IL RACCONTO DELLA MIA VITA
Presentazione di Giuseppino Mincione
(1998)
del Sac. Antonio PINTORI

 

Autobiografia di Don Antonio Pintori che gli anni della sua vita, la sua storia di sacerdote, il grande bagaglio della sua "memoria".

Edizioni del Centro di Promozione Culturale "Abruzzo Est"
Montesilvano Colle (Pe)
Corso Umberto, 55 - Tel. (085) 97.92.37 - c.c.p. 14025654

... dalla presentazione di Giuseppino Mincione:

Ognuno di noi cerca di fare un consuntivo della propria esistenza, specialmente quando si è fuori dall'agone della vita per affermarsi, per correre insieme con gli altri e magari per distinguersi da essi, quando cioè le lotte sono finite e l'esistenza scivola verso il traguardo finale.
Don Antonio Pintori già negli anni 1990 aveva sentito .sorgere "il desiderio di un bilancio di ciò che abbiamo compiuto e di ciò che in meglio avremmo voluto concretizzare a gloria di Dio e ad elevazione dell'uomo ".
Sono parole che egli scrisse alcuni anni fa in poche note intitolate "Un ricordo e un auspicio". Oggi queste note vengono poste quasi a chiusura di un libro (pag. 230), che egli è andato preparando e che vedrà le stampe prossimamente col titolo "IL RACCONTO DELLA MIA VITA". Dal 1990 sono trascorsi ancora otto anni e don Antonio Pintori ha già compiuto ottant'anni, che porta abbastanza bene, ed è ancora pieno di vitalità e di desiderio di fare e di realizzare, anche se le forze, come è solito ripetere, vanno diminuendo. Ma vuole raccontarsi e dire ciò che ha fatto e ciò che non ha potuto realizzare.
Nella Premessa al volume (p. 9) egli così dice: "Mi accingo a scrivere alcune memorie della mia vita, dopo aver varcato la soglia dei miei ottant'anni, ai quali mai pensavo di arrivare ". A questo punto fa un atto di umiltà e di riconoscenza al Signore, che ha voluto allungargli i giorni della sua esistenza terrena, nonostante la sua fragile salute, e ciò il Signore avrebbe fatto per dare a lui il tempo di purificare la sua anima dai suoi non pochi difetti e per renderlo "meno indegno del dono del sacerdozio ". Un bell'atto di umiltà e di gratitudine verso Dio, che lo ha voluto sacerdote e gli ha allungato la vita per farlo operare a fin di bene.
Egli è stato, è, e sarà sacerdote in eterno, alla maniera di Melchisedech, secondo l'espressione biblica: Tu es sacerdos in aeternum, secundum ordinem Melchisedech (Salmo 109,4); e don Antonio ha operato sempre come sacerdote di Dio, in ogni campo in cui è venuto a trovarsi. E vero che a 8-9 anni diceva di voler fare il muratore o il fabbro, ma la vera vocazione si palesò ben presto, poiché in quinta elementare egli manifestò alla madre Clarice ed alla zia materna Elisabetta il proposito di voler entrare in .seminario per diventare sacerdote. E sacerdote fu, tanto che ricevette la sacra ordinazione il 21 dicembre del 1941, disse la prima messa nel seminario di Sulmona il giorno seguente ed il I ° gennaio del 1942 celebrò la messa solenne a Palena, suo paese natale.
Io eviterò di narrare la sua vita, che si può cogliere minuziosamente nel suo libro, dove l'Autore narra con dovizia di particolari tutte le fasi del suo sacerdozio e tutte le iniziative intraprese, le opere compiute e quelle che non ha potuto compiere, perché dovette lasciare la parrocchia di Rivisondoli per motivi di salute, dopo 33 anni di ministero sacerdotale impiegati proficuamente in quel paese. Una cosa che non gli riuscì di compiere in quella parrocchia è "la costruzione di una casa destinata anche ad ospitare sacerdoti per un periodo di riposo ", perché le pratiche non andarono in porto nel 1975 (p. 119). Così pure egli non potè realizzare una casa a favore della gioventù, nonostante avesse acquistato già il terreno. Anche a Palena nel 1964 avrebbe voluto realizzare un Centro di Addestramento Professionale, su sollecitazione della Giunta Comunale di quel Comune, ma il Vicario Generale della Curia di Sulmona consigliò a don Antonio di non accettare la proposta "per ragioni pastorali". Ma per tutto il resto don Antonio Pintori può veramente vantarsi di essere stato un realizzatore di opere che hanno lasciato un'impronta ed a lui hanno meritato gratitudine e lodi. Basterebbe ricordare il suo ruolo di pioniere nella grandiosa istituzione del Presepe Vivente di Rivisondoli, che ebbe inizio nel 1951 e che è stato poi portato avanti con sempre maggiore successo e reclamizzato dai giornali e dalle televisioni. Altra bella istituzione è il Centro di Promozione Culturale Abruzzo Est, da cui è scaturito il Festival Nazionale "I Canti della Montagna ".
Egli, figlio di un paese di montagna e per 33 anni parroco di un paese di alta montagna, ha avuto sempre nel cuore quelle zone montane e ad esse ha voluto dedicare il Festival "I Canti della Montagna " da quando lasciò la parrocchia di Rivisondoli nel 1975 ed approdò sulla riviera adriatica. Così dal mare il suo cuore tornava alle cime immacolate e ricche di ispirazioni spirituali e capaci di purificare gli animi. Tale Festival gli ha consentito di realizzare un corposo volume di ben 400 pagine (1988), contenenti parole e musica dei canti eseguiti, e cassette con incisi i canti più noti.
Le edizioni de "I canti della montagna" continuano ancora per la gioia del Prof Pintori e di quanti vi concorrono. Ora queste sono creazioni destinate a durare nel tempo, ma egli ha prodigato la sua attività di sacerdote anche per istituzioni scolastiche e per colonie marine e montane; ha dato la sua opera di ministero sacerdotale non solo alla sua diocesi di Sulmona, ma anche a quella di Pescara e, per alcuni mesi, a quella di Chieti. Ha avuto udienze con diversi Papi, quali Pio XII, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II; ha avuto rapporti con cardinali, quali Tedeschini, Aloisi Masella, Confalonieri e Fagiolo; ha potuto collaborare con Vescovi ed Arcivescovi; ha conosciuto ed interessato, per aiuti a favore delle sue istituzioni, il Presidente della Repubblica Giovanni Leone e gli Onorevoli Spataro, Gaspari, Natali, ecc.. In una parola, don Antonio Pintori, sempre con l'espressione di profonda umiltà, bussava a tutte le porte e avvicinava tutte le persone influenti, spinto dal "desiderio di fare del bene" e "con l'ansia di realizzazioni forse superiori" alle sue forze. Me egli ammette pure e confessa che in tutto ciò era "mosso da un pizzico di ambizione" (p. 120).

Però tale ambizione, sia pure minima, è spesso la molla che spinge ad operare ed a realizzare opere destinate a durare, cosa che si è verificata con don Antonio Pintori. Egli narra con compiacimento tutte le cose fatte e portate a termine e lo fa con una prosa piana e semplice. Più volte ritorna sugli argomenti o perché narra direttamente o perché rilascia delle interviste o perché fa delle relazioni o perché le stesse cose vengono riportate dai giornali. Una considerazione a parte merita il diario che egli ha scritto durante la missione negli Stati Uniti per incontrare persone nate a Rivisondoli, a Palena ed in altri paesi d'Abruzzo. È stata una missione compiuta dal parroco per avere contributi da quegli immigrati con cui poter ricostruire chiese ed opere abbattute dalla furia della guerra nel nostro paese, e per gettare le basi della istituenda Opera R. S. "Alto Sangro ". A differenza dell'altra prosa, questa del diario si distingue per la sua stringatezza, incisività e celerità nel ricordare persone, città e fatti relativi al viaggio, dove non manca di rilevare la differenza tra le città degli Stati Uniti del Nord, piene di fumo e di aria nociva e la limpidezza dei paesi d'Abruzzo. In quella occasione egli, come figlio e sacerdote, offre un omaggio di preghiera e di gratitudine sulla tomba del padre Luigi, morto ancor giovane in una miniera per salvare la vita ad un compagno di lavoro. Queste pagine di diario, che vanno da p. 57a p. 91, meriterebbero una pubblicazione a parte sia per la differenza di taglio stilistico .sia per i ricordi cui sono legate. Ma don Antonio Pintori, col cuore pieno di nostalgia e di gratitudine, nelle prime pagine del suo libro ci presenta la sua Palena e l'ambiente in cui egli ha trascorso la sua infanzia e fanciullezza prima di entrare in seminario. È veramente un omaggio filiale verso il suo paese d'origine, del quale descrive e rievoca tutti i particolari con le case, le chiese, le piazze, le persone, i giochi, gli amici, la devozione profonda della gente, i riti religiosi celebrati con fasto dai sacerdoti del posto, le Confraternite, le consuetudini, la montagna, la Porrara, il fiume Aventino, i compagni e gli amici con cui giocava, insomma tutto quello che ha riempito il suo cuore e la fantasia di bimbo e di fanciullo. In queste pagine egli ricorda anche gli anni di sofferenza, passati durante la guerra e lo sfollamento, quando era ricercato dai tedeschi come "prete di Badoglio ". A questi ricordi egli lega le persone amate, la madre Clarice, la zia Elisabetta, i fratelli, i nonni materni e tante figure, umili ma caratteristiche.

Alla sua permanenza a Rivisondoli lega invece il ricordo del fratello Giuseppe, morto prematuramente, della zia Elisabetta e della giovane parente Adriana, che è stata sempre amorevolmente vicina alla zia ed ai due fratelli. Ma don Pintori ricorda tutti quelli che ha incontrato sul suo cammino e con i quali ha lavorato, perché di tutti vuol lasciare un segno. Egli è stato benvoluto da tutti, per questo ha potuto festeggiare con gioia i quarant'anni e poi il Giubileo d'oro del suo sacerdozio, con l'omaggio di parenti ed amici, Ecco, tutto questo è racchiuso nel volume di oltre 250 pagine di don Antonio Pintori, che si apre con una Premessa dell'Autore e con la Prefazione del suo amico fraterno generale Riccardo Gentile. Ma esso contiene anche omaggi di amici scritti in versi ed in prosa, nonché versi suoi e del fratello Giuseppe. Insomma "IL RACCONTO DELLA MIA VITA" merita di essere letto, perché vi rivive tutto un lungo periodo di tempo, durante il quale don Antonio Pintori è passato benefacendo, come si legge negli Atti degli Apostoli (10,38). Egli, sacerdote, è stato mandato come operaio nella vigna del Signore (Matteo, 20,1), per cui, applicando il significato dell'etimologia della parola, ha sempre "operato" per il bene degli altri e per la gloria di Dio. Per tutto questo don Antonio Pintori ha avuto riconoscimenti ed onorificenze dalla Chiesa, dallo Stato e dagli uomini, cose che giustamente gratificano la sua persona.

Pescara, luglio 1998