on la
proposizione per la formazione di una compagnia di
bersaglieri
e
col Brevetto
Reale, si fissano gli scopi per la costituzione del
nuovo corpo. Il Capitano dei Granatieri Guardie, Alessandro La Marmora,
propone una consistente innovazione nel panorama militare piemontese.
All'epoca della restaurazione post-napoleonica la fanteria di linea incorpora 2 compagnie di cacciatori
d'ordinanza, detti bersaglieri, con 8 anni di ferma. I reggimenti
provinciali
(milizia territoriale soggetta a 2 anni di leva ma a 12 di congedo e
riserva) invece hanno 2 compagnie granatieri, 4 di fucilieri, e
1 di cacciatori.
Nel 1831,
quando sale al trono Carlo Alberto, il corpo dei cacciatori d'ordinanza
viene soppresso. Restano solo i cacciatori dei reggimenti provinciali,
che si formano alla "SCUOLA DEI BERSAGLIERI". Il
fregio sul cappello di questi militari è
costituito da un corno da
caccia con due fucili incrociati, poiché la maggior parte dei coscritti
sono uomini pratici d'armi, già guardaboschi al servizio
della nobiltà nella vita civile. La parola bersagliere era già stata usata
da un corpo civico
(guide) di Brescia nel 1805, sciolto senza aver partecipato a fatti
d'arme. Quando, nell'organico dei reggimenti provinciali, i cacciatori
scendono ad una compagnia sola nel terzo battaglione ( problemi legati
al reperimento d'uomini ), il segretario alla guerra Pes di Villamarina
cerca di correre ai ripari proponendo lo studio del suo sottoposto La
Marmora sulle altre fanterie europee. Tuttavia la scarsità di fondi in cui si
dibatte il Regno, non permette neanche l'abbozzo del progetto. Nel 1835 La Marmora, ritenendo che i tempi siano ormai maturi, presenta
direttamente al Re la sua proposizione, ottenendone un'inaspettata
accoglienza. Carlo Alberto, stufo dei continui stravolgimenti che il Pes
porta al suo esercito, senza neanche esserne avvisato (anche per motivi
finanziari), accetta il progetto e ne ordina l'adozione. Così il 30
gennaio1836
la dottrina d'impiego dei futuri bersaglieri prende corpo:
"compiere guerra minuta, avanguardia o esplorazione,
fiancheggiamento, infestare le comunicazioni e i convogli nemici, andare
per siti montuosi alla scoperta di facili piste anche sul confine".
Le altre riforme militari di di
Carlo Alberto
Appena salito al trono nel 1831, il re Carlo Alberto si dedica alla
riorganizzazione della struttura militare, lasciata in condizioni
precarie da Carlo Felice dopo i moti rivoluzionari (colpire i reparti
ribelli). In questo stesso anno, la brigate di fanteria sono ordinate su
due reggimenti, 1° e 2° (ognuno su tre battaglioni ), con la
costituzione di nove nuovi reggimenti, 2° Savoia, 2° Piemonte, 2° Aosta,
2° Cuneo, 2° Regina, 2° Casale, 2° Pinerolo, 2° Savona, 2° Acqui. Nel
1839 i reggimenti di fanteria delle brigate assumono una numerazione
progressiva: - 1° e 2° Savoia - - 3° e 4° Piemonte - - 5° e 6° Aosta - -
7° e 8° Cuneo - - 9° e 10° Regina - - 11° e 12° Casale - 13° e 14°
Pinerolo - - 15° e 16° Savona - - 17° e 18° Acqui. Per quanto riguarda
la cavalleria, nel 1831 viene ricostituito il reggimento Aosta
Cavalleria e i Dragoni del Genese vengono denominati Genova Cavalleria.
Nel 1832 le vecchie specialità dei dragoni e cavalleggeri ne formano una
nuova, detta di "cavalleria". Il solo Piemonte Reale mantiene le
caratteristiche di "grossa cavalleria o pesante (Dragoni)". I reggimenti
sono ordinati su sei squadroni riuniti in tre divisioni. Alla fine di
questo periodo di riforme, l'esercito poteva contare su circa 32.000
uomini.
Le
grandi battaglie, fino ad ora, si svolgevano
in ampi spazi (pianure, valli), con eserciti schierati a quadrati d'uomini, con la
cavalleria ai lati e l'artiglieria arretrata. Nel fumo della battaglia
diventa sempre più difficile nel tempo controllare e dirigere gli uomini
a vista. A schieramento contrapposti si assisteva talvolta a discussioni su chi doveva sparare per primo.
"
Spari lei - Giammai, a lei il primo colpo".
Nel corso dello scontro, che si protraeva anche per giorni, bastava perdere uno dei tanti fattori
strategici perché la fortuna volgesse al peggio. Non esiste ancora il concetto
d'inseguimento o sganciamento, perché la mobilità della fanteria è insufficiente
e inesistente; non
c'e supporto logistico, di comando e di comunicazione tra i
reparti. In questo senso, la proposta di La Marmora, fa piazza pulita di
alcune limitazioni perché si propone la creazione di una fanteria
leggera, veloce, armata di carabina a retrocarica con viveri e munizioni
per tre giorni, da impiegare alla spicciolata, anche contro la
cavalleria e in colpi di mano. In questa situazione è importante decidere delle proprie
mosse in piena libertà, autonomia e spirito d'iniziativa individuale. La storia dimostrerà
poi che in quanto ad individualismo non avremo rivali. La posizione di combattimento
non è più quella ritta, ma accasciata. Il bersagliere ha in dotazione
una zappetta badile per ritagliarsi una postazione protetta a terra. L'età
d'arruolamento è fra i diciannove e venticinque anni con oltre la metà della
compagnia a lunga ferma (d'ordinanza ). Il cappello, detto SCHAKOS, è a falda larga con bordi ripiegati per proteggersi dalla pioggia (non si parla
all'inizio di piume), con eventuale calotta di ferro per proteggersi
dalle sciabolate dei cavalieri (le spalline metalliche avevano la stessa
funzione). Il corno da caccia incrociato con 2
fucili su panno azzurro sarà il fregio sul cappello piumato fino al
1848. La pellegrina di tela cerata proteggerà dalla pioggia e un
gamellino di rame servirà per cuocere dei pasti veloci nelle condizioni
peggiori. Accade spesso che le salmerie siano lontane dal fronte. Il
cibo arriva allora in linea troppo tardi o non arriva proprio.
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