Scheda bibliografica:

Guy Durand,
LA BIOETICA

(ed. Mondadori, Milano 1996)


1.
La bioetica e' ricerca etica:
a) applicata ai problemi che derivano dal progresso delle scienze biomediche (pag.28);
b) finalizzata a trovare soluzioni ai conflitti di valori che si verificano in conseguenza degli interventi biomedici (pag.29).
Le caratteristiche principali della bioetica possono essere cosi' sintetizzate:
- Dimensione orizzontale; l'approccio e': secolare (l'argomentazione non avviene a partire dalla fede, pag.24), interdisciplinare (pag.25), aperto al futuro (progresso biomedico, pag.26), globale (individuo, dialogo medico-paziente, strutture sociali e giuridiche, regole e valori, pagg.26-27), sistematico (ricerca di coerenza nella soluzione dei dilemmi morali, pag.27), bidimensionale (microetica e macroetica, pag.36), esteso nelle tematiche affrontate (pagg.34-35).
- Dimensione verticale; l'attivita' bioetica si puo' distinguere in cinque momenti: analisi dei casi, elaborazione di una procedura decisionale, formulazione di principi, riflessione teorica sui principi, analisi dei fondamenti filosofici e teologici (pagg.37-38).

2.
La bioetica e' un luogo politico (pag.29), l'etica piu' in generale non e' un settore a se stante ma e' parte della politica, della religione, dell'estetica (pag.87).
Morale ed etica, per l'Autore, sono termini equivalenti (pag.17): il primo termine e' di origine latina e, con il prevalere del Cristianesimo nella cultura (pag.18), ha assunto una connotazione religiosa (l'espressione "bioetica cristiana" ha un suo senso, pag.106); il secondo e' di origine greca e connota una morale non religiosa. La morale (o etica) puo' riferirsi ad un individuo o ai principi base del comportamento di un gruppo o di una societa': in questo secondo senso e' piu' corretto parlare di morali (al plurale, pag.16).
L'Autore analizza alcune scuole etiche, i cui caratteri possono essere cosi' schematizzati (pagg.88-89):

scuola ONTOLOGICA

UTILITARISMO

scuola DEONTOLOGICA

atti accettabili o condannabili di per se' (morale oggettiva) la moralita' dipende dalle circostanze (situazioni)

atti morali legati alla volonta'

atti buoni

atti utili

atti giusti

Le differenze piu' significative fra etica e diritto possono essere cosi' schematicamente riassunte:

ETICA O MORALE

DIRITTO

DEONTOLOGIA

- universale
- lungo termine
- interiorita'
- ideali
- eroismo

- comunita' particolare
- breve termine
- esteriorita'
- regole
- sforzo limitato

- professioni
- consenso
e ufficialita'
- regole
- sforzo limitato

Nelle societa' primitive diritto, morale e religione si identificano: l'evoluzione storica, sottolinea l'Autore,  "e' avvenuta nel senso della differenziazione di queste sfere" (pag.99).

3.
L'Autore distingue i principi dalle regole: pochi e indeterminati i primi, molteplici, variabili e precise le seconde (pag.67); sono principi e regole della riflessione bioetica:
Principi di base
a) rispetto per la vita: e' l'unico principio che conta dal punto di vista vitalistico (pag.50); tutti gli altri punti di vista parlano di qualita' della vita: o in senso negativo (utilita' relativa), o in senso positivo (migliorare il benessere del malato, pag.55).
b) principio di autodeterminazione, fondato sull'autonomia della persona (pag.42): il consenso deve essere libero e informato (pag.44) tranne che in casi ben individuati (per il bene del paziente o per il suo rifiuto di sapere, pag.45; ovvero consenso vicario se la persona e' giuridicamente incapace, pag.46). La societa' puo' limitare in alcuni casi il principio di autodeterminazione: il consenso del malato non e' sufficiente per legalizzare l'eutanasia (pag.47).
Regole classiche
a) il precetto non uccidere, che pero' ammette importanti eccezioni: legittima difesa, pena di morte, guerra giusta (pag.57);
b) la responsabilita' etica di promuovere la salute: in positivo riguarda i mezzi ordinari (alimentazione, riposo sufficiente, cure non onerose, pag.57); in negativo esclude il ricorso a mezzi straordinari per proteggersi la salute (dal costo eccessivo, fisicamente umilianti o psicologicamente dolorosi o dal rischio eccessivo, pag.58). Si parla oggi di mezzi proporzionati e sproporzionati (pag.59),la valutazione non viene fatta astrattamente ma in relazione al soggetto, ai progressi della medicina, alla situazione sociale (pag.58).
c) Integrita' fisica: e' giustificato sacrificare un organo per salvarne la persona (pag.59);
d) un atto a duplice effetto (positivo e negativo) e' morale se (pag.61):
- l'atto e' buono o almeno indifferente;
- l'intenzione di chi agisce e' rivolta al solo effetto positivo;
- l'effetto positivo discende dall'atto e non dall'effetto negativo (altrimenti il fine giustificherebbe i mezzi);
- la ragione per compiere l'atto e' proporzionata al rischio (non esistono altri mezzi, pag.61).
Tradizione ippocratica
a) principio del beneficio: primum non nuocere (pag.62), il passo successivo e' il dovere di fare del bene al malato;
b) principio di benevolenza (empatia), confidenzialita' (fiducia), segreto medico (pag.63).
Alcuni nuovi principi
a) utilitarista (pag.64);
b) universalizzazione: teoria kantiana e regola aurea delle religioni (non fare agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te, pag.65);
c) uguaglianza (l'eta' del paziente non deve essere una condizione discriminante, pag.66);
d) giustizia ed equita': favorire i piu' svantaggiati (Rawls) con la garanzia di accesso ai servizi (uguaglianza delle opportunita', pag.67). La teoria della giustizia di Rawls, secondo l'Autore, si propone di "trovare un equilibrio armonico fra l'uguaglianza di fondo degli esseri umani e le differenze di fatto esistenti fra di loro" (pag.90).

4.
La definizione di vita umana e' ambigua (vita umana biologica e vita umana personale, pag.73), come pure la sua origine (umanizzazione immediata, differita, potenziale, pagg.74-75) ed anche la sua fine (pag.76).
Il problema di decidere quando applicare il termine persona (embrioni, feti, neonati malformati, disabili psichici, pazienti in coma) ha un profilo filosofico ("sono effettivamente delle persone?") ed un profilo giuridico: "bisogna riconoscere loro dei diritti? diritti identici a quelli degli altri?" (pag.82).
Inoltre:
- anche esseri umani non riconosciuti come persone possono venir rispettati;
- in circostanze determinate, trattamenti ritenuti inutili possono essere interrotti anche ad una persona umana (pag.84).

5.
Il medico e' sempre responsabile moralmente dei propri atti (pag.103) e non e' un tecnico che deve soddisfare desideri; altrimenti i desideri vengono percepiti come diritti e in una logica di desiderio non ci sono limiti, "non esiste una misura oggettiva del bisogno" (pagg.92-93).
I subordinati (infermieri, ecc.) hanno diritto di dissenso (pag.104), l'obiezione di coscienza puo' riguardare una legge ma anche richieste specifiche provenienti da altri cittadini (pag.102).
Il dilemma fra diritto del bambino e diritto al bambino e' discusso a pag.86; non e' lecito moralmente fare tutto quello che e' possibile tecnicamente (pag.94), la preoccupazione etica e' efficace se e' presente fin dall'inizio della ricerca scientifica, la quale da faccenda privata quale era nel passato e' diventata un fatto pubblico (pag.97) e la legislazione, per essere efficace, "dovrebbe avere respiro internazionale" (pag.98).

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