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MIMMO ALFARONE | |||||
Dipinge ogni cosa che suscita attrazione, estetica, intellettuale o spirituale, che racchiude un fascino, un potere, una storia. Come un esperto archeologo, indaga quella realtà fisica o psicologica, ne analizza, scruta, manipola, sviscera ogni dettaglio, ogni componente utile, per scoprirne i segreti più profondi e intimi che la rendono unica e speciale. Un antico reperto o un semplice fiore, una pallida luce sul prato o una lunga ombra, una delicata atmosfera o una sottile sensazione, sono le essenze che Alfarone indaga, ma l'elemento predominante che caratterizza il suo lavoro è la figura umana con i suoi aspetti più nascosti. Nelle recenti produzioni, la sua ricerca espressiva assume una valenza di carattere concettuale, mai decorativa. Utilizza varie tecniche tradizionali, come il disegno o la pittura, ma il dipinto diventa installazione quando, per enfatizzarne il contenuto, viene stampato, per intero o in parte, su plotter di grandi dimensioni e collocato in spazi ampi, interni o urbani. |
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. Ognuno dei seguenti cicli pittorici comprendono circa cinquanta opere |
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1994 - 1996 |
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"Paradossi Temporali" |
Mimmo Alfarone si muove, con una manualità e un tratto pittorico quasi virtuosistici, alla scoperta di un mondo che appartiene al passato, tenendosi appartato da una certa arte contemporanea che si propone come una ricerca e sperimentazione di linguaggi criptici. Egli si attiene strettamente a una figuratività ricollegabile alla tradizione, scegliendo con umiltà e coraggio un terreno periglioso, protendendosi ad ascoltare i richiami dei secoli passati, e riferendosi esplicitamente al museo. Non si tratta qui ovviamente di gratuità citazionistiche, bensì di una rivisitazione voluta, che si ritrova persino nei titoli che egli appone ad alcune delle sue opere. Con colta ironia egli rende onore al Caravaggio, o guarda alla modernità di Giorgio de Chirico, o infine decide di riproporre la sua lettura di Murillo. Nella sua ricerca di un tempo perduto, arriva a ridisegnare e ridipingere nella sua chiave espressiva, che è comunque sempre riconoscibilissima, l'Adamo di Michelangelo, quello che appare sulla volta della Cappella Sistina. In queste sue irrequiete riscoperte di un repertorio visivo irrinunciabile, Mimmo Alfarone gioca fino in fondo una sfida vincente, data l’indubbia perizia del suo fare pittorico. Per altro, egli non si accontenta certo di questa sua ricerca, che rivela un gusto erudito e un’intenzione amorosa. Vittorio Sgarbi |
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2004-2005 |
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"Il volo" |
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In questo ciclo pittorico è persistente soprattutto il senso profondo della vicenda umana o, per meglio dire, una filosofia che vuole indagare la realtà microcosmica di una tappa esistenziale, e visualizzare un paesaggio dell'anima, che allude a conflitti interiori non del tutto risolti. Si può anche notare una ricerca dei valori più spirituali della bellezza, che è proposta in cromie calde e pastose, e attraverso stesure che smaterializzano il reale in chiave simbolica. Indubbiamente questa forma d'arte si potrebbe ritenere, rispetto alle tendenze attuali, fuori dal tempo, in quanto si tratta di opere che sembrano uscite dalla tavolozza di un pittore del tardo Ottocento. Eppure l'attualità è qui ben presente, dal momento che Alfarone coltiva e ripropone giustamente, e si può presumere con volontà polemica, una tecnica troppo spesso abbandonata dagli apprendisti stregoni dell'avanguardia più iconoclasta. Vittorio Sgarbi | |||||
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2005-2006 |
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"Atmosfere" |
Le “atmosfere di Mimmo Alfarone” Nel percorso creativo dell’Artista la rivisitazione di esperienze precedentemente interpretate può giustificarsi con un accostamento alla realtà già vissuta solo mediante un diverso e più corroborato afflato espressivo che eviti la ripetitività e la monotonia. Questo rappresenta la chiave di lettura utile a cogliere le motivazioni profonde e più autentiche delle “atmosfere” pittoriche di Mimmo alfarone. Le sue ultime esperienze si sostanziano nella rielaborazione di visioni paesaggistiche apparentemente solite e casuali ma che, rielaborate dall’occhio e dalla mano dell’Artista, assumono connotazioni insolite e comunicano sensazioni del tutto sorprendenti perché vanno oltre il comune e immediato stupore dello sguardo fugace. Inizialmente la riproduzione pittorica suscita la piacevole emozione di viaggio nell’universo cromatico “fermato” nell’istante della sua rivelazione e, nel contempo, reinterpretato dal pennello dell’Artista. Così l’autore originario e assoluto del meraviglioso processo della percezione visiva (il sole che è la causa prima delle fantasmagorie della luce) deve fare i conti con la vena creativa di colui che filtra e reinterpreta la realtà attraverso le personali rielaborazioni grafiche e multicolori che riportano a visioni anche un po’ surreali alle quali l’occhio comune non è abituato. Si spigano così certe “intrusioni “ cromatiche del rosso, del blu e del giallo (non a caso i tre colori primari dai quali poi discendono le magiche commistioni sulla superficie dipinta) che sotto forma di tratti e segni, apparentemente estranei al contesto, rimandano a interrogativi stimolanti e irrisolti sulla natura e sugli aspetti stessi evocati dall’apparente “normalità” di quanto è stato rappresentato. Le tonalità volutamente sfumate volutamente delle raffigurazioni dei paesaggi amplificano le emozioni in coloro che guardano e li rendono partecipi dell’esperienza dell’Artista a tal punto da coinvolgerli in una sorta di processo catartico collettivo. Un elemento ricorrente e emergente si propone prepotentemente all’attenzione: la radura. E’ una rivelazione improvvisa e inattesa che, al di là dei risvolti empatici e psicanalitici, rende complici i diversi protagonisti nel vicendevole gioco dei ruoli che si ribalta di continuo nelle manifestazione dell’espressione artistica. E in questo gioco Mimmo Alfarone si conferma Artista di pregio Fortunato Buttiglione |
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Queste opere sono ispirate al paesaggio gioese |
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2006 - 2007 |
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L’Anima della laguna |
Sul far del giorno, prima che la Serenissima mi accolga, mi accarezza, mi sussurra, mi trasmette il suo umore: la laguna. Attraverso il suo movimento, i sui riflessi, le linee delle sue onde, mi comunica suo il carattere mi influenza, mi ispira. Con i suoi toni chiari , azzurri, grigi, verdi, ma anche profondi blu lapislazzuli, freddi e violacei, mi racconta e descrive il suo sentimento. Mostra i primi solchi, i primi tracciati le curve e i rilievi disegnati da una imbarcazione che rompe la sua levigata e morbida superficie. Le rispondo con il mio spirito, il mio pensiero, e insieme ci prepariamo a sfidare gli eventi naturali che si susseguono perennemente. Io scruto la sua anima, e nutro la mia. Mimmo alfarone
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