Il futuro




... al di là di qualsiasi possibilità di immaginazione.

         Da quando esiste, l'umanità sta cambiando. E stanno cambiando anche l'ambiente e le condizioni in cui l'umanità vive, modificati soprattutto dall'attività dell'umanità stessa. Questo processo di cambiamento non è lineare, ma sembra avere piuttosto le caratteristiche di un processo esponenziale, esplosivo. In circa quattro secoli, da quando è stato introdotto il metodo scientifico, nel '600, i cambiamenti sono stati molto maggiori che non durante tutto il periodo precedente. A volte ci facciamo vanto di questo, della potenza del metodo scientifico, della rapidità del progresso tecnologico. Eppure questo progresso sta ponendo l'umanità di fronte a problemi di una gravità e complessità estreme, di fronte a pericoli inimmaginabili. A ben guardare, bisognerebbe considerare con timore i cambiamenti troppo rapidi, perchè quando avvengono ciecamente, come quello che stiamo sperimentando, è molto probabile che siano nocivi e dannosi. I cambiamenti di grande portata, di grande scala, andrebbero attentamente considerati e programmati, e non abbandonati alla cecità del caso. L'umanità, nel suo complesso, dovrebbe pensare al proprio futuro, al proprio destino, e programmare ed agire per andare in una direzione piuttosto che in un'altra. Per fare questo occorrerebbe che ci fossero degli organismi sovranazionali, globali, costituiti da persone dotate di alto senso morale e grandi capacità di percezione e analisi, con il compito di elaborare e pianificare progetti strategici e stabilire le priorità più importanti. Ovviamente, sotto, dovrebbe stare un'umanità unita e partecipe al progetto, che collabori e che sia contenta quando impara qualcosa e vede un pò più in là, non persone che si sentono appagate quando comprano l'ultimo modello di cellulare o acquistano una macchina più lussuosa e più potente. La realtà è ben altra: i politici, che dovrebbero disegnare gli scenari del futuro, preoccuparsi dei problemi ambientali, stimolare la diffusione di valori degni quali la conoscenza e la solidarietà, prevenire i pericoli ed affrontarli, hanno la tendenza spiccata a litigare tra di loro, a lavorare ed agire solo per sostenere il proprio campanile e difendere i propri interessi, e la loro ottica è miope e sfocata. Chi ha qualcosa da dire viene zittito, e al contrario parla solo colui che alza di più la voce e ha il megafono per farsi sentire.
         Non c'è dubbio che quello attuale è un periodo di transizione: cosa ci aspetterà dopo? La risposta a questa domanda sarà determinata da come penseremo ed agiremo individualmente e collettivamente; potremmo costruire il Paradiso più bello, o precipitare nell'Inferno più inimmaginabile. Ma una cosa dobbiamo tenere sempre in mente: non possiamo permetterci di fallire. Perché la posta in gioco va al di là di qualsiasi possibilità di immaginazione.



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