Scheda bibliografica:

John Dunn
STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE

(ed. Jaka Book, Milano 1992)


1.
Si tratta di un libro sul metodo da seguire per scrivere una storia del pensiero politico, storia che testimonia non solo quanto sia volubile l'interesse umano, ma anche quanto siano volubili il significato e le circostanze del proprio oggetto, cioe' la politica stessa (pag.10).
la politica, secondo l'Autore, e' un dominio autonomo, una dimensione o forma particolare di attivita'/azione umana, condizionata da informazione imperfetta e rigidi vincoli (pag.14); in un'altra parte del libro la politica viene pero' definita come "uno spazio ampio, diffuso e indistintamente collocato dell'azione, dell'esperienza e dell'interpretazione umane" (pag.55).
La congiunzione di tre elementi rende difficile da comprendere la politica:
- la necessita' di beni per vivere bene;
- la preminenza dei beni che richiedono reciproca cooperazione;
- la "intensa difficolta' pratica" di questa cooperazione (pag.59).
Tutti i grandi testi di teoria politica hanno qualcosa di rilevante da dire su almeno uno di questi tre elementi.
Per Aristotele, secondo l'Autore, la politica e' un agire umano parzialmente cooperativo e parzialmente conflittuale per condividere un bene nell'ambito della vita collettiva (pag.65).

2.
La teoria politica non e' assimilabile alle scienze della natura, e' intensamente storica: tutti i termini centrali della politica hanno un'origine storica (pag.14); una storia dei termini politici cruciali in Germania e' stata scritta da Reinhart Kosellek (pag.40), ma una storia completa dei concetti politici deve ancora essere scritta. La comprensione della politica non e' aumentata nel tempo ma, con il progredire delle conoscenze scientifiche e della capacita' umana di distruzione, e' cresciuta la sua importanza: "la politica non e' mai stata cosi' importante nella storia dell'uomo" (pag.13).
L'esperienza occidentale della politica non e' l'unica, ogni tradizione storica ha prodotto pensiero politico (pag.20); inoltre, sottolinea l'Autore, scrivere o insegnare storia della teoria politica significa fare, anche, attivita' politica (pag.24).
La storia della teoria politica occidentale comprende un insieme di testi 'classici': Platone, Aristotele, Cicerone, Agostino, Tommaso d'Acquino, Marsilio da Padova, Machiavelli, Bodin, Grozio, Hobbes, Spinoza, Locke, Rousseau, Montesquieu, Madison, Sieyes, Hume, Adam Smith, Bentham, Ricardo, J.S.Mill, Burke, Benjamin, Constant, Hegel, Marx, Lenin (pag.27). I testi hanno carattere storico (riflettono aspetti della societa' dell'epoca nonche' interessi ed obiettivi dell'autore) e sono fonti potenziali di stimolo per i lettori di oggi (pag.33).

3.
Nel tentare di comprendere la storia della teoria politica, sono quattro le domande da porsi relativamente ai testi 'classici':
- Cosa intendeva dire l'autore?
- Cosa traspare nel testo del contesto storico e sociale dell'epoca? (domanda centrale nell'analisi marxista).
- Cosa ha significato quel testo per chi lo ha letto? Le grandi opere hanno un destino piu' lungo delle azioni umane, destino che spesso si e' differenziato rispetto alle originarie intenzioni dell'autore (pag.49).
- Cosa significano quei grandi testi per noi oggi e domani per le generazioni future?
Non e' rilevante rispondere alle domande precedenti se non si risponde a quest'ultima domanda (pag.50).

4.
Le azioni umane non sono mai al di sopra di ogni sospetto (pag.65); molte azioni politiche hanno pero' conseguenze che sono non intenzionali: "nella comprensione della politica le conseguenze sono sempre almeno tanto importanti quanto le intenzioni" (pag.66).
La democrazia, centrale nella moderna legittimita' politica, e' in tensione violenta con la realta' pratica dello Stato moderno, che e' stato costruito per negare le rivendicazioni del popolo di porsi a fondamento dell'autorita' politica: i cittadini sono liberi di agire (in pratica nella sola dimensione privata) solo in forza dell'astensione o indulgenza dei propri capi politici (pag.72).
La democrazia costituzionale rappresentativa moderna e il Welfare State (che e' il suo "precario complemento socioeconomico", pag.77) non hanno ancora mantenuto la promessa di essere realizzazione concreta di quei valori che l'hanno legittimata ed ispirata (diritti umani, giustizia, sicurezza, prudenza nell'utilizzare la natura non umana).
Per migliorare i risultati, per agire in modo piu' efficace, secondo l'Autore occorre allora uno sforzo educativo (pag.78).

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