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LE PIRAMIDI DI TERRA DI SEGONZANO

VAL DI CEMBRA

TRENTINO ALTO ADIGE

 

 

Nella verdissima Valle di Cembra, in provincia di Trento, un breve e facile itinerario per conoscere le bellezze di questo paesaggio e soprattutto le suggestive “Piramidi” di Segonzano, un fenomeno naturale interessante e unico al mondo: una colonna di terra esile e apparentemente fragile che sfida le leggi dell’equilibrio tenendo sulla sommità un enorme masso.

 

Il tempo, l’acqua e il vento modellano figure irregolari di eccezionale bellezza. Per vederne un esempio, basta recarsi in Trentino Alto Adige, nella verdissima Valle di Cembra, costituita dal bacino inferiore del torrente Avisio e raggiungere la località sparsa di Segonzano. Pochi chilometri dopo Trento, sulla via del Brennero, c’è una deviazione a destra per Albiano. La strada s’inerpica fra colline coperte di viti e cave di porfido, risorsa economica della zona. Dopo Albiano, Lases (poco distante il bellissimo e ridente laghetto), poi Lona ed infine Segonzano. Siamo in Val di Cembra. Vigneti ovunque, fino sul fondo della forra dove scorre il torrente Avisio: uno spettacolo indimenticabile. La Valle di Cembra è una zona dall’ambiente integro, ricco di boschi di verdi conifere e latifoglie e di prati con panorami sempre diversi, di armonica e straordinaria bellezza, dove la natura è stata modellata nei millenni dagli agenti erosivi producendo anche fenomeni particolari come le piramidi di terra. La Valle di Cembra, formata dal tratto inferiore del torrente Avisio, inizia presso Cavalese, in Val di Fiemme, dalla stretta di Stramentizzo per congiungersi nei pressi di Lavis con la Val d’Adige. Importanti sono le opere d’arte, chiese, ville, castelli che segnano la presenza e la laboriosità dell’uomo nella valle e di grande rilievo sono le opere di architettura popolare che legano l’uomo alla sua memoria storica.

 

 

LA NASCITA E LA VITA DELLE PIRAMIDI

 

E’ l’acqua il miglior complemento per la formazione delle Piramidi di Segonzano: infatti, agendo su un terreno particolare, formato in prevalenza da argilla e sabbia, lo colpisce smuovendo i detriti e formando tanti piccoli rigagnoli, alcuni così grandi da sembrare dei veri e propri torrenti.

Questa azione continua per molto tempo e l’acqua, incidendo nel terreno, crea queste colonne in svariate forme che si presentono poi ai nostri occhi in una bellezza unica.

Un ruolo importante nella formazione e nella crescita delle piramidi lo ha anche il “cappello”, un enorme masso che riesce a raggiungere anche il peso di una tonnellata e che protegge la piramide in tutto il periodo della sua esistenza.

L’uomo ha dovuto lavorare moltissimo per rendere la valle fertile. Lungo il corso del rio Regnana esistono ancora oggi resti di mulini che hanno funzionato per molti anni.

Oggi la zona produce uva pregiata che dà svariate specialità di vini, dalla Schiava al Pinot Nero e Bianco. Da non dimenticare la famosissima grappa locale della valle di Cembra. Famose poi sono anche le cave di porfido, lavorato ed inviato in tutta Italia e all’estero.

 

 

LE PIRAMIDI DI TERRA

 

Da Segonzano si snoda un bellissimo e comodo sentiero, attrezzatissimo con bar ed aree per pic-nic con tavolini e sedie, che porta fino ai piedi di colossi meravigliosi, situati in ampi valloni.

Sono le Piramidi di Terra di Segonzano, localmente chiamate anche I Omeni de Segonzan (gli uomini di Segonzano): si tratta di una colonna esile e apparentemente fragile che sfida le leggi dell’equilibrio tenendo sulla sommità un enorme masso.

Questo interessante fenomeno naturale trova la sua spiegazione nel fatto che i massi che ancora ricoprono la maggior parte delle guglie hanno protetto il conglomerato sottostante dalla erosione delle acque.

Alcune di queste Piramidi superano abbondantemente i venti metri di altezza e sono ritenute, non a torto, le più belle del mondo.

In effetti, chi le dovesse vedere per la prima volta rimarrebbe molto stupito nel vedere un enorme masso in cima a una colonna esile, chiedendosi come faccia a tenersi in equilibrio.

E’ un fenomeno naturale che si manifesta qui a Segonzano e che si presenta ai visitatori in svariate forme; le piramidi sono divise in quattro gruppi diversi e poste ad una altitudine che va dai 604 agli 875 metri.

La zona dove sono situate le piramidi è bagnata dalle acque del rio Regnana, che termina la sua corsa nel torrente Avisio, affluente del fiume Adige.

Seguendo il sentiero che inizia dal ponte sul rio Regnana, sulla strada che collega Lases a Segonzano, attraversando un bosco misto di conifere e latifoglie si può arrivare fin sotto i primi tre gruppi; il quarto gruppo, un po’ distante ed isolato non è toccato dal sentiero, però lo si può osservare ugualmente dall’alto della stradina che collega Segonzano alla frazione di Quaras.

Dicevamo che le piramidi sono divise in gruppi, guardiamole più da vicino quindi.

 

Primo gruppo:

si osservano anche dalla strada. Non sono molto alte, hanno una forma caratteristica di sottile lama a ferro di cavallo e per questo sono denominate “pala”.

   
Secondo gruppo:

in questo gruppo si possono ammirare vari tipi di piramidi, con masso sulla sommità, a canne d’organo, a punta ed a sega. Sono poste in una vallata e sono in gran parte ricoperte da fitta vegetazione e si presentano con una altezza che varia dai 20 ai 30 metri.

   
Terzo gruppo:

è il più esteso e maestoso ed è situato in un ampio vallone. Sono di una estrema bellezza. Alcune raggiungono una altezza di 30 metri con masso sulla sommità che arriva a pesare anche tonnellate. Alcune invece sono ancora in via di formazione.

   
Quarto gruppo: come scritto prima, si trovano in posizione isolata e non raggiungibili dal sentiero; sono raggruppate lungo un costone e sono a forma di creste, alcune appuntite molto rare quelle con il masso sulla sommità.

 

La forma del masso ha una grande importanza nella nascita delle piramidi di terra. Quelle di Segonzano durano tantissimo perché hanno, a differenza di altre, il masso a forma di lastrone inclinato, quasi come un tetto di una casa.

 

 

L’ITINERARIO

 

Segonzano m. 604
Santuario della SS. Trinità  
Quaras m. 955
Maso Riosecco m. 794
Cascata del Lupo  m. 855
Segonzano  m. 604

 

Dislivello: m. 410

Tempo di percorrenza: ore 4 circa

Segnaletica: sentiero n. 406 e 406 bis (E5)

 

 

Dalla statale della Val di Cembra che collega Trento alle valli di Fiemme e Fassa, in località Segonzano, parte un sentiero denominato Europeo E5, Piramidi di Segonzano - Quaras (406).

Salendo tra vigneti, raggiungiamo il Santuario della SS. Trinità, di fondazione tardo - gotica con grandioso altare barocco in legno dorato intagliato del 1663 e che racchiude all’interno uno gotico dei primi del ‘500, pure scolpito in legno con la rappresentazione della SS. Trinità.

Aggiriamo il Santuario verso destra superando la frazione di Sabbion, imboccando una strada asfaltata che sale in un fitto bosco. Dopo pochi minuti di cammino più o meno pianeggiante, possiamo osservare alla nostra destra, da un punto panoramico, attrezzato con tavolini e sedie, un primo bellissimo spettacolo naturale che ci offrono le piramidi di terra.

Proseguiamo in salita per raggiungere il bivio del sentiero 406 bis indicato da apposita segnaletica. Il sentiero continua passando sopra il piccolo paesino di Quaras dirigendo a Bedollo, nella bassa valle Regnana. Noi svoltiamo a destra, dove, in breve, raggiungiamo l’abitato di Quaras ormai in abbandono, formato da poche case isolate, piccole stradine e romantici portici, affacciato su campi di meli e pruni.

In fondo al paese, al limitare del bosco, c’è la piccola cappella del Sacro Cuore, benedetta nel 1924, quando Quaras aveva ancora tanta voglia di vivere.

Proseguiamo il nostro cammino dirigendoci verso l’ultima casa; tra vigneti continua il sentiero in discesa e non più visibile per la fitta vegetazione, quindi è bene stare attenti per non perdere l’orientamento.

La discesa prosegue senza tregua all’interno di un fitto bosco, alla cui uscita raggiungiamo il maso Riosecco, adagiato sulla sponda del rio Regnana.

Attraversato il rio Regnana, il sentiero risale in località Laite a poca distanza dalla Cascata del Lupo. Proseguiamo a sinistra di casolari entrando in una grande gola. Ci sono cascatelle lungo le pareti e piccoli ponti di legno su un minuscolo rio. Sulla sinistra un sentierino porta in cima alla cascata. Noi ci inoltriamo all’interno della gola, costeggiando il corso d’acqua fino a raggiungere la base della cascata. Da qui la possiamo osservare in tutta la sua bellezza precipitare da una altezza di ben 36 metri.

Per il ritorno rifacciamo l’itinerario inverso oppure scegliamo tra altre due possibilità.

La prima è quella di ritornare in località Laite e proseguire su strada asfaltata fino al paese di Bedollo, quindi, su piccolo sentiero che si snoda ai piedi del Dosso di Segonzano, passando per Svaldi e Gausaldo, in Val Brutta, fino al Venticcia e quindi a Segonzano.

La seconda è quella di ritornare al maso Riosecco e, invece di risalire per il bosco, si prosegue per un sentiero che inizia accanto ad una cava e che, costeggiando il rio Regnana, raggiunge il ponte sulla statale Trento-Segonzano.

 

 

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