Scheda bibliografica:

Aurelio Peccei
QUALE FUTURO?

(Edizioni Scientifiche e Tecniche Mondadori, Milano 1974)


1.
La trasformazione delle condizioni di vita dipende dallo sviluppo tecnologico, che e' piu' rapido della nostra capacita' di adattamento; l'uso incontrollato della tecnologia (priva di controllo esterno e di capacita' autoregolanti) crea squilibri: inquinamento, popolazione, dipendenza da calcolatori, da automobili, ecc.
La tecnologia e' applicazione della conoscenza, il fattore tecnologico ha oggi una forza ed un'autonomia senza precedenti nella storia, ed occorre metterlo sotto controllo (pianificazione normativa).
La biosfera e' lo "spazio della vita", una pellicola di aria, acqua e terra che copre il nostro pianeta con uno spessore di appena una dozzina di chilometri. La crescita ha dei limiti, limiti reali (capacita' teorica del pianeta) e limiti pratici (impiego irrazionale delle risorse, politiche nazionali divergenti); la crescita ha poi altri limiti non quantificabili: la nostra appartenenza organica alla biosfera (costante confronto, conflitto e adattamento reciproco con altre forme di vita) e la capacita' del nostro sistema nervoso di accettare ed assorbire impatti tecnologici ancora piu' grandi, con conseguente perdita di valori, "stress" delle velocita', delle tensioni e dei rumori, incertezze e complessita' dell'esistenza, implosione delle informazioni, dipendenza da macchine, automazioni e simbolismi complicati, spersonalizzazione e senso di inutilita' dell'individuo.

2.
Vi sono problemi di dimensioni planetarie, che interessano tutti i popoli e che non sono risolvibili separatamente:
- sicurezza (armamenti);
- polluzione atmosferica (aumento del tasso di anidride carbonica);
- oceani (occorre organizzarne un uso razionale e pacifico);
- aumento delle fratture culturali, economiche e tecnologiche fra i popoli;
- aumento della popolazione;
- ribellione giovanile;
- possibilita' di manipolare il materiale genetico umano.
L'esperienza del passato non puo' piu' guidarci ma anzi ci puo' trarre in inganno. L'Autore individua 32 problemi critici continui:
1) fame e denutrizione;
2) sottosviluppo;
3) poverta' di massa;
4) sviluppo demografico incontrollato;
5) distribuzione demografica disequilibrata;
6) educazione inadeguata;
7) assistenza medica insufficiente;
8) sistema previdenziale arretrato;
9) inquinamento ambientale crescente;
10) distruzione della natura;
11) sperpero di risorse naturali;
12) sottoccupazione diffusa;
13) sistema mondiale di scambi arretrato;
14) proliferazione urbana;
15) decadenza del cuore delle citta';
16) sistemi di trasporto e di comunicazione insufficienti;
17) carenze dell'edilizia popolare;
18) insufficiente tutela dell'ordine pubblico;
19) inadeguato controllo della criminalita';
20) sistema correzionale arretrato;
21) insufficiente attrezzatura ricreativa;
22) discriminazione verso le minoranze;
23) discriminazione verso gli anziani;
24) scontento sociale crescente;
25) alienazione dei giovani;
26) crescente crisi di partecipazione;
27) sottogoverno dilagante;
28) correzione arretrata dell'ordine morale;
29) insufficiente autorita' degli enti internazionali;
30) polarizzazione della potenza militare;
31) corsa alle armi nucleari;
32) inadeguata comprensione dei problemi critici continui.

3.
L'approccio ai problemi critici continui deve essere di sistema, e comporta l'analisi delle interdipendenze ed interazioni dei problemi; ne derivano principi di globalita', lungo termine e complessita':
1) il nostro destino e' diventato per molti aspetti unico e indivisibile, unita' e solidarieta' globali sono premesse di sopravvivenza;
2) la pianificazione come visione e obiettivi a lungo respiro e' necessaria;
3) l'approccio sistemico e' inevitabile, problemi complessi non ammettono soluzioni semplici o approcci parziali.
I sistemi sono aggregati dinamici di elementi uniti da determinate leggi e finalita', sono in sovrapposizione dinamica e reciproca, sono soggetti a complicate crisi evolutive interne o di adattamento ad agenti esterni: il sistema-base e' lo stato-nazione, altri sistemi sono gli organismi internazionali, le alleanze e i patti militari, le comunita' economiche e le zone di libero scambio, aree e sistemi monetari, accordi commerciali e tariffari, le convenzioni internazionali, le imprese multinazionali, i movimenti che tendono a strutture di sistema (in campo sindacale, scientifico, intellettuale, dei governi, ecc.), i sistemi di carattere naturale (bacini idrografici, mari, oceani, venti, piogge, alcune specie animali, ecc.). Questa massa in movimento e in crisi (e l'impennata tecnologica che l'accompagna) determinano nuovi valori assoluti: velocita', dimensione, complessita'.

4.
La problematica mondiale produce:
- problemi demografici;
- problemi del reperimento delle risorse vitali (cibo, acqua, energia, materie prime);
- problemi connessi all'ambiente biofisico;
- problemi derivanti dall'evoluzione psicosociale della societa' organizzata (istituzioni, sicurezza, sviluppo, comunicazioni, pianificazione);
- problemi della personalita' (istruzione, cultura, adattamento, partecipazione, espressione, tempo libero, qualita' della vita);
- problemi della filosofia della vita (ricerca del significato dell'esistenza, ordine morale, etico, spirituale).
La qualita' dell'habitat diminuisce quanto piu' aumentano il benessere ed il tasso di affollamento; la tecnologia non riesce a risolvere tutti i problemi ma spesso fornisce solo palliativi e rimanda l'inevitabile a piu' tardi; l'aumento della popolazione richiede un aumento piu' che proporzionale della base animale e vegetale che la sostiene.
La rivoluzione biologica ha creato societa' disomogenee: i giovani maturano prima, la vita attiva si prolunga in eta' avanzata, la mobilita' si e' decuplicata, convivono e competono piu' generazioni che sono distanziate tra loro storicamente e culturalmente. La pressione demografica reale sull'ambiente non dipende solo dalla popolazione ma anche da abitudini, comportamenti, mobilita', capacita' di sovvertire i cicli naturali, ecc.: stiamo vivendo la transizione da un'epoca in cui la tecnologia proteggeva l'uomo dall'ambiente ad una in cui la tecnologia deve servire per proteggere l'ambiente dall'uomo.
Il dramma della nostra epoca e' la dicotomia fra il potere che abbiamo e la poca saggezza e razionalita' con cui lo applichiamo, assistiamo ad un doppio accrescimento esponenziale dell'uomo, come numero e come potere.

5.
Occorre acquisire le dimensioni concettuali di un pensiero realmente avanzato, le cui dimensioni devono essere:

  • dimensione sistemica (il sistema internazionale comprende singoli sistemi interconnessi con altri sistemi e sottosistemi di sistemi piu' ampi che li condizionano);
  • dimensione globale, "ecumenica";
  • dimensione diacronica (la visione e la giustificazione delle nostre azioni e decisioni deve essere di lungo periodo anziche' su contingenze a breve termine);
  • dimensione normativa, e' la piu' importante e consiste nello stabilire obiettivi globali a lunga scadenza per l'umanita'.

  • Raramente controlliamo la direzione della nostra corsa o ci chiediamo quanto costi o quale ne sia il significato ultimo; inoltre le nostre capacita' di previsione e di programmazione sono ancora poco sviluppate. La problematica mondiale non puo' essere affrontata con un approccio lineare, sequenziale e frammentario.
    Il compito dell'uomo deve essere quello di leader del processo evolutivo sulla terra, finora prerogativa della natura. La saggezza ecologica consiste nella capacita' di:
    - comprendere le condizioni dinamiche del nostro ambiente naturale-artificiale;
    - scegliere serie armoniche di obiettivi a breve e a lunga scadenza;
    - realizzare ed organizzare meccanismi artificali di preallarme, pianificazione e feedback ad integrazione di quelli naturali.

    6.
    Principali problemi affrontati nella riunione di Salisburgo del 4 e 5 febbraio 1974:
  • Etica e priorita' politiche

  • nuove strutture di pace basate sulla giustizia (distensione e disarmo), sacrifici locali per benefici a lungo termine, maggiore solidarieta', distinguere fra necessita' e bisogni, limitare lo spreco, creare forze e meccanismi per assistere i politici ad assumere una visione di lungo periodo.
  • Localizzazione delle industrie

  • trasferimento in regioni meno sviluppate, localizzazione dove esiste surplus di offerta di lavoro.
  • Sviluppo

  • sviluppo economico selettivo diretto ai bisogni della popolazione, diminuzione delle ineguaglianze, che precede la riduzione dello sviluppo materiale (delle societa' e tra le societa').
  • Popolazione

  • disoccupazione, raddoppio della popolazione, nuove e migliori tecnologie, sviluppo economico per quei paesi con aumenti sostanziali delle popolazione.
  • Risorse

  • relazioni di prezzo piu' eque e trasparenti tra materie prime e prodotti, controllo e regolamentazione delle societa' multinazionali, spostamento delle risorse dagli armamenti allo sviluppo economico-sociale, implicazioni derivanti dal disavanzo alimentare, dall'inflazione, da piu' alti prezzi dell'energia.
  • Istituzioni nazionali e internazionali

  • inadeguatezza delle istituzioni politiche e sociali, eredita' coloniali, necessita' di una carta dei diritti e dei doveri economici degli stati, di rafforzare le istituzioni internazionali, di cooperazione economica, di nuovi modelli di sviluppo, di meccanismi piu' razionali per rendere operative le strategie globali.

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