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Igiene Ambientale

Rifiuti: tra l’illegalità e il colpevole silenzio
Comunicato stampa

Roma, 7 luglio 2005

Le notizie che in queste ultime ore stanno diffondendo le varie agenzie di stampa riacutizzano in maniera drammatica una delle “ferite” più gravi del Paese.

Lo smaltimento illegale dei rifiuti e, in particolar modo, di quelli pericolosi rischia di divenire sempre più una pratica e un comportamento generalmente ascritti come reati ambientali ma forse, vista l’ampiezza e la drammaticità dell’operazione denominata “pesciolino d’oro”, portata avanti dalla Procura della Repubblica di Alessandria, possono essere rivelatori di un malcostume diffuso nel tessuto sociale e produttivo del territorio, dagli aspetti gravi e devastanti per il presente ed il futuro della gente.

Certo imbarazza molto il silenzio dei grandi organi d’informazione e dell’opinione pubblica in generale ma non per questo il Sindacato può rinunciare al suo compito naturale: denunciare le storture e difendere i diritti dei cittadini e dei lavoratori che operano nel settore.

La legislazione di riferimento nulla può se la Politica non svolge compiutamente il suo ruolo. E questo colpevole ritardo trova un suo riscontro nella constatazione che i reati contro l’ambiente non sono ancora parte del Codice Penale.

Pertanto occorre sviluppare nel settore un forte sistema di legalità e trasparenza che, attraverso scelte importanti, con congrui investimenti e la previsione di controlli capillari da parte di tutti gli enti preposti, garantisca non solo l’esclusiva attività di polizia per la tutela del territorio, ma anche la qualità dei sistemi di smaltimento.

Le garanzie di un ambiente sostenibile per tutti i cittadini si creano attraverso l’espletamento deciso di scelte, da parte di chi deve decidere ed invece è distratto dalle boutades quotidiane.

Ovviamente il Sindacato, nel rispetto delle indagini in corso, non permetterà che i lavoratori delle aziende coinvolte pagare, magari da soli, magari con la sospensione dal lavoro, come è accaduto nei primi impianti sottoposti a sequestro.

Le famiglie di chi vive di questo lavoro hanno il sacrosanto diritto di essere tutelate dalle conseguenze di questa torbida vicenda attraverso l’assunzione di responsabilità da parte delle aziende stesse ma, soprattutto da parte degli amministratori che dovrebbero essere garanti della corretta gestione dei servizi pubblici.

A loro spetta, da subito, trovare strumenti che non penalizzino i lavoratori ed avviare una fase di ampia riflessione e confronto che, coinvolgendo le aziende del settore, pubbliche e private, dia quelle necessarie garanzie sul rispetto dell’ambiente, sulla qualità dei servizi erogati, sulla trasparenza e legalità, sulla buona occupazione.

Il Sindacato è pronto, come sempre, su questo piano, a fare la sua parte.

Le segreterie Nazionali

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