Custoza 1866 Attacco degli Ulani 

(J. Kossak-Galleria delle armi- Vienna)

Più nota in Italia come Quadrato di Villafranca , l'opera fu voluta dal comandante degli Ulani Conte Rodakowsky al termine della campagna, per ricordare il sacrificio del reggimento lanciatosi alla cattura dell'erede al trono Umberto. Così nelle sue parole " Tre squadroni di prima linea, seguiti dalla seconda del T.Colonnello Wislocky, giunti oltre Cà Nuova, osservarono a 600 passi una catena di bersaglieri, con un reparto in ordine chiuso alla sua destra. Fu dato il galoppo, ma gli italiani dividendosi, ci prendevano di mira da vari punti e specialmente da sotto un albero. Oltrepassato il quadrato, che si era richiuso alle spalle, fummo attaccati da uno squadrone di cavalleggeri sulla sinistra. Prima di giungere alla terza linea italiana, c'imbattemmo contro barricate di bersaglieri e fanti al riparo dei nostri primi cavalli uccisi. Del reggimento non raccogliemmo che 200 ulani." Cosa era successo?. La 16a divisione, al comando della quale era il Principe Umberto, nel muovere da Custoza alla volta di Goito (24 giugno 1866) si era ritrovata divisa dal grosso dell'esercito. Gli austriaci, ben sapendo cosa poteva valere un erede al trono prigioniero, lanciarono la loro migliore cavalleria contro di noi. Era una carica in piena regola a ranghi serrati secondo i manuali. L'unica difesa  poteva essere un altro reggimento di cavalleria o artiglieria già in postazione a distanza. A Custoza era successo spesso che in quei giorni i reparti italiani fossero incappati in ordine di marcia (carriaggi compresi) verso il luogo dello scontro contro austriaci non segnalati da un servizio di scoperta. Il 49° fanteria formò allora un quadrato attorno al Principe Umberto e il 4° bersaglieri si stese in una sua classica catena frontale che spezzò in tante squadriglie (Quadrati) dopo la prima micidiale scarica. Secondo la tattica sviluppata in addestramento, gli ulani superstiti passarono oltre. I bersaglieri combattevano con la lunghissima carabina e la altrettanto lunga baionetta (mezzo metro), colpendo i cavalli e scalzando di sella gli ulani. Il Principe che poteva essere cagione di disastro o bandiera di vittoria, volgendo la fronte al nemico fu d'esempio e stimolo. Gli Ulani che erano passati indenni finivano contro il 49° fanteria e qui venivano controcaricati da uno squadrone dei Cavalleggeri d'Alessandria con il colonnello Strada alla testa. Nell'inseguire gli Ulani in fuga furono però trascinati verso le postazioni degli Ussari di Francesco Giuseppe a Ganfardine. Negli scontri che seguirono entrarono in campo anche i lancieri di Foggia e i bersaglieri aggregati alla divisione Bixio. All'Alessandria per i fatti narrati andò una medaglia d'argento e al Colonnello Strada quella d'Oro.

E dopo come andò a finire?  http://digilander.libero.it/trombealvento/indicecuriosi/umbertoprimo.htm Umberto in salvo

Fattori, Il quadrato di Villafranca (part.), 1876-8, Firenze, Galleria d'arte moderna 

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