Scheda bibliografica:

Jacques Monod
IL CASO E LA NECESSITA'

(ed. Mondadori, Milano 1970)


1.
Gli artefatti sono il prodotto dell'attivita' di esseri viventi, che sono forze esterne all'oggetto stesso: analizzando le strutture e le prestazioni degli artefatti, e' possibile individuarne il progetto, sebbene non l'autore (pagg.22-23).
La struttura di un essere vivente, invece, non deve praticamente nulla all'azione di forze esterne ma tutto ad interazioni interne, morfogenetiche (morfogensei autonoma, pag.24). Sono proprieta' degli esseri viventi:
- L' invarianza, che e' la trasmissione e la riproduzione dell'informazione relativa alla loro struttura (pag.25); le macromolecole interessate sono gli acidi nucleici (pag.29), si tratta di un'attivita' orientata, coerente, costruttiva (pag.53).
- La teleonomia: il progetto teleonomico essenziale consiste nel trasmettere fra generazioni l'invarianza propria della specie (pag.27); le macromolecole responsabili delle prestazioni teleonomiche sono le proteine (pag.29) in quanto dotate di proprieta' stereospecifiche, cioe' discriminative a livello microscopico, in grado di riconoscere altre molecole dalla loro forma, a sua volta determinata dalla struttura molecolare (pag.54): strutture complesse risultano dall'associazione stereospecifica, che e' spontanea, di costituenti proteici (pag.89); la struttura compiuta e' gia' presente in potenza nei suoi costituenti, l'informazione c'e' ma e' inespressa, la sua costruzione e' una rivelazione (e non una creazione, pag.90).
L'invarianza precede di necessita' la teleonomia (pag.34), non e' incompatibile col secondo principio della termodinamica trattandosi di incremento locale d'ordine (pag.31) e puo' essere spiegata dalle leggi fisiche (pag.38): l'unita' di composizione di struttura microscopica e' alla base della prodigiosa diversita' delle strutture macroscopiche dei viventi (pag.55).
Il postulato di oggettivita' considera la teleonomia come una proprieta' secondaria e derivata dall'invarianza (pag.35), tutte le altre concezioni presuppongono invece l'ipotesi inversa:
a) le teorie vitalistiche limitano il principio teleonomico alla biosfera, cioe' alla materia vivente (pag.35);
b) le teorie animistiche concepiscono un principio teleonomico universale (evoluzione cosmica oltre che evoluzione della biosfera): "tali teorie vedono negli esseri viventi i prodotti piu' elaborati, perfetti, di un'evoluzione orientata in tutto l'universo e sfociata, perche' doveva sfociarvi, nell'uomo e nell'umanita' " (pag.36).
Esse proiettano nella natura inanimata "la coscienza che l'uomo possiede del funzionamento intensamente teleonomico del propri sistema nervoso centrale" (pag.40) e sono frutto, secondo l'Autore, di un'illusione antropocentrica (pag.49).

2.
Una teoria universale puo' elaborare solo previsioni di tipo statistico, mentre la biosfera e' un evento particolare e quindi imprevedibile (pag.52). Invece tutte le religioni, quasi tutte le filosofie e una parte della scienza costituiscono l'instancabile sforzo dell'umanita' di negare la propria contingenza (pag.52).
La nozione fondamentale e' quella di gratuita', la logica dei sistemi biologici di regolazione "non obbedisce alla logica di Hegel ma all'algebra di Boole, alla stessa stregua di quella dei calcolatori" (pag.81). Le scuole organicistiche o olistiche contestano l'atteggiamento analitico (che viene definito riduzionistico) perche' ritengono che un organismo complesso non sia una semplice somma delle proprieta' delle sue parti (pag.83): eppure le prestazioni teleonomiche vengono attivate gia' a livello di singola molecola proteica e lo studio dei sistemi microscopici "rivela che, negli esseri viventi, la complessita', la ricchezza e la potenza della rete cibernetica superano di gran lunga cio' che lo studio delle sole prestazioni globali dell'organismo, permetterebbe appena di intravedere" (pag.84); l'atteggiamento dei vitalisti che sostengono che le leggi fisiche sono insufficienti a spiegare l'embriogenesi e' giustificato solo dall'ignoranza (pag.39 e pagg.95-96).

3.
Tutto il mondo vivente, in scala microscopica, e' caratterizzato da unita': tutti gli esseri viventi sono costituiti dalla stessa struttura, due classi di macromolecole, proteine e acidi nucleici, che a loro volta derivano "dall'associazione di un numero finito degli stessi radicali: venti amminoacidi per le proteine, quattro tipi di nucleotidi per gli acidi nucleici" (pag.104); in tutti gli esseri viventi avvengono le stesse modalita' di funzionamento, utilizzando le stesse sequenze di reazioni per compiere le operazioni chimiche (metabolismo). I nucleotidi e gli amminoacidi sono l'equivalente logico di un alfabeto, in cui possono essere scritte tutte le diversita' di strutture e prestazioni (pag.105).
Ciascun essere vivente, uomo compreso, e' "al tempo stesso un fossile" (pag.155), porta con se' "le tracce, se non le stimmate, della sua ascendenza".
Il DNA e' l'invariante biologico fondamentale (pag.106): si tratta di un codice arbitrario dal punto di vista chimico, il trasferimento dell'informazione potrebbe infatti avvenire secondo altre convenzioni (pag.109).
Il sistema e' conservatore e chiuso su se stesso, e' cartesiano e non hegeliano; l'unico meccanismo possibile di modifica e' l'alterazione delle istruzioni in un segmento di sequenza del DNA (pag.111). Le alterazioni sono accidentali, "soltanto il caso e' all'origine di ogni novita', di ogni creazione nella biosfera" (pag.113), caso puro, liberta' assoluta ma cieca.

4.
Il concetto di caso distrugge ogni antropocentrismo (pag.113): l'evoluzione non e' rivelazione (come avviene nello sviluppo epigenetico), ma creazione di novita' assoluta (pag.116); non e' una proprieta' degli esseri viventi, ma si determina con le imperfezioni del meccanismo di conservazione delle molecole, che pure e' un meccanismo conservatore (pag.117).
L'avvenimento singolare, imprevedibile, iscritto nella struttura del DNA viene fedelmente replicato, esce dall'ambito del caso ed entra in quello della necessita': "la selezione agisce sui prodotti del caso" (pag.118); l'apparato teleonomico definisce le condizioni per l'accettazione o il rifiuto del tentativo nato dal caso (pag.119), la pressione selettiva avviene a livello di popolazione e non di individuo isolato (pag.120).
L'Autore distingue due significati del concetto di caso:
- Un significato operativo: in giochi meccanici e macroscopici non e' possibile in pratica lanciare il dado o dirigere la pallina con precisione sufficiente, anche se si puo' concepire una precisione altissima che limiterebbe l'indeterminazione dei risultati (pag.114);
- Un significato essenziale: si verifica nelle coincidenze assolute, che "risultano dall'intersezione di due sequenze causali totalmente indipendenti l'una dall'altra" (pag.114).
La sequenza casuale di ciascuna proteina viene riprodotta ad ogni generazione da un meccanismo che garantisce l'invarianza delle strutture (pag.99): l'evento casuale viene riprodotto dal meccanismo dell'invarianza e diviene regola, ordine, necessita': "da un gioco completamente cieco, tutto per definizione puo' derivare, ivi compresa la vista" (pag.100).
La biosfera ed anche la comparsa della specie umana sono avvenimenti unici, "il destino viene scritto nel momento in cui si compie e non prima" (pag.141), la probabilita' a priori che nell'universo si verifichi un avvenimento particolare fra tutti quelli possibili e' quasi nulla e la scienza non puo' dire nulla relativamente ad un avvenimento unico (pag.141); il nostro numero, scrive l'Autore, "e' uscito alla roulette: perche' dunque non dovremmo avvertire l'eccezionalita' della nostra condizione, proprio allo stesso modo di colui che ha appena vinto un miliardo?" (pagg.141-142).

5.
Nella scienza esiste un elemento platonico (pag.103), ogni legge fisica, ogni sviluppo matematico, definiscono una relazione di invarianza: "la scoperta degli invarianti rappresenta la strategia fondamentale adottata dalla scienza per analizzare i fenomeni (...) le proposizioni piu' fondamentali formulate dalla scienza sono postulati universali di conservazione" (pag.102).
La scienza e' fondata su un assioma di valore che e' il postulato dell'oggettivita', che a sua volta distingue i giudizi di conoscenza dai giudizi di valore (pag.167) e richiede la rottura radicale con la tradizione animistica che finora ha cercato di risolvere l'angoscia derivante dall'esigenza innata di una spiegazione totale (pagg.162-163): l'uomo scopre ora "la sua completa solitudine, la sua assoluta stranezza" in un universo che e' "sordo alla sua musica, indifferente alle sue speranze, alle sue sofferenze, ai suoi crimini" (pag.165).
I sistemi tradizionali imponevano i valori fuori dall'uomo, l'etica della conoscenza (il postulato dell'oggettivita') e' imposto dall'uomo stesso, e' una sua scelta arbitraria (pag.168).

6.
La funzione di simulazione soggettiva diventa nell'uomo la funzione superiore, creatrice, e si riflette nel simbolismo del linguaggio (pag.150): la riflessione, anche degli scienziati, al livello piu' profondo e' un'esperienza immaginaria; nell'uso corrente, "il processo di simulazione e' completamente mascherato dalla parola che lo segue quasi immediatamente e sembra confondersi con il pensiero stesso" (pag.151). Se forniti degli elementi di informazione necessari, possiamo descrivere gli avvenimenti in forma simbolica e prevederli (pag.152); l'evoluzione culturale diventa possibile pero' solo quando il contenuto di un'esperienza soggettiva puo' essere comunicato.
Lo sviluppo del linguaggio simbolico nell'uomo e' un avvenimento unico nella biosfera, che ha aperto la via ad un'altra evoluzione, quella culturale, delle idee, conoscitiva (pag.127): non si conoscono linguaggi primitivi, il livello di complessita' e' praticamente identico in tutte le razze della nostra unica specie (pag.128); l'analisi linguistica rivela una forma comune a tutte le diverse lingue umane (pag.134).
L'apprendimento della lingua nei primi due-tre anni di vita del bambino e' sbalorditivo ed e' "il riflesso di un processo embriologico" (pag.132). Il programma geneticamente determinato guida l'apprendimento (pag.148) ed e' esso stesso derivato dall'esperienza, attinta a caso, severamente selezionata ed accumulata nel corso dell'evoluzione della specie (pag.149).
L'uomo appartiene contemporaneamente a due regni, la biosfera e il regno delle idee, ed "e' al tempo stesso torturato e arricchito da questo dualismo lacerante che si esprime nell'arte, nella poesia e nell'amore umano" (pag.170).
Nelle societa' moderne la dissociazione fra evoluzione culturale ed evoluzione del genoma e' totale, non ha piu' nulla di naturale (pag.156); lo stesso meccanismo di difesa della specie dalla degradazione (malati genetici) agisce solo nei casi piu' gravi e, a lunga scadenza, rappresentera' per la specie un pericolo certo (pagg.157-158).

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