Solano

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Una sinfonia selvaggia di toni cromatici paradossali

Ossessivi si sgretolano i colori di quelle tele, apparentemente inerti, ma, nel loro inventano intimo, travolgenti in una sinfonia selvaggia di toni cromatici paradossali, cupi, drammatici, che infittiscono aggrovigliando la realtà. Introspezione dell'io; frantumata disarticolazione di armonie e di equilibri; momento destruente per sentimento e ragione; smania di un intreccio tra il concetto dell'angoscia e la qualità pittorica; sostanziale analitico degli opposti che introduce a quelle conclusioni logiche e rigorose del tardo impressionismo. Fonti, visto a Nicotera, non ha, infatti, "quella malinconia sentimentale" cara a Van Gogh, ma qualcosa di originale che batte fortemente dentro, che strozza il palpito del cuore simile al nodo represso di un pianto senza lacrime. Lezione iniziale? Segmentazione convergente per la costruzione di una retta infinita? Tuttavia, il percorso tematico è già molto complesso. Un tessuto ordito d'inquietudine e tormento, sorretto dallo spontaneo "concettuale", i cui segni intercomunicanti sono marcatamente definiti, ora da scheletri vegetali, ora da casolari in solitudine, in cronotipia di scuri stupendi e apocalittici emergenti a vitalizzare l'infinito, squarciati da fessure di luce se i tenui gialli schiudono illuminanti, con forza, il richiamo di orizzonti lontani pieni di fascino e di vita. E' il dramma del reale assorbito tra combinazioni di colori delicati in una consapevole definizione degli spazi compositivi sia che vengono campiti, in un rantolo senza bestemmia, in uno spasimo senza richiami di fede bigotta. Sono volti di ogni giorno raccattati tra i campi e per le strade, una trama di apparenti contraddizioni: sintesi dell'uno e polivalenza del molteplice. Da qui la scaturigine di un messaggio sociale che non può essere considerato delirante monologo o pretesa febbre etica, ma comunicazione estesa agli uomini per gli uomini. Non quindi il mitico delle comune antologie pittoriche, bensì il senso antiborghese e anticonformista di chi vive la caduta verticale di una società senza ideali. Un uomo solo?... Forse alla ricerca dell'anima riposante nella sfera dell'intermediario, tra l'estasi e la propria indomabile insofferenza.

Achille Solano

(Proposte, n. 12/1992)