divergere la struttura.
Una volta in acqua lo zatterino a causa della
pressione maggiore dell’acqua sull’assicella più grande andrà verso il
largo. La lenza madre o cima che terremo da riva avrà un diametro del 100 o
anche 1,20 e sarà lunga da
L’azione vera e propria consiste nel piazzare il
barchino sulla battigia in posizione obliqua, quindi stendere il trave e
posizionare via via i terminali con le relative esche. Quando avremo terminato
questa operazione, inizieremo a tirare il trave con decisione e comincieremo a
camminare nella direzione desiderata. Il divergente, per la sua particolare
forma, tenderà a raggiungere il mare per dirigersi verso il largo portandosi
dietro le nostre esche.
A questo punto il nostro compito è solo quello di
camminare con andatura normale lungo la spiaggia facendo in modo che il trave
rimanga sempre bene in tenzione, accorgimento questo che ci consentirà di
sentire le inconfondibili vibrazioni che ci segnaleranno le abboccate delle
eventuali prede, che comunque saranno anche ben visibili, soprattutto in
condizione di mare calmo, sotto forma di bollate o salti dei nostri pesci sulla
superficie dell’acqua.
Per quanto riguarda il numero delle esche da calare in
acqua, ognuno ha le sue preferenze, anche se il consiglio, soprattutto per chi
è alle prime esperienze, è quello di non esagerare, 6 o 7 esche ben
distanziate fra di loro rappresentano la soluzione ideale, in quanto favoriscono
un’azione di pesca più fluida, garantiscono una buona copertura della fascia
di mare in cui andiamo a pescare e soprattutto riducono al minimo la possibilità
di fastidiosi imbrogli delle nostre lenze.
Per dovere di cronaca, suggerisco a chi li vuol provare,
altri due tipi di pesca alternativi, praticabili sempre utilizzando questo
favoloso attrezzo.
Il primo consiste nel sostituire l’esca artificiale
con l’esca viva, buonissimo è il cefaletto di 10/12 centimetri di lunghezza o
anche oltre se le nostre mire sono ambiziose. Al riguardo è bene anche
irrobustire sia il trave che i terminali, quest’ultimi andranno realizzati con
un buon monofilo da
Il secondo tipo di utilizzo del divergente ha come
obiettivo i pesci grufolatori, cioè tutti quei pesci che cercano nutrimento sul
fondo sabbioso come le mormore, le orate, le sogliole, le triglie, ecc.
Per praticare questo tipo di pesca il trave rimane
quello classico, i terminali devono invece essere realizzati con del monofilo da
Anche per questa tecnica occorre sondare ampi tratti di
mare camminando ad una velocità piuttosto limitata, una volta allamata la prima
preda è consigliabile, utilizzando un legno od una canna facilmente reperibili
sulle nostre spiagge, marcare il punto della cattura e ripercorrerlo più volte,
visto che è abitudine dei pinnuti grufolatori viaggiare in branchi. Per tutti i
tipi di pesca praticabili con il divergente, le ore consigliate sono quelle del
primo mattino e della tarda serata, per i periodi vanno bene tutti i mesi
dell’anno anche se quelli invernali sono i migliori per insidiare in modo
particolare le spigole.
Con mare calmo e luna piena si può
tentare alle mormore anche nelle ore notturne.