Isola d'Elba 1999 |
Le vacanze di Pasqua sono un'occasione da non
perdere per spezzare la monotonia del periodo lavorativo che va dalle vacanze di Natale
fino alle ferie. I giorni sono pochi e quindi non si puó andare troppo
lontano. Ci
serviva quindi una meta abbastanza vicina. L'isola d'Elba é sembrata subito la scelta
ideale. |
Protagonisti: Simo (Simone Lavezzo) sulla vecchia ma inarrestabile Yamaha XJ750. Steo e Paola (Stefano Togliatto e Pierpaola Pilotti) su Yamaha XJ 600 del 1993 Ezio e Roby (Ezio Bianco e Roberta Togliatto) su Honda VFR 750 del
1985 |
Giorno 1 Sabato 3 Aprile 1999: Partenza.
Ritrovo a Villanova Io, Simo, Steo e Paola. Tangenziale di
Torino fino all'imbocco con l'autostrada Torino-Savona. Molto divertente
la guida su quella autostrada perché ci sono tratti in cui le corsie
sono tre, tre in totale: due in un senso e una nell'altro quindi quando
ci si trova nei tratti ad una sola corsia le macchine sono costrette
a rallentare e ad incolonnarsi dietro qualche pulman o qualche camion
Lo so che anche noi in moto dovremmo farlo.... peró: dovremmo. Usciamo
a Ceva. Noi meno facciamo autostrada e meno siamo depressi alla fine
del viaggio. Da Ceva facciamo il colle di Nava per raggiungere la
Liguria ed in particolare Finale Ligure. Ci fermiamo anche a fare
un paio di fotografie in questa si
intravvede
il mare (anche se non é proprio palese). Questa
invece é una foto di gruppo durante la sosta. Molto bella la strada
sia a salire che a scendere anche se nel nostro giro veloce siamo
stati disturbati dalle scie di alcuni... camper. |
Giorno 2 Domenica 4 Aprile 1999: Pasqua
e traghetto.
Risveglio e preparazione per la partenza. Imbocchiamo l'autostrada
con meta finale Piombino. Molto impegnativa l'autostrada ligure in
special modo il tratto prima di Genova. Arrivati a Livorno
usciamo dall'autostrada e continuiamo il nostro viaggio verso Piombino
in statale. A Piombino ci procuriamo un biglietto per il traghetto
che per nostra fortuna partiva di li a pochi minuti. Un po' di apprensione
per come vengono trattate le nostre Bimbe dagli inservienti, ma i
nostri occhi vigili non le abbandonano sino al termine delle operazioni
di imbarco. Operazioni di imbarco che consistono semplicemente nel
legare le moto alle pareti del parcheggio con robuste cime. Se dovete
prendere un traghetto con la vostra moto vi consiglio di portarvi
un buon elastico per legare la leva del freno anteriore in modo che
la ruota rimanga frenata e la moto non possa scendere facilmente dal
cavalletto. Con piacere notiamo che non siamo gli unici motociclisti
imbarcati. Il viaggio sul traghetto anche se dura poco meno di un
ora é molto noioso. Scattiamo questa foto
dal ponte del traghetto mentre ci avviciniamo alle coste dell'isola
D'Elba. Scesi dal traghetto (per primi visto che eravamo saliti per
ultimi) Iniziamo il giro dell'Isola. Non lasciatevi ingannare dalle
dimensioni ridotte dell'Elba. Le sue strade sono molto tortuose e
lente. Se poi a questo ci aggiungete il traffico dei vacanzieri pasquali....
scoprirete che a fare il giro dell'Isola ci vuole tutto il pomeriggio.
Per riempirci la pancia di fermiamo in un ristorantino lungo la strada.
Ovviamente il prezzo é una LADRATA eccezzionale, quindi se credete
a me evitate i ristorantini e preferite qualche cosa di meno esoso.
Ripartiamo con il portafoglio molto piú leggero di quanto si sia appesantito
lo stomaco per il nostro giro turistico. Proseguiamo sulle tortuose
e tutt'altro che larghe stradine dell'isola e facciamo una piccola
sosta per ammirare il panorama di un porticciolo.
Scattiamo anche una foto di gruppo. E
Simo ne fa una a me mentre sono in azione
sulla Bandita. Non fate caso alla foto, Simo puó fare un sacco di
cose ma non il fotografo: é uno dei piú negati.... dopo Paola ovviamente. |
Giorno 3 Lunedí 5 Aprile 1999: Traghetto
e ritorno. Visto che l'albergo era veramente solo per dormire usciamo per fare colazione al bar sulla passeggiata dove avevamo terminato la serata precedente. Rapida ma abbondante abbuffata. Carichiamo le moto e ripartiamo. Breve giretto giusto per trasferirsi fino a Porto Ferraio dove troviamo un traghetto che sembrava lí ad aspettarci. Facendo i biglietti scopriamo anche che in un solo giorno siamo passati da bassa stagione (ieri) ad alta stagione (oggi) con un considerevole aumento del prezzo del biglietto. Tempo di attesa per l'imbarco praticamente nullo. Classica scena apprensiva mentre i mariani (educati come cinghiali) legano le moto. Andiamo a trovarci un posto sul ponte per goderci meglio il viaggio e mentre siamo li ad aspettare che il traghetto levasse le ancore vediamo anche arrivare un'altro traghettino(notare che la barchetta che si vede vicino non era un modellino) che stava arrivando nel porto. Mentre usciamo dal porto facciamo anche qualche fotografia per finire il rullino (foto1 foto2). Come ho appena detto dovevamo finire il rullino quindi ci sprechiamo a fare un po' di foto inutili: Simo, piloti(da sinistra: Simo, io, Steo e Ezio), passeggere (da sinistra: Roberta e Paola). Scendiamo a Piombino e ripartiamo verso Livorno. Poche le soste e ancora meno gli aneddoti. Autostrada per casa. Mentre percorriamo l'autostrada troviamo anche una quindicina di chilometri di coda che peró ci fá letteralmente un baffo. Ci ritroviamo spesso in mezzo a gruppi di 20 o piú moto mentre procediamo un po' in mezzo alle corsie o sulla corsia di emergenza. A Ceva ci separiamo da Ezio e Roberta che abbandonano l'autostrada per dirigersi verso casa. Noi continuiamo il viaggio molto monotono. Sulla tangenziale di Torino ci separiamo anche noi e anche questo viaggio é finito. Riassunto: |