Arduino Napoleone da Palena
(1993)

di Cosimo SAVASTANO

Prezioso lavoro del critico d'arte Cosimo Savastano, che in occasione della mostra itinerante celebrativa sull'opera pittorica di Arduino Napoleone, che è scomparso nel 1985, ha scritto un'approfondita biografia artistica del pittore affrontado le tematiche esplicative dell'opera dell'artista da tantissime angolazioni, raccogliendo in mesi di lavoro le schede di quadri, sparsi ormai in tutt'Italia in collezioni private per lo più, pubblicandone le relative fotografie e dati e motivando con molta passione tutte le scelte artistiche dell'artista. La pubblicazione del Savastano è veramente di grande respiro in quanto fa capire veramente tutte le motivazioni che stanno dietro all'arte del pittore e delle sue opere.

Il libro non è attualmente in vendita in quanto faceva parte integrante della mostra itinerante. Alcune copie sono presso il Comune di Palena.

...Uno stralcio dal libro-catalogo...:

"Zampognari"

...E'possibile capirlo approfondendo la conoscenza di Arduino fino ad intravedere l'uomo che in lui guidava la mano al pittore. Per questa via, arrivando a scorgere le angosce che negli ultimi anni lo rodevano fino alla prostrazione a causa di un faticoso adattarsi a condizioni esistenziali che non sentiva aderenti alla sua dimensione interiore, e non già perchè anacronisticamente rifiutasse il presente quanto piuttosto l'indiscriminato diffondersi di certo edonismo materialistico, si finisce con l'interpretare alcune sue espressioni piuttosto come una sorta di ostentazione e di esasperazione di concetti, quasi intese a far apparire esclusivi i pur molteplici legami che lo univano con il passato, che come una vera e propria enunciazione di principi programmatici. Del resto, man mano che dall'insieme dell'opera è possibile dedurre le principali ragioni delle sue scelte linguistiche, non raramente pronte a dichiarare ramificazioni composite e non sempre disgiunte dalle realtà coeve, un'accusa di refrattarietà di fronte ai problemi contemporanei ed al rinnovarsi delle poetiche parrebbe risultare troppo pesante e forse anche poco calzante per Napoleone.
Furono proprio certi atteggiamenti da lui assunti specie negli ultimi anni, a far pensare ad un disadattamento psicologico,,, riferitogli, non senza qualche esagerazione di tono, come ad un "uomo restio ad accettare la civiltà delle macchine ed incapace di riconquistare lo stato di natura" . Essi suggerirono persino l'idea che,l'ansia di liberazione dai conflitti interiori si accampasse fra le motivazioni della sua pittura, e diedero luogo all'ancor meno accettabile ipotesi che la sua opera, traducendosi in ,una via di rifugio per le proprie pene, tendesse ad esprimere "la propria ed altrui sofferta esperienza".

Sennonchè, ripercorrendo l'iter della ricerca di Arduino, il suo iniziale impegno appare volto a sviluppare in chiave personale i modi e le forme maturati sulla scorta di principi collaudati attraverso tutta un'insigne tradizione fino ai suoi maestri e a reimpostarli non senza rinnovare il suo linguaggio attraverso conseguimenti derivati dall'evolversi della cultura e del gusto contemporaneo a cui attingeva certo meno inconsapevolmente o arcignamente di quanto desse più tardi a vedere.

"Venerdi Santo"

Alla stessa maniera una analisi più attenta sembra pure destinata a correggere molte delle perplessità che ad un primo impatto potrebbero affacciarsi a proposito della produzione della maturità e del periodo successivo. Se infatti dal volgere degli anni Cinquanta in poi Napoleone si direbbe sostanzialmente arroccato sugli esiti precedenti, certi apporti di maggiore freschezza e di più disinvolta libertà di dettato, che di frequente si insinuarono nelle sue prove, sembrano presentare il segno di una intima e peculiare evoluzione.
I suoi dipinti si traducono in molti casi nella rievocazione ora festosa ora accorata di un mondo amato e perduto, e perciò stesso non in una meccanica trasposizione di situazioni oggettive, quanto bensì nel recupero di una dimensione della fantasia e dello spirito. Volendo probabilmente ribadire proprio questo, che è uno degli aspetti predominanti della sua ispirazione e della sua creatività, egli venne, fra l'altro definito "poeta di un mondo raccolto in esilio ed in attesa".
La sua pittura, tuttavia, non si limita al recupero di una dimensione lontana e sognata, giacchè assai spesso le ragioni della sua opera si fanno più complesse, proprio perchè essa, sia pure "nei limiti di una sapienza tecnica tradizionale, rivendica una sua attualità".
In quale direzione sia poi da ricercare la ,sua attualità, lo evidenzia in buona sostanza quella "inquadratura di storia recente" che a Carlo Emanuele Bugatti parve "necessaria per poter capire l'opera di Arduino Napoleone, e che vale qui la pena di richiamare per qualche tratto.
II Bugatti, che fra l'altro diresse la rivista "Arte/Nuova Critica Europea", aveva conosciuto Napoleone nel 1961, quando questi "era un pittore già affermato che veniva cogliendo in quell'anno uno dei riconoscimenti più importanti: il premio ITALIA 61, a Torino".
Rammentando che l'ondata della contestazione culturale e giovanile italiana germinava già il quel 1961 anche se avrebbe dato le sue prove più eclatanti nel '68, egli sosteneva che "in effetti, la cultura italiana non aveva alcuna necessità di attendere le teorizzazioni marcusiane poichè la teoria della sottosituazione era già per noi una realtà da toccare con mano: un nord ricco ed un sud sottosituato, privo di ipotesi di situabilità per l'assenza di industrie e per l'arretratezza dell'agricoltura, falciato in più dalla piaga dell'emigrazione.

Arduino Napoleone a Chieti

Il terzo mondo era metà di noi stessi. In quel 1961 Arduino Napoleone rappresentò per me e forse per molti altri uomini di cultura italiani il testimone per immagini (e non per allusioni) di una realtà dolorosa, che il nostro paese avrebbe dovuto affrontare e risolvere per attuare quella Costituzione che era l'espressione della volontà popolare resistenziale.
In termini di impegno Arduino Napoleone costituiva altresì una testimonianza alternativa alle concezioni montanti della contestazione totale, rappresentata dalle avanguardie informali (e successive filiazioni). Arduino Napoleone credeva nel colloquio con aggancio non so quanto cosciente alle contemporanee idee che Bagolini esprimeva nei suoi corsi universitari di Teoria dello Stato presso l'Università di Bologna e sottintendeva con la chiarezza delle sue immagini una volontà di raccordare le volontà, che necessariamente si sarebbe sottratta poi al massimalismo rivoluzionario di una contestazione destinata ad emarginarsi sempre più attestandosi su posizioni di sterilità e di isolamento politico nei confronti della stessa sinistra popolare italiana (cattolica e marxista).
Diciamo, con il senno del poi, che Arduino Napoleone aveva inteso per la rara capacità d'intuizione - che è virtù dell'artista - che un problema profondo, quello del sud, avrebbe potuto essere risolto solo dalla volontà di tutto un popolo,,.
Nè l'ampia nota è priva di allusioni al carattere del Pittore e al tipo di impegno che questi scelse per se in anni in cui , come è noto, l'essere "impegnati" equivaleva ad una professione di idee dal complesso ventaglio di valenze culturali e politiche, talora idonea anche a favorire l'inserimento in un circuito di agganci e che per molti si rivelò utile complemento per ascendere agli onori di una ribalta diversamente inattingibile. Napoleone invece fu un artista legato alla grande tradizione figurativa meridionale, che vive isolato. Non fa politica. E lontano dagli ambienti della cultura (impegnata) italiana. Ha inseguito una sua via personale all'impegno. Il suo è un lavoro culturale ed estetico insieme. Ma è un lavoro che per avere un senso, ha un senso solo nella dimensione della storia della sua gente (...): la povera gente d'Abruzzo dignitosa nella sventura, misera d'una miseria necessitata, laboriosa di un lavoro che non può dare i frutti del riscatto, paziente per la speranza della giustizia.

Si può quindi concludere, in adesione a quanto Lionello Venturi ribadiva alle soglie degli anni Quaranta introducendo una delle sue opere più note che forse non sfuggì neppure a Napoleone, come, nel tentativo di "ricostruire la personalità dell'artista» e nello sforzo di "comprendere se essa si sia assorbita nella propria immaginazione creatrice, la via più proficua da seguire debba partire dalla considerazione di fondo che "l'immaginazione di un artista non lavora nel vuoto, ma in un mondo storicamente concreto".

Veduta di Palena

Inoltre, poiché "un pittore non inventa linee, forme e colori", visto che "egli ha imparato dai suoi maestri, dai suoi compagni, da pitture del passato, e che il più delle volte "fa la sua scelta" proprio sulla base di queste componenti, si rende indispensabile rintracciare nell'opera di Napoleone il segno della formazione scolastica e delle predilezioni elettive che lo indussero a seguire certi indirizzi a preferenza di altri. L'approfondimento di queste radici potrebbe oltretutto fornire un contributo utile a chiarire alcune fra le ragioni che determinarono in lui quel consapevole e spesso caparbio rispetto per i valori del passato, attraverso il quale mediò la sua visione lirica della realtà ed espresse una sua peculiare misura del tempo presente, ma che d'altro canto valse pure a farlo sentire un isolato ed un solitario, come mostrò persino nei modi scelti per vivere la sua quotidianità.
II che comporta anche la necessità di scandagliare fra le esperienze di vita e di valutare il peso delle problematiche sottese dalla sua realtà quotidiana tenendo ancora nel debito conto il fatto che per ogni pittore "l'ambiente in cui vive condiziona la sua cultura, i suoi ideali, il suo atteggiamento religioso"..

Ripercorrendole attraverso la chiave di lettura che richiede la peculiare scelta linguistica si scorge nelle prove di Arduino la valenza di un messaggio animato da una propria efficacia, che, prendendo l'abbrivio dalla narrazione appassionata di un mondo amato e perduto, trova spesso, e specie ove il pittore pare affrancarsi dalla più stretta sudditanza all'ordito narrativo, pagine di pittura fine a se stessa, la cui efficacia prevalentemente si affida alla funzione animatrice di un colore autonomamente inteso e non privo talora di squarci dal limpido e puro cromatismo. Si tratta di momenti pittorici che assumono un ruolo fondamentale e centrale in molti suoi dipinti anche rispetto alle proposte tematiche, che in diversi casi peraltro si rivelano occasione piuttosto che motivo portante o nodale della sua creatività, come suggerisce l'impressione, rapida e succosa, della Vaporiera sul molo, che mostra il piglio di una personalità e di una sua forza pittorica, per quanto neppure essa immemore per certi versi di Siviero. Ma soprattutto lo pone in evidenza l'impostazione disinvolta, larga e succosa di Lontananze ( l'opera in copertina), che non a torto egli annoverò fra i suoi "dipinti importanti», nella coscienza di come questa tela equivalesse a "qualcosa che va oltre la solita ricetta paesistica, fino a tradursi nella più pura interpratazione di un profondo stato d'animo.
Attraverso i neri grassi e lucidi, chiamati a scandire in questa prova le ocre e i bruni delle erbacce, per lo più evocate con l'affine foga degli impasti spessi riservati alle pietraie risolte in brani di più larga e fervida materia cromatica, focalizza con abilità i valori del colore nella luce e nella mobilità dell'aria aperta. Sicchè, risolvendo in chiave personale certe memorie cammaraniane e sivieriane che anche in questo caso si intravedono, riesce ad annotare con efficacia pittorica e descrittiva i particolari di una terra arida e ingrata e, quindi, lo slargare a perdita d'occhio della piana.

"La piana di Palena"

Nell'altra ampia tela ispirata pure a La piana di Palena, che ribadisce anche come egli non fosse nuovo al paesaggio dal vasto orizzonte prediletto anzi in diversi casi, ritornano, oltre l'ombra densa che inumidisce i verdi e i bruni del primo piano, le medesime brulle pietraie a schiudere la distesa dei sassi e dell'erba ingiallita che si protrae fino ai monti lontani avvolti da un cielo di nuvole inquiete. Non vi ricorrono, però, nè gli stessi umori ne vi si respira la stessa libertà di fattura di Lontananze, per quanto vi si potrebbe riconoscere una sorta di impressionismo del tutto personale che sembra derivare direttamente dalla pittura di genere a cui fa anche pensare la solitaria presenza dei suoi "anti-eroi" che pure qui «sembra nascondano il volto, come per rimanere anonimie.

Nella foggia, questa volta, dei grandi massi bianchi calcinati dall'Aventino, sono di nuovo le pietraie a ripresentarsi con una forza di cromatismi e di impasti dalla diversa freschezza, ma con non minore efficacia, fra le scansioni rapide e succose del Ponte nella valle, una tela compresa fra le poche che il Pittore conservò per se.
Non mancano dunque elementi idonei a lasciar condividere l'idea che, "frutto di una lunga e coscienziosa applicazione", la sua pittura avesse finito con il raggiungere uno stile che rappresenta una felice fusione tra la lezione tradizionale e l'inquieta sensibilità moderna, e che, pertanto, la sua produzione non debba venire considerata «esclusivamente un epigono del passato".
Spesso comunque il ventaglio degli argomenti prescelti riporta ai luoghi d'origine, come accade nella bella scansione cromatica della Veduta di Palena, oppure àncora il Pittore alla nostalgia del mondo perduto, di cui rivisita continuamente situazioni ora

La Novena di Natale .

bucoliche, ora intimistiche, il più delle volte riconnesse alla pace più sognata che reale di una dimensione locale, ai caratteri ed ai personaggi del paese natio, all'epopea di un Abruzzo pastorale ed incontaminato. E' il caso per esempio della Novena di Natale , un soggetto che Napoleone riprese più volte fino all'ultima edizione, realizzata con matite colorate poco prima di morire, ed in cui instancabilmente tentò di ricostruire l'immutato fascino che su di lui continuarono sempre ad esercitare le antiche tradizioni natalizie, trasfigurando in questo caso la Chiesa di San Cataldo di Palena, alla volta della cui porta illuminata rivedeva ancora avviarsi, nelle mattine o nelle sere precedenti la Notte Santa, i personaggi della sua infanzia.....