I BERSAGLIERI SOTTO LE ACQUE       I SOMMERGIBILI
 (CLASSE BALILLA)-Toti I CLASSE TOTI  - Toti II 
Il sommergibile Enrico TOTI (I) fu impostato il 26 febbraio del 1925 nei cantieri navali OdetoTerni del Muggiano, vicino alla Spezia. Era uno dei 4 battelli della classe Balilla. Fu varato il 14 aprile del 1928 e completato il 19 settembre dello stesso anno. Con una lunghezza di 87 metri era un battello di grandi dimensioni, aveva una stazza di 1.400 tonnellate che aumentava in immersione a 1.904 tonnellate. Con un battello così grande era necessario un equipaggio dai 6 agli 8 ufficiali e circa settanta sottufficiali e comuni. L’armamento consisteva in un cannone da 4,7 pollici, quattro mitragliatrici da 13,2 mm e sei tubi lanciasiluri da 21 pollici (533 mm) con una riserva di sedici. Velocità in superficie 17,5 nodi. Motori 2D4000 e 2E2000. Carburante 140 t. All’inizio della Seconda Guerra, il TOTI e i fratelli costituivano la 40° Squadra del 4° Gruppo Sommergibili di base a Taranto. Il Toti sostenne scontri con altro naviglio poi per il resto del conflitto servì come nave scuola e più tardi come sommergibile da trasporto per l’approvvigionamento dell’Africa settentrionale. Fu rimosso dal servizio attivo il 2 aprile del 1943 e più tardi demolito. 

L'Enrico Toti, (II), lungo 46 metri, largo 4,70 metri , è il primo sommergibile costruito in Italia nel dopoguerra, capostipite di una classe di 4 con DANDOLO, MOCENIGO e  BAGNOLINI. I 4 restano in servizio fino alla fine degli anni Novanta. Dopo il disarmo, due esemplari sono destinati ad essere esposti al pubblico: il DANDOLO al Museo Storico Navale di Venezia, e il TOTI al Museo della Scienza di Milano. Il TOTI SSK è tecnicamente un (Submarine -Submarine Killer-"cacciatore"), di dimensioni ridotte, con sistema d'arma filoguidato destinato a distruggere altri sommergibili. Il caratteristico bulbo a prora conteneva l'impianto idrofonico-ecogoniometrico, i suoi "occhi", di "cacciatore". Il TOTI ha svolto essenzialmente attività addestrativa; simulare attacchi di sommergibili sovietici alle navi e ai sommergibili NATO in esercitazione.
Toti 2° - Tonnellaggio (Displacement brut ): 524 tons - 582 tons submerged
Dimensioni (Dimensions): 46,20 x 4,70 mt
Velocità max (Top speed): 
14 knots (superficie-surfaced) - 15 knots (immersione-submerged
Autonomia (Range): 3500 miglia a 6,5 nodi - 180 miglia a 4 nodi in immersione
Propulsori (engine) : 2 diesel 1140 Hp, 1 elettrico 900 Hp
Elica (helix ) : singola (single)
Siluri (Torpedoes): 4 tubi lanciasiluri - 6 siluri da 533 mm  (4 torpedoes tube - 6 torpedoes by 533 mm
App.sonar (Sonars): Esea IPD-64
Equipaggio (Crew ): 26
Profondità operativa (Operational depth): 200 mt
Massima Profondità (Maximum depth): mt 300
Dalle prime notizie che davano il Toti II destinato a rimanere a Cremona e non a Milano al Museo della Scienza per intrasportabilità siamo passati alla vera e propria impresa titanica del suo trasloco via terra a Milano. I problemi del suo peso sulle strade cittadine e sulle sottostanti canalizzazioni sotterranee oltre che per il suo ingombro sono stati risolti. Era giunto a Cremona via acqua il 6 maggio 2002 e vi era rimasto  bloccato per l'ultima tappa. Di seguito la piccola cronaca del suo definitivo trasloco. La mattina del 13 agosto 2005, ad accogliere il Toti in Via Toffetti a Milano, sono arrivati i Bersaglieri della sezione Manara. 7 km in 9 ore e il Toti era a destinazione. 

Scoprite tutti i segreti di un trasporto eccezionale e salite sul Toti II http://www.museoscienza.org/toti/    

Il sommergibile, lungo 46 m su un carrello di 62, alto 7,4, peso totale 458,2 tonn e 240 ruote che premevano per 15,27 tonn per asse, viaggiava a 5 km/h ca., da Cremona a Milano, via terra, passando per Pizzighettone e Crema. Il sommergibile è stato alleggerito di tutti i carichi asportabili e di 20 tonn di zavorra in piombo

dal sito: Diario del trasporto... Uno dei momenti più suggestivi del viaggio è stato l’attraversamento di una rotonda a Crema, quando, per scavalcare lo spartitraffico, è stato allestito uno scivolo provvisorio con assi di legno. Le ruote dei carrelli possono infatti sopportare un dislivello massimo di 30 cm tra un asse e l’altro, e in molte situazioni, come si vedrà nel centro di Milano, si deve intervenire con soluzioni ad hoc. La prossima notte il convoglio affronterà il primo dei punti critici del percorso. La sfida tecnologica più grande del trasporto è portare sopra il delicato suolo milanese le 458 tonnellate del convoglio (canali sotterranei, fogne, linee aeree, etc...)

Toti 1

toti 2

A Venezia, invace, fa bella mostra di se il “DANDOLO” gemello del TOTI, si può visitarlo, presso il Museo Storico Navale, il museo è aperto tutti i giorni dalle ore 8.45 alle 13.30 e il sabato dalle 8.45 alle 13.00, costo del biglietto €. 1,55. Una  occasione per una gita e una visita
Manara (Classe Bandiera o Santarosa) Mameli: Osa e combatti  
Nel 1928, la Regia Marina dispose la realizzazione della classe "Santarosa" (più conosciuta come classe "Bandiera"), costituita da quattro unità tipo Bernardis Bandiera, Manara, Menotti e Santarosa evoluzione della prototipa classe "Pisani". I vascelli della classe "Santarosa" erano del tipo costiero, dunque, progettati per azioni nel Mediterraneo e furono commissionati due al Cantiere Navale Triestino di Monfalcone (BANDIERA e MANARA) e due al cantiere Odero Terni Orlando di Muggiano alla Spezia. Il 30 maggio 1931, la città di Modena consegna al MENOTTI la Bandiera da combattimento. Il MENOTTI apparteneva alla 33a squadriglia con il Luciano Manara, Entrato in servizio nel 1930, effettuò una missione speciale durante la guerra di Spagna. All'entrata in guerra fu dislocato a Trapani. Già alla prima missione venne a contatto con il nemico danneggiando un idrovolante Sunderlad. Nella primavera del 1942 venne inviato a Pola alla Scuola Sommergibili. L' 8.9.1943 si recò a Taranto sotto il regno del Sud e fino alla fine della guerra venne impiegato come mezzo addestrativo per le unità antisom italiane e alleate. Fu radiato e demolito l’1/2/1948.   

Classe Mameli

Costruito nel 1925, venne consegnato agli alleati il 9/9/43.


Dimensioni: Lungh. 64.6 m Largh. 6.52 m Pescaggio 4.33 m
Dislocamento: Carico normale 830 tonn, a Pieno 1010 tonn
Velocità max in emersione (motori diesel): 17.2 nodi Carburante 29 t.
Autonomia in emersione: 4360 miglia a 8 nodi
Velocità max in immersione (motori elettrici): 7.7 nodi Motori 2D3000 e 2E1000
Autonomia in immersione: 110 miglia a 3 nodi
Armamento: 1 da 102/35, 2 da 13.2, 6 tubi lanciasiluri da 533 mm. Equipaggio: 49
Motti:  

Ciro Menotti - In virtute vis (Nell'ardimento sta la forza) 
Fratelli Bandiera - Ex undis signum victoriae (Dalle onde in segno della vittoria)
Luciano Manara - Inausum aude (Osa quanto mai fu osato)
Santorre Santarosa - Ex imis ad astra (Dagli abissi agli astri)

cassetta porta bandiera consegnata al museo del Vittoriano in Roma dei Sommergibili radiati. 

cacciatorpediniere bersagliere 1°

Notizie tratte da http://www.regiamarina.net/subs/info/subs_it.htm  
Durante il periodo dal 1925 al 1940, la Regia Marina dedicò vaste risorse al rafforzamento delle forze subacquee introducendo 50 sommergibili oceanici, 89 di medio tonnellaggio, 2 da trasporto e 50 costieri. All'inizio delle ostilità (WWII) l'Italia possedeva 117 unità di cui solo 7 erano obsoleti. Le prime unità medie furono quelle della classe Mameli di 830 tonnellate costruite nel 1929. Questa classe di sommergibili fu la prima costruita dopo la prima guerra mondiale, e rappresentò un valido banco di prova per le future generazioni di sommergibili. I Mameli avevano uno scafo resistente composto di ordinate perfettamente circolari (travi rinforzate) distanziate di circa 500 mm alle quali erano inchiodate diverse lastre di acciaio a forma di mattonella (ciascuna lastra era posizionata in modo da coprire circa la metà della lastra adiacente). Le piastre erano di acciaio al nichel da 60 Kg/mm2 con innervamento a 42 Kg/mm2. Esse avevano uno spessore di 18 mm verso il centro del battello, e di 16 mm verso le estremità. I due estremi, AV (avanti) e AD (indietro) erano cuneiformi e di conseguenza il diametro delle ordinate più estreme risultava inferiore rispetto a quelle interne. Ciascuna piastra era assicurata da una doppia fila di chiodi, con una contro piastra sistemata internamente ed esternamente alla giuntura. L’intero scafo resistente era suddiviso in cinque compartimenti, più la torretta. Cominciando dalla parte posteriore, il primo compartimento era la camera lanciasiluri AD; spazio nel quale erano alloggiati anche i motori elettrici. Seguiva il vano motori termici, la camera di manovra, l’alloggio ufficiali e il primo compartimento batterie; l’alloggio sottufficiali ed il secondo compatimento batterie, ed infine la camera lanciasiluri AV. La piccola torretta era posizionata sopra la camera di manovra e le camicie dei periscopi facevano parte della struttura resistente dello scafo. I Mameli avevano una prua rotondeggiante ed una poppa a scalino. I doppi fondi per le casse di zavorra e per i depositi di combustibile erano esterni allo scafo resistente in due controcarene situate nella zona centrale, con una struttura detta a doppio scafo parziale, furono sistemate per la prima volta su sommergibili italiani le casse di immersione e di emersione rapida, situate all'interno dello scafo resistente. La torretta era di grandi dimensioni, con una plancia coperta; confortevoli per l'equipaggio, erano però visibili da molto lontano.Il Mameli, entrato in servizio nel 1929, effettuò insieme al Millelire la prima crociera atlantica di sommergibili italiani. All'inizio della guerra effettuò alcune missioni di guerra, poi nel 1941 fu assegnato alla Scuola Sommergibili a Pola. Nel 1942 fu sottoposto a notevoli lavori di manutenzione, in cui furono installati due motori diesel da 2000 cv al posto dei precedenti 1500 cv. All'armistizio riuscì a consegnarsi agli Alleati, e per questi svolse attività addestrativa alle Bermude fino alla fine della guerra. Fu radiato a fine guerra. Gli altri Pier Capponi, Tito Speri, Giovanni da Procida (Numine et acumine (Confido in dio e nel mio acume), 

Dimensioni: Lung.69.8 m Larg.7.22 m Pescaggio 5.18 m
Dislocamento:Carico normale 942 ton, a Pieno 1147 ton
Velocità: in emersione (diesel 2D 3.000 CV): 17.5 nodi
Autonomia: in emersione: 4740 miglia a 8.5 nodi 
Velocità in immersione (motori elettrici 2E 1300 CV): 9 nodi
Autonomia in immersione: 60 miglia a 4 nodi Carburante 45 t.
Armamento: 1 da 102/35AA, 2 da 13.2, 8 tubi lanciasiluri da 533 mm. Equipaggio: 52 (uff.5)

http://www.smgferraris.com/nave.html  come è fatto un sommergibile

 


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