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San Falco, le feste del tradizionale agosto a Palena...? Una cosa per tradizionalisti..? NIENTE AFFATTO! La tradizione è semplicemente un patrimonio che si tramanda e nel passaggio generazionale cambiano i linguaggi, il modo di porsi.. ma l'anima e il cuore, anche se giovani, sono sempre autentici e quindi non possono che raccontare, in ultima analisi, l'essenza di una comunità.. come quella di Palena, la sua storia..le sue tradizioni.. Ecco un contributo di Eugenia Napoleone che con questo intervento inaugura la collaborazione con questo sito. |
ESTATE 2011: PALENA, RIECCOCI! Ovviamente, per noi giovani con almeno una goccia di sangue palenese nelle vene, non è una novità trascorrere agosto tra i caldi colori della Maiella e il dolce fracasso dell’Aventino: anche per noi, l’estate a Palena non è che una tradizione da ripetere e da vivere anno dopo anno. E dunque rieccoci! L’estate è ormai cominciata da un pezzo, siamo lontani dalle nostre abitudinarie città e dai chiassosi e sospirati bagni al mare, ma ci basta un veloce sms o un “post” lasciato sulle bacheche dei profili su Facebook, e in poche ore ci siamo già tutti ritrovati e riabbracciati, come l’anno prima, come sempre. Di eventi, in tre settimane, ce ne sono stati diversi, da un’inedita notte bianca, fino alla festa degli Alpini, passando per il tradizionale “Jazz sotto la Torre” e per uno spumeggiante concerto degli Everqueen. E poi, immancabile, ecco il cuore di tutta l’estate palenese che torna a pulsare instancabile, da secoli, quando la pesante statua d’argento del patrono San Falco scende le scale della sua chiesa, e si avvia solenne, chiana chian, ma con brio, tra le strade e i vicoli del paese, attorniata da una banda festosa e da tutto il popolo commosso e devoto. E lì in mezzo, tra la folla, sotto le luminarie del corso e della vij arret a San Rocc, ci siamo noi, noi che sulla carta d’identità abbiamo stampato un anno tra il 1985 e il 1994, noi che vogliamo goderci queste giornate insieme, prima di rinchiuderci di nuovo nelle scuole o nelle università, noi che, in cuor nostro, ci sentiamo parte insostituibile di questa Palain fatta di tradizioni, suoni e unicità. Perché, alla fine, non importa se veniamo svegliati la mattina dagli spari che aprono le feste, o dalla banda che passa proprio sotto casa, mentre tra gli sbadigli volano, immancabili, gli improperi; non importa se il concerto è quello dei Camaleonti e non quello dei Bon Jovi; non importa. Perché tanto noi si sta bene insieme anche mentre si segue la processione o mentre si ammirano i fuochi dall’ Ara Falchett’ nel freddo di una notte di fine agosto. E poi, una volta passato tutto questo, una volta lasciata Palena e tornati a casa, dopo gli abbracci che stavolta significano “a presto”, basterà rivedere le foto scattate: e allora si ricorderanno le risate, le emozioni e le parole di quei giorni trascorsi così, passeggiando su e giù mille volte per il corso, con una cioccolata calda o una coca cola puntuali ogni sera al bar, sui giochi della villetta alla circonvallazione, come i bambini, con un cornetto alla nutella in mano, indovinando parole in dialetto, scrutando il cielo da una zona buia, giocando a scala 40 e al calcio balilla; e tutto ciò mentre nell’aria si perdevano i rintocchi delle campane di San Falco e il brusio della gente a spasso. Noi, quelli dall’85 al '94, abbiamo fatto parte di questo quadro ancora una volta e ne faremo parte sempre, perché ci spetta, perché lo vogliono il nostro cuore e il nostro DNA. Eugenia Napoleone 30 agosto 2011 |