Un modello termocinemolecolare per il dimensionamento dei tubi di De Laval nei razzomodelli

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Diego Vecchio     alpha.cygni@libero.it

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Premessa termodinamica

I gas che danno propulsione ad un razzomodello (o ad un razzo vero) hanno origine in una camera di combustione e, attraverso un ugello detto anche tubo di De Laval, raggiungono l’ambiente esterno, dove trovano la pressione atmosferica, che indichiamo con .

 

Il tubo di De Laval consiste in un restringimento progressivo della camera di combustione (detto strozzatura nella sua sezione minima) che serve a far acquisire velocità ai gas di scarico, e in un successivo allargamento progressivo che li porta in modo indisturbato fino a , dal valore di pressione originariamente maggiore nella camera di combustione.

Senza la strozzatura i gas non acquisterebbero velocità; senza l’allargamento i gas non si espanderebbero fino alla pressione atmosferica.

L’aspetto dell’ugello assume dunque il tipico andamento convergente – divergente, come in fig. 1.

 


 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

Vi si identificano tre sezioni. Sez. 1, corrispondente al diametro della camera di combustione; Sez. 2, corrispondente al diametro della strozzatura; Sez. a, che corrisponde allo sbocco in atmosfera libera.

Se assumiamo che i gas si trasformino in modo adiabatico dalla camera di combustione fino all’esterno, attraversando dunque l’ugello, riscontriamo le seguenti relazioni fra le loro proprietà nelle Sezioni 1, 2, a, da essi incontrate in successione cronologica:

 

 

 è il volume specifico. Questi concetti sono espressi nel grafico di fig. 2, dove la trasformazione adiabatica è appunto compresa fra le isoterme estreme  con passaggio dall’isoterma intermedia .

Di questi sei parametri che descrivono l’espansione dei gas, siano noti quelli di Sez. 1 e  che è la pressione atmosferica.

L’essere la trasformazione adiabatica permette poi di scrivere:

 

 

relazioni che valgono anche ponendovi l’indice  in sostituzione del

 è il rapporto dei calori specifici a pressione costante e volume costante, e dunque è un numero puro.


 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dimensionalmente, poiché facciamo uso del Sistema MKSA, valutiamo le pressioni come, le temperature  e i volumi specifici .

Il volume specifico di un gas è il reciproco della sua densità ; dunque .

Il tubo di De Laval è dimensionato ottimalmente se, nella strozzatura (Sezione 2), la velocità dei gas è uguale alla velocità del suono in essi, che vale:

 

 

con , ed  la costante dei gas, con le dimensioni qui esplicitate.

 

il modello termocinemolecolare

Questo modello considera il gas come un insieme di parti elementari descritte  dai seguenti attributi: volume specifico, temperatura, pressione e velocità, variabili nel corso della trasformazione dalla camera di combustione all’uscita.

Calcola dunque le espressioni di questi attributi in funzione dei punti significativi del tubo di De Laval (ingresso, strozzatura, sbocco in ambiente  ), nel rispetto dei vincoli geometrici delle sue dimensioni, e ricava la distribuzione delle pressioni al suo interno da cui, per integrazione sulla superficie, la forza di spinta che complessivamente dà propulsione al razzo.

La parte elementare di gas, ancora non meglio specificata, è chiamata, da questo momento, equimolecola (EQM), ed è descritta dal vettore di quattro termini, funzione dell’ascissa  del tubo di De Laval:

 

In fig. 3 le EQM  sono rappresentate come sfere, e ciascuna ha il volume specifico  funzione dell’ascissa  in cui si trova, alla quale corrisponde anche la sezione .

Le EQM si espandono e si raffreddano, mentre procedono verso l’uscita del tubo di De Laval.

E’ dunque giocoforza che, nel tratto convergente, uno strato inizialmente complanare cominci a disporsi su più strati nel corso del suo procedere, e si trovi disposto sul numero massimo di  strati nella sezione  della strozzatura.


 

 


 

 

 

 

 

 

 

Invece nella sezione divergente il numero  di strati può essere mantenuto invariato, perché pensiamo di allargare il tubo di De Laval in proporzione all’aumento di volume specifico delle EQM (è quello che intendiamo per espansione indisturbata).

Si possono introdurre le seguenti grandezze:

Si ha allora:

Il numero degli strati  in , che per il modello sono tutti paralleli fra di loro, è allora:

 

 .

 

La lunghezza  transita per  nello stesso intervallo di tempo  in cui   transita per  , per cui si può scrivere:

 

e dividendo m.a m. si ottiene infine:

che è la ben nota equazione di contimuità per fluidi comprimibili (cioè a volume specifico variabile).

In essa supponiamo noto  (che faremo discendere dalla conoscenza del propellente caricato e dalla sua combustione), il rapporto delle superfici  (che fisseremo con criteri di sicurezza, in quanto la strozzatura non deve eccedere certi valori limite), ed anche (che è la velocità di transito delle EQM nella camera di combustione, e faremo discendere dalla conoscenza del rateo di combustione del propellente, espresso ad esempio in ).

Tanto basterebbe per disegnare la parte convergente del tubo di De Laval; ma per progettare anche la parte divergente (che influenza del resto il corretto funzionamento di ciò che sta a monte) necessita la conoscenza di  e , del tutto incognite, che sono il volume specifico e la temperatura assunte dalla EQM nella strozzatura.

Tuttavia sappiamo che, nella strozzatura di sezione , le EQM devono possedere la velocità del suono; dunque devono soddisfare alla relazione:

dalla quale si ricava:

    .

 

Da   e  e dall’equazione di continuità discendono:

 

     [1] ;

       [1 bis] ;

    .

 

Il vettore nella Sezione 2 (strozzatura) è dunque completamente noto dalle equazioni precedenti:

 

  .

 

Mettiamoci adesso nella parte divergente, e precisamente nella Sezione a, dove è nota la .

Dall’equazione dell’adiabatica possiamo scrivere:

        [2] .

Poiché l’espansione è supposta avvenire senza rimescolamento degli strati (tanti strati in  quanti in ), si può istituire una relazione di proporzionalità fra queste sezioni e quelle delle EQM, per cui:

       [3] ;

La stessa ipotesi permette di dire che le lunghezze  e  transitano nelle rispettive sezioni nello stesso intervallo di tempo , per cui si può scrivere:

 dividendo m.a m. si ottiene:

 

   .

 

La temperatura dei gas all’uscita è ricavabile sempre da una relazione dell’adiabatica:

.

In questo modo è noto il vettore .

 

dal punto di vista progettuale

Riteniamo noto il vettore  nella camera di combustione (nel prossimo paragrafo vedremo come).

Riteniamo noto  e, con scelta di opportunità (come il non eccedere certi rapporti, consolidati come sicuri dall’esperienza), anche . Con la [1] si calcola ; con la [1 bis] si calcola  e con la [2] si calcola  ,  necessari per applicare successivamente la [3]. Infine, con quest’ultima appunto, si calcola .

Per calcolare la spinta esercitata dal motore del razzo, si potrebbe procedere ricavando il profilo della pressione lungo l’ascissa  del tubo di De Laval, ottenendosi la funzione , da integrare lungo la superficie.

Per i razzomodelli è più semplice tuttavia ritenere  lineare fra due estremi, che sono  nel tratto convergente, e in quello divergente.

La spinta del motore del razzomodello è allora:

 

   , misurata in  .

 

chimica-fisica  del  propellente

Ipotizziamo di far uso del propellente composto dalla miscela di cui presentiamo nel seguito un’interpretazione delle reazioni di ossiriduzione:

 

 

 


da cui, sommando m.a m., si ottiene:

  .

L’equazione chimica permette di ricavare la composizione ponderale del propellente, a partire dalle masse molecolari degli elementi chimici che lo costutiscono in origine (membro di sx dell’equazione), e dal loro coefficiente di Lavoisier (MML=masse molecolari * coeff. Lavoisier):

 

 

Sui gas di scarico (membro di dx dell’equazione) possiamo calcolare la MML e la massa molecolare di una “molecola fittizia”, media ponderale delle molecole che lo compongono:

 

coeff.

Lavoisier

composto

massa

molecolare

MML

1

61.982

1*61.982=61.982

2

30.008

2*30.008=60.016

1

46.07

1*46.07=46.07

3

44.011

3*44.011=132.033

1

18.016

1*18.016=18.016

1

16.043

1*16.043=16.043

1/2

64.066

(1/2)*64.066=32.033

 

 

 

Totale=366.193

 

La massa molecolare della “molecola fittizia” dei gas di scarico è data dunque da:

per cui si può scrivere, per questo propellente:

Procuriamoci adesso il valore della costante dei gas,  in unità MKSA, partendo dalle unità chimiche   ; ;  gli ultimi due valori essendo tipici del propellente ipotizzato.

Si ottiene  Le ultime sono appunto le unità MKSA, e il coefficiente numerico che le esprime varia a seconda del propellente, perché varia la massa molecolare (dunque  espressa in unità MKSA non è una costante universale, mentre lo sarebbe se invece dei  si facesse uso delle ).

A questo punto, conoscendo la densità con cui il propellente è caricato nella camera di combustione, , possiamo calcolare  con l’equazione di stato dei gas, sempre in unità MKSA; , temperatura di combustione, è da ritenersi nota, così come la lunghezza  della camera di combustione (che del resto è indifferente nel calcolo della):

con le unità di misura MKSA che servono alla bisogna, ;  dunque la pressione si troverà espressa in

Alla conoscenza della EQM nella camera di combustione mancano ancora:  e .

Per calcolare il primo parametro bisogna conoscere il rateo di combustione del propellente, , nell’ipotesi che, in un dato istante, la combustione progressiva del propellente espella i gas che si erano già formati. Questo parametro è un dato sperimentale del propellente.

 

La quantità di propellente che deve bruciare è data da   e ciò avviene nel tempo:

 possiamo immaginare che ogni molecola di gas, che si origina dalla reazione chimica, debba percorrere il tratto di camera di combustione fra il fronte di fiamma e l’imboccatura del tubo di De Laval, che non è costante ma aumenta da 0 a L durante la combustione stessa.

Poniamo perciò:

 , in unità

 

Per quanto riguarda  volume specifico della EQM in  esso vale manifestamente , in unità , perché la massa del propellente incombusto è uguale a quella dei gas di scarico, ed il volume della camera di combustione è un invariante.

 

Con questo, si hanno tutti gli elementi teorici (non ancora le costanti sperimentali) per tentare un progetto. Le costanti sperimentali, del resto, dovrebbero essere note nella letteratura della razzomodellistica, o fatte discendere da una sperimentazione abbastanza accessibile.

 

Ancora un commento sul concetto di equimolecola (EQM): come sarà adesso chiaro, le EQM sono un volume variabile che è a disposizione di una massa di entità costante. Così, ad esempio, un kg (o un grammo) di gas è manifestamente una quantità invariabile nel corso della trasformazione, ma il volume di cui questa massa può disporre è variabile durante la stessa, perché il gas si espande mentre percorre il tubo di De Laval. Dunque, a parità di massa, il volume di cui questa dispone è variabile nel tempo.

Si è convenuto che questo volume si espanda, mantenendo la forma sferica. Si è anche fatta l’ipotesi che i volumi sferici delle EQM si tocchino, senza compenetrarsi.

 

 

Federazione Missilistica Europea