I LUOGHI DELLA MEMORIA

Superga, il Vittoriano, il Pantheon, Altacomba

Superga 

Era il 28 agosto 1706. Amedeo ed Eugenio di Savoia salirono il colle di Superga diverse volte per osservare i francesi che stavano assediando Torino.  Qui c'era una piccola cappella dedicata alla Madonna. Amedeo, si disse, fece voto che in caso vittoria avrebbe costruito un Tempio magnifico.  Il cugino Eugenio, che osservava invece lo schieramento francese, debole in diversi punti, trovò che la vittoria era più vicina di quanto non sembrasse. La mattina del 7 settembre, manovrando con le inferiori forze a disposizione penetrò lo schieramento difensivo francese e ad uno ad uno sconfisse i suoi comandanti. I festeggiamenti in Torino liberata proseguirono per diversi giorni, anche se la mancanza di mezzi e cibo lasciava poco spazio alla vera gioia. La ricostruzione dello stato e della città fu lunga ed anche la decisione di costruire il Tempio venne prorogata nel tempo.  Con la pace di Utrecht, Amedeo aveva assunto anche il titolo di Re di Sicilia che dovrà abbandonare nel 1714 (In cambio nel 1720 gli verrà assegnata la Sardegna). A Palermo in quella occasione aveva conosciuto l'abate Filippo Juvarra divenuto in breve tempo architetto di corte. Il ritorno a Torino con l'abate cambierà il volto alla città. Nel maggio 1716 iniziarono i lavori di scavo del colle che venne abbassato (e allargato) di 40 metri. Dieci anni dopo il capolavoro barocco era terminato.  Restavano gli interni e gli altari per i quali lo Juvarra dette precise diposizioni. Mentre costruiva Superga l'architetto era impegnato in altri tre lavori. Sebastiano Ricci venne incaricato dei dipinti ed altri delle statue, del coro ecc.  Vittorio Amedeo piombato nella pazzia non riuscì ad inaugurare il Tempio. Solo il 1 novembre 1731 la chiesa venne aperta al culto e solo nel 1774 venne presa la decisione di scavare una cripta mausoleo che raccogliesse le spoglie dei Savoia. Dei lavori si incaricò il nipote di Juvarra. D'ora in poi qui verranno sepolti i Re, trasferendo anche le ultime inumazioni che non sono ad Altacomba.

http://it.geocities.com/mp_gigi/vittoriamedeo2.htm Tutti i re e le sepolture 

 

 

Il Vittoriano

Alla morte di Vittorio Emanuele II, primo Re d'Italia, sorsero diversi comitati che si prefiggevano di ricordare in maniera duratura colui che veniva considerato il padre della Patria. A tal uopo venne costituita una commissione parlamentare che si facesse carico di coordinare eventuali progetti, iniziative e sottoscrizioni. Una prima raccolta di progetti fantasiosi rese evidente la necessità di individuare luogo e caratteristiche generali per un monumento. Il 12 dicembre 1882 un bando ne dispose la struttura architettonica atta a contenere la statua equestre del sovrano e ne fissò la collocazione sul versante settentrionale del colle capitolino. La collocazione che andava in parte a sovrapporsi a tuguri medioevali, avrebbe interessato il sottosuolo di Roma ancora inesplorato in quel punto. Ne fecero le spese anche il chiostro dell'Ara Coeli e una torre dei Farnese. Tra i 98 progetti, venne scelto quello del conte Giuseppe Sacconi per la struttura e quello di Enrico Chiaradia per la statua. I lavori iniziarono nel maggio del 1885 e andarono a rilento per svariati motivi legati al suolo e ai materiali. Nel 1911(50° dell'Unità) ne venne fatta una prima inaugurazione senza che i lavori fossero effettivamente terminati. Con la guerra ci fu uno stop ai lavori e la decisione a vittoria avvenuta di dedicare il basamento ad Altare della Patria e Tomba del Milite ignoto. Il monumento occupa una superficie di 14.000 mq. L'altezza massima alle due quadrighe è di 81 metri e i sotterranei scendono a -17. Le scalinate corrono per 8.000 m. e la statua equestre è alta 12 m + 27 del basamento. Vuota all'interno (ospiterebbe due squadre di calcio) pesa 50 tonnellate. Sotto il piano di calpestio, sono custoditi un Museo del Risorgimento, con fototeca e documenti, Il Sacrario delle Bandiere dei reggimenti sciolti, i modelli dei progetti non eseguiti e il Mas che affondò la corazzata Santo Stefano nella sezione della marina. Denigrato da molti, "brutto e infelice" da Zeri, resta l'ultima opera del classicismo e della tradizione artistica d'Italia.  

 

 

Il Vittoriano prima della costruzione della Via dei Fori Imperiali

 

Torino, 13 novembre 1572

Nasce in Piemonte l’Ordine Mauriziano dall’unione di altri due ordini; l’Ordine Cavalleresco e Religioso di S. Maurizio e l’Ordine per l’Assistenza ai Lebbrosi  di S. Lazzaro.
I Cavalieri, per essere accettati, dovevano essere prima di tutto di famiglia nobile poi occorreva per 5 anni studiare e servire in umiltà in convento. Con la calata di Napoleone  l’Ordine fu sciolto; rinacque nel 1814 per volontà di Vittorio Emanuele I e riprese la sua missione originaria di servizio fondando ospedali, asili, opere di beneficenza e di assistenza sociale. In sintonia con le esigenze della società contemporanea l’Ordine Mauriziano continua la sua missione nel servizio del sociale.
 

http://www.mauriziano.it/

Se la prospettiva da Via del Corso era monumentale con l'antistante Piazza Venezia (vedi foto piccola nel giornale) altrettanto non si poteva dire del retro verso il Colosseo che restava a livelli della Suburra Romana. Pochi anni dopo col fascismo si mise mano al piccone e venne tracciata quella che è oggi la grande via dei Fori

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Ordine_dei_Santi_Maurizio_e_Lazzaro 

 

Altacomba    
L'abbazia è nella regione di Chambery, affacciata sul lago di Bourget, il più grande lago naturale di Francia. Fondata nel 1125 da Amedeo III, lo sfortunato conte crociato morto e sepolto a Cipro, di ritorno da una crociata, fu restaurata e riorganizzata da Umberto III "Il Beato", che, alla morte della terza moglie si ritirò nell'abbazia, e ne decise l'organizzazione. Umberto fu il primo a farsi seppellire ad Altacomba; nei successivi due secoli vi furono inumati circa 40 conti e duchi di Savoia con le relative consorti. Nel periodo di massimo splendore, fino al XIV secolo, due suoi monaci divennero papi: Celestino IV e Nicola III. Il declino di Altacomba iniziò con Amedeo III che, divenuto papa Felice V, affidò il monastero ad una gestione che teneva conto più della vita materiale che di quella spirituale. Con la rivoluzione francese divenne bene nazionale e fu venduta e convertita in fabbrica di maioliche, fino al 1807; dopodiché rimase all'abbandono per 17 anni. Carlo Felice, che amò la Savoia quasi quanto detestava i Torinesi, anche per esaltare la storia della famiglia e sottolinearne l'autorevolezza nei secoli e il legame con la Savoia, avviò (1824) la ricostruzione dell'Abbazia, che fu trasformata in una sorta di mausoleo. Oltre alle tombe preesistenti furono aggiunte tombe vuote e lapidi coi nomi di Savoia sepolti altrove
Giuseppe Sticca I Savoia parte prima I conti Ed. Nemi Fi
Ma il suo capolavoro (di Amedeo III), quello che lo raccomanda ai posteri, fu l'ideazione della celeberrima abazia, già menzionata, che fece sorgere ad Altacomba, sulle incantevoli rive del lago di Bourget. Questo poetico romitaggio, che, migliorato dai successori, divenne sepoltura di questi (Savoia) a cominciare da Umberto III, richiede qualche parola d'illustrazione, come quello che, oltre al racchiudere i resti mortali dei più vecchi Sabaudi, è ricca miniera di notizie su di essi, per gli epitaffi, le iscrizioni, i dipinti, e, sopratutto, per le statue e le figure tombali dei singoli personaggi, che ne serbano le sembianze, non tutte autentiche, ma introvabili altrove, se non su rozze monete. A chi trovi strano il suo nome Altacomba (Haute combe), che significa, alta conca o valletta, diremo che essa, od almeno la cappella embrionale, sorgeva in sito elevato e lontano dalla spiaggia. Ricostruita in riva al lago da Amedeo per suggerimento di S. Bernardo di Chiaravalle e di S.Guerino, serbò la vecchia denominazione, sebbene in luogo basso e pianeggiante. Si trova nel Comune di Saint Pierre de Curtille (S. Petri ad Curtile) a piedi di Mont du Chat, ed ha nelle sue vicinanze una fonte detta delle Meraviglie, perché intermittente, gettante acque per alcuni minuti eppoi non più per altro breve tempo, e perché ha nel sottosuolo un sordo rombo, dovuto forse a stringimento o strozzatura ove l'acqua si precipita. Ospitò fino 200 monaci di S. Basilio ed arricchì, divenendo padrona di vari feudi. La chiesa è a forma di croce latina; l'interno in diversi stili: romano, bizantino, gotico. Possiede sette sotterranei, nei quali riposano , oltre i sabaudi, anche altri illustri, massime i padri superiori…. La ricomprò re Carlo Felice, la fece riparare, dopo riconosciute le salme, dall'architetto Ernesto Melano, che ne rifece la facciata gotica (attuale) in pietra di Seyssel, con statue interne di Benedetto Cacciatore milanese ed affreschi di Francesco Gonin e dei fratelli Vacca. Vi funzionò un faro, tuttora esistente, a guida dei naviganti sul lago. Compiuta la nobile opera d’amore verso i suoi avi, Carlo Felice volle essere seppellito con essi, anziché a Superga, ove già da Vittorio Amedeo II (e sino a Carlo Alberto) si deponevano le salme dei Reali. E la sua vedova, Maria Cristina, specialmente a mezzo del suo gentiluomo Filiberto di Collobiano, proseguì i miglioramenti, ed ora vi riposa, accanto al consorte.
 

Altacomba in rovina

Essendo stata ceduta la Savoia alla Francia, a compenso dell'aiuto prestatoci nella guerra del 1859 contro l'Austria, speciali accordi stabilirono che essa sia proprietà dei Sabaudi, i quali vi tengono apposito personale. Molti scrissero sulla celeberrima abazia; ma tutti li superò, per dottrina e per lussuosità, Luigi Cibrario nella sua Storia e descrizione della R. Badia di S. Maria di Altacomba (Torino 1845), volume in grosso formato, con 55 grandi tavole incise, dalle quali estraemmo vari disegni per questa nostra opericciola.

Il Pantheon  

Min. dell'Interno - Circ. N.39 Torino addi 6/5/1861

Il tempio pagano costruito nel 27 a.c. sotto il consolato di Marco Vipsanio Agrippa, vincitore nella battaglia di Azio contro Antonio, resiste da oltre 2000 anni alle vicende storiche che hanno percorso l'Italia. Come altri templi romani è pervenuto fino a noi praticamente integro. Ciò grazie alla robustezza con la quale era stato costruito e per la conversione in tempio religioso alla caduta dell'impero romano.  Il colonnato (12 colonne x 4,5 m. di circonferenza x 12,3 di altezza), il muro circolare (m. 6 di spessore x 63 di diametro) ne fanno ancora oggi uno dei monumenti più imponenti dell'antica Roma con la pavimentazione e la porta originale. Sottoposto ad alcune modifiche al tempo di Adriano (125 d.c.) viene successivamente chiuso per due secoli.  Nel 609 d.c. Papa Bonifacio IV ne fa un tempio cristiano dedicato a S. Maria dei Martiri. Il tempio si presentava su una gradinata che partiva da una piazza porticata più bassa dell'attuale. In origine la calotta era esternamente coperta con tegole di bronzo dorato collocate a squame, sottratte nel 663 dall'imperatore d'Oriente Costante II e sostituite da una copertura di piombo nel 735. Sotto Alessandro VII il Bernini eresse 2 orrendi campanili sul pronao (le "orecchie dell'asino") abbattuti nel 1883. Urbano VIII Barberini fece togliere la travatura bronzea del portico per farne fare dal Bernini il baldacchino di San Pietro e con il restante metallo fece costruire 100 cannoni per Castel Sant'Angelo, per cui Pasquino disse "quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini" (quello che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini). Nella seconda edicola dove prima era la statua del Dio Marte vi è sepolto Vittorio Emanuele II, primo Re d'Italia. Nelle altre edicole trovano sepoltura il pittore Raffaello Sanzio, morto nel 1520 e Umberto I con la consorte Margherita.    

 

Oggetto: Festa nazionale dello Statuto
Con decreto d'ieri S.M. il Re ha approvato la legge da me proposta e accettata dal Senato e dalla Camera dei Deputati per la quale è stabilita nella prima domenica di Giugno una festa nazionale commemorativa dell'Unità d'Italia e dello Statuto del Regno. Essendo questa festa posta a carico dei municipi, sarà opportuno che io ne svolga brevemente il concetto o dia alcune istruzioni circa il modo di eseguirla….

La Guardia Reale

L'istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle  Reali Tombe del Pantheon (Ente Morale vigilato dal Ministero della Difesa) è sorto nel 1878 per trasformazione della associazione veterani di guerra del Risorgimento all'indomani della morte di Vittorio Emanuele II. Possono farne parte  tutti i cittadini italiani di provata moralità presentati da un socio ed accettati dal consiglio. L'istituto si propone di fornire con i propri iscritti (2500) una quotidiana guardia alle tombe. Un alto ufficiale non in servizio presiede il consiglio di gestione.  Altre tombe provvisorie sono ad Alessandria d'Egitto, cattedrale di Santa Caterina, dove è sepolto Vittorio Emanuele III e Montpellier, Cimitero di San Lazzaro, dove è sepolta la consorte Regina Elena. 

 

                                                                               

   


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