Scheda bibliografica:

Gerard K.O'Neill
COLONIE UMANE NELLO SPAZIO

(ed. Mondadori, Milano 1979)


1.
Un miglioramento tecnico e delle condizioni di vita e' tale se da' a tutti accesso alle materie prime ed all'energia necessari per il progresso e riduce la concentrazione di potere decisionale e le dimensioni di citta', industrie, sistemi economici (pag.27).
Contrariamente a quanto sta accadendo, l'Autore (il libro e' stato scritto nel 1976) prevedeva lo sviluppo informatico di massa solo nel 2100 (pag.265) mentre nei primi anni del XXI secolo sarebbero state compiute le prime esplorazioni spaziali: sta invece avvenendo l'opposto.

2.
Le limitate dimensioni della Terra creano quattro problemi (pag.28):
scarsita' di energia, e quindi riduzione della liberta' di movimento, poverta', inquinamento; scarsita' di cibo; scarsita' di spazio vitale; popolazione con tutti i mali del numero (criminalita', corruzione, sporcizia, malattie, alienazione, pag.49). Piccoli programmi di aiuto sono inutili, il non fare e' un'azione che condanna alla fame milioni di individui, occorre invece affrontare su larga scala poverta' e ignoranza (pag.40); la liberta' di scelta puo' anche essere minacciosa o addirittura terrorizzante (pag.74).

3.
Gli obiettivi della colonizzazione dello spazio sono strettamente connessi all'aumento della popolazione mondiale, che solo in questo modo potrebbe essere regolamentata aumentando la liberta' e le opzioni per ogni essere umano "senza guerre, fame, dittature o costrizioni" (pag.42); l'umanizzazione dello spazio consentira' l'accesso a energia illimitata e a basso costo, territori illimitati, risorse materiali "disponibili senza rubare o uccidere o inquinare" (pag.43).
Un forte tasso di sviluppo industriale per lungo tempo che non danneggi l'ambiente richiede (pag.74):
- illimitata energia solare;
- risorse quasi illimitate dagli asteroidi;
- localizzazione nello spazio vicino alla Terra.
L'emigrazione nello spazio non deve essere un viaggio di sola andata ("opzione del ritorno a volonta' ", pag.54).

4.
L'Autore esclude la colonizzazione di altre superfici planetarie, soprattutto a causa degli svantaggi gravitazionali (pag.47). La notte lunare e la sua gravita' rappresentano ostacoli all'insediamento (pag.149), inoltre sulla Luna mancano alcuni materiali che sono invece presenti in quantita' negli asteroidi (pag.197).
I vantaggi della colonizzazione dello spazio possono essere cosi' sintetizzati (pag.48):
Energia solare sempre disponibile. Costo dell'energia nello spazio = ammortamento + manutenzione + distribuzione. I costi di distribuzione possono essere ridotti perche' gli impianti non devono essere costruiti solo su superfici piane come sulla Terra (pag.64); la manutenzione necessaria e' modesta, l'energia e' gratuita (pag.196). Le radiazioni solari possono fornire tutta l'energia necessaria (pag.121): "l'energia nucleare sulla Terra non puo' competere con l'energia solare nello spazio" (pag.65).
Viaggi meno lenti e costosi (la liberta' di viaggiare e' analizzata a pag.58).
Processi industriali avvantaggiati dalla gravita' zero; in assenza di gravita' sono possibili anche nuovi sport (calcio tridimensionale, tuffi rallentati, ecc., pag.104): "a gravita' quasi zero, quasi ogni varieta' immaginabile di macchina a propulsione umana, incluse alcune di Leonardo, potrebbe funzionare" (pag.106). L'utilizzo delle risorse dagli asteroidi e' avvantaggiato dall'assenza di attriti atmosferici e da una "collina gravitazionale" molto minore di quella terrestre (pagg.69-70).
Gravita' uno fornita dalla rotazione: la rotazione simula la gravita', abbiamo tecnologie per realizzare habitat grandi come meta' Svizzera (pag.74, il libro e' stato pubblicato nel 1976) con aree per l'industria, per l'agricoltura, per il soggiorno e la ricreazione (pag.79).
Agricoltura intensiva biologica, libera da parassiti (pag.60): nello spazio e' possibile un'agricoltura intensiva (pag.81) caratterizzata da doppia semina (sovrapposizione di due cicli di crescita), raccolti multipli (piante a stelo alto con piante basse), clima stabile, temperatura ideale, piu' raccolti l'anno.

5.
Le guerre territoriali sulla Terra sono impensabili nelle comunita' spaziali; in un habitat spaziale, molti pericoli tipici della Terra non esistono: terremoti, vulcani, cicloni, uragani, tifoni, incidenti automobilistici, atti terroristici (pagg.121-122).
La colonizzazione dello spazio interplanetario rende "immortali" in senso fisico, perche' rende indipendenti da possibili catastrofi terrestri (pag.204); inoltre, ognuno avra' la sensazione dell'importanza del proprio lavoro, non vi sara' disoccupazione, gli ambienti dovranno essere confortevoli (pag.233). In una certa fase della crescita, "gli scambi fra le isole nello spazio cominceranno a dominare sull'economia 'coloniale' degli scambi con la Terra" (pag.242); il "commercio estero" garantira' nel lungo termine il successo economico delle comunita' spaziali (pag.261).
A lungo termine l'industria di base sulla Terra non potra' competere con quella nello spazio, l'Autore immagina "una Terra non industriale con una popolazione di circa un miliardo di abitanti" in cui l'industria principale sarebbe il turismo dallo spazio (pag.276).
Con la crescente automazione della produzione, nello spazio l'uomo potra' intervenire solo in campi dove servono creativita' ed immaginazione: "architettura del terreno, degli edifici e forse nuove specialita' artistiche come progettazione del tempo ed ecologia creativa" (pag.267).
Le comunita' spaziali avranno (pag.270):
- densita' decrescente di popolazione;
- abbondanza di energia e materie prime;
- economia senza inflazione;
- durata della vita piu' lunga per l'ottimizzazione di atmosfera, temperatura, radiazione solare e minore rischio di morti accidentali; gli anziani e coloro che sulla Terra sono costretti a letto avrebbero liberta' di movimento in zone a gravita' vicina allo zero (pag.271).

6.
Per innescare il processo produttivo nello spazio occorreranno comunita' spaziali abbastanza grandi (migliaia di persone, pag.124): "costruire industrie nello spazio a partire da materiali terrestri sarebbe assurdo" (pag.141); sulla Terra siamo infatti "svantaggiati gravitazionalmente" (pag.158).
Una parte delle capacita' produttive nello spazio potra' essere destinata a costruire navi spaziali (pag.200); verranno altresi' sviluppate le ricerche di astronomia ottica e di radioastronomia (pag.201). Per quanto riguarda invece la ricerca di vita extraterrestre, due sono i numeri fondamentali: la probabilita' che una vita intelligente si sviluppi effettivamente e quanto tempo questa dedicherebbe alle radiocomunicazioni (pag.203).
In effetti, una civilta' piu' progredita della nostra avrebbe buone ragioni per scegliere di non comunicare con noi (pag.205), oppure di limitarsi al "lampo di luce di un faro" (pag.206): "La moderazione e il rispetto per gli altri si accompagnano alla maturita' tecnica" (pag.260).
Radio e televisione potranno tener collegati gruppi di persone impegnati in viaggi spaziali di lunga durata: "gli abitanti dello spazio saranno psicologicamente abituati ai lunghi viaggi" (pag.277). Le sonde automatiche rimarranno comunque lo strumento migliore per effettuare esplorazioni di altri sistemi solari (pagg.280-281); inoltre, la sorgente di energia per viaggi interstellari deve essere a bordo della nave spaziale (pag.282).

7.
Se guardiamo la natura umana e la storia, e il bisogno che abbiamo dentro di noi di varcare nuovi confini ed esplorare nuovi sentieri (pag.286), possiamo immaginare un "mondo umano permanente fuori dalla Terra" (pag.176), iniziando da turni di lavoro di pochi mesi fino a soggiorni di alcuni anni (pag.276).
L'umanizzazione dello spazio potra' migliorare le condizioni di vita sulla Terra, non eliminera' pero' la possibilita' del bene e del male (pag.287).
L'umanizzazione dello spazio e' opposta allo spirito delle utopie classiche, caratterizzate da costrizione interna e liberta' da interferenze esterne (pag.245); i viaggi saranno piu' frequenti di quanto lo siano oggi sulla stessa Terra perche' il loro costo sara' molto piu' basso, non vi saranno restrizioni tecnologiche: "l'umanizzazione dello spazio non e' un tema utopistico" (pag.247), sebbene ciascuna comunita' spaziale potra' diventare un laboratorio sociale indipendente (pag.248).
La liberta' di avere tanti figli, di comunicare, di viaggiare, di scegliere l'impiego: nello spazio sarebbero associate ad una crescita delle superfici anziche' ad un maggiore affollamento (pag.259), le risorse che possono essere recuperate dagli asteroidi sono enormi e permettono la costruzione di territori con superfici migliaia di volte superiori a quella della Terra (pag.258). L'umanizzazione dello spazio, conclude l'Autore, e' "un'avventura ancora piu' affascinante delle grandi esplorazioni del passato" (pag.307).

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