RAINER
MARIA RILKE
GIORNO D'AUTUNNO
Herbsttag
Signore: è tempo. Grande era
l'arsura.
Deponi l'ombra sulle meridiane,
libera il vento sopra la pianura.
Fa' che sia colmo ancora il
frutto estremo;
concedi ancora un giorno di tepore,
che il frutto giunga a maturare, e spremi
nel grave vino l'ultimo sapore.
Chi non ha casa adesso, non
l'avrà.
Chi è solo a lungo, solo dovrà stare,
leggere nelle veglie, e lunghi fogli
scrivere, e incerto sulle vie tornare
dove nell'aria fluttuano le foglie.
APOLLO PRIMITIVO
Früher Apollo
Come talvolta in mezzo ai rami
ancora
spogli un mattino sorge, e in quel momento
è primavera: così nulla affiora
dal suo capo, che il subito portento
della poesia non ci ferisca; il
muro
d'ombra è lontano dal suo sguardo incauto
troppo fresca è la fronte per il lauro,
e solo tardi all'arco delle pure
sue sopracciglia sorgerà il
rosaio,
da cui foglie cadute e sparse il lieve
tremito della bocca veleranno,
quella che tace adesso e
accenna solo
a un sorriso da cui nitida beve
il canto come un'acqua nella gola.
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Sulla via assolata, dentro al
vecchio
tronco cavo che da lungo tempo
serve a bere e piano in sé rinnova
uno specchio d'acqua, la mia sete
calmo: l'acqua limpida e il suo flusso
prendo in me nel cavo della mano.
Bere è troppo, è un atto che tradisce;
mentre questo gesto in cui m'indugio
porta un'acqua chiara alla coscienza.
E così potrebbe riposarmi
se tu fossi qui, posare piano
la mia mano sulla fresca curva
della spalla o al limite del seno.