Erinnofilia: chiudilettera

LE CROCEROSSINE e la spagnola

http://www.greatwardifferent.com/Great_War/Great_War_Nurses/Nurse_Index_00.htm

Fondata durante le campagne di guerra risorgimentali, la Croce Rossa Italiana è presente, come organizzazione umanitaria, in tutte quelle successive. A pochi anni dal riconoscimento giuridico in Corpo Morale (L. 30.5.1882), la Croce Rossa Italiana disponeva nelle sue strutture centrali di 13 treni ospedale, 2 ospedali da guerra da 200 posti e 10 minori con 50 posti. Anche nel conflitto Etiopico del 1895 la Croce Rossa fu presente dalle basi Eritree, affiancandosi al servizio sanitario dell'esercito. Crocerossine e medici di un treno ospedale Fu allestito un piccolo ospedale e fatte pervenire in colonia 10 ambulanze da montagna (non motorizzate ben s'intende) con un medico e due infermieri. Poteva medicare, a seconda della gravità, da 150 a 300 persone. Durante la battaglia di Adua anche le ambulanze furono coinvolte nella disfatta e parte del personale datosi prigioniero provvide alla medicazione dei feriti. Durante la Grande guerra la Cri svolse un'attività di enorme valore umanitario in parte sconosciuta.

Anche se la prima infermiera volontaria era donna, l'accesso femminile a questa specialità fu lungamente procrastinato. Solo nel 1908 all'ospedale del Celio di Roma veniva inaugurata la prima scuola infermiere volontarie. Già con la Guerra di Libia le crocerossine partecipano ai soccorsi sia in Africa che a Rodi. Ma è con la Grande Guerra che l'organizzazione viene messa alla prova. Oltre 1000 infermiere con tutto lo staff degli ospedali da campo partecipa al conflitto.  Le guida la duchessa D'Aosta col grado di generale. Alle crocerossine per dotarle di autorità e di difesa, in un mondo prettamente maschile, vengono dati gradi da ufficiale. Nel resto del paese per curare i 700.000 feriti vengono allestiti ovunque ospedali , in cui prestano servizio altre 6.000 volontarie. Gino Severini: Treno della Cri Al di fuori della retorica esaltante la tenacia e l'eroismo del campo di battaglia, per le crocerossine l'aspetto meno piacevole della guerra è costituito dalle desolanti scene di cadaveri, mutilati, e dai ricoverati per effetti del gas ed altri traumi compresi quelli psichici. Per poter intervenire con efficacia era necessario operare in zone vicine al fronte, per le strade battute dall'artiglieria, installandosi in case semidistrutte spesso senza medicinali o isolandosi nei lazzaretti con i malati infetti. La C.R.I. aveva mobilitato circa 9500 uomini, 8200 crocerossine e 1200 ufficiali, la maggior parte dei quali rimase in servizio nelle strutture sanitarie della C.R.I., mentre una parte venne assegnata alle unità sanitarie del Regio Esercito. Altro personale occupato nella assistenza era quello degli ufficiali farmacisti, degli autisti d'ambulanza, d'amministrazione, dei cappellani e dei volontari civili. Nel 1916 gli ufficiali medici al fronte erano 8000 (e altri 6000 nelle retrovie) mentre nel 1918 il numero era salito a 17000 grazie alla mobilitazione di studenti e medici civili (tutto questo personale medico era però venuto a mancare all'interno del paese). Alla fine del conflitto anche le crocerossine contarono i loro morti: 44 per ferita o cause di servizio (malattie contratte), 3 prigioniere.  

http://web.genie.it/utenti/b/b.ilenia/files/aspsanita.htm sanita e guerra nel vicentino

LA SPAGNOLA Crocerossina con soldati di colore coloniali italiani

Così si chiamava la terribile influenza che si credeva provenire dalla Spagna e lasciava raramente scampo. In realtà i primi focolai venivano dalla Cina ed erano arrivati in Francia con gli operai cinesi chiamati a sostituire i francesi al fronte. Alla fine di aprile del '18 la malattia si diffuse in Spagna. La prima ondata fu blanda ma la seconda dell'autunno (in corrispondenza della fine della guerra) durò circa 8 settimane. La chiamavano la malattia dei 3 giorni, perché se passavi quelli potevi dirti fortunato. La terza ondata di inizio '19 colpì tutto il mondo e in ogni paese venne ribattezzata con nomi diversi. Spesso col nome del confinante secondo una vecchia tradizione che faceva del vicino il primo nemico e delle malattie il veicolo di lotte egemoniche. Per i polacchi si chiamava mal sovietico e per i Russi il contrario. Metà degli abitanti del globo furono contagiati e i morti stimati in oltre 20 milioni. In Usa 300.000 decessi, in Russia 450.000, in Italia 350.000 poi Inghilterra 225.000, India 12 milioni !!!. In misura minore altri paesi. In Italia si sparse la voce che il disinfettante dato nelle strade dalla nettezza urbana  veicolasse i germi del male secondo un piano segreto del governo Orlando di ridurre la popolazione. Nessuno raccoglieva più nei campi i raccolti, le frontiere erano chiuse come lo erano i teatri e tutti i luoghi di ritrovo. I rimedi spaziavano dalla fantascienza allo sciroppo Proton buono all'epoca per tutto. Il rimedio più efficace risultò essere una mascherina sulla bocca che evitava in caso di tosse o starnuto la diffusione del morbo.

Prof. Giuliano Muzzioli dalla prefazione del libro di Fabio Montella "Prigionieri in Emilia". distribuzione vitto agli orfani della spagnolaCon l’arrivo della febbre russa, o febbre dei tre giorni, ai più nota come Spagnola, la città (Modena) fu sottoposta a misure igieniche precauzionali anche se il sindaco, l’avvocato Zoccoli, dell’ala destra liberale, assicurava che - le condizioni di salute della città sono buone, anzi ottime- (questo nell'ottobre '18). Alla fine di quello stesso mese si registrarono 10.532 casi, con 378 decessi. L’analisi del grave stato sanitario fu sbrigativamente affrontata affermando che la causa principale del morbo è l’eccessivo agglomerato di persone in locali chiusi e come rimedio si suggerì (anche) di mangiar poco !!!. Si ordinò pure la disinfestazione giornaliera delle carrozze tranviarie, dei cinematografi e dei teatri. In alcuni stabilimenti si disinfettava la bocca degli operai, ritenendo che un facile veicolo di infezione fosse lo sputo. Fu ridotto il numero dei viaggiatori sui treni, vennero contingentati i biglietti agli spettacoli, sospese le visite del pubblico ai degenti negli ospedali e, alla metà di ottobre, vietate le code davanti ai negozi !!.

I giornali americani ed in genere quelli di tutti i paesi in guerra non ne parlavano. La spagnola uccise negli Usa molto più di quanto fece la guerra, ma "la maggior parte di loro l'ha dimenticata, poiché la mente umana tende sempre a cancellare dalla memoria l'intollerabile". L'ictus dello stesso Presidente Wilson nel 1919 si fa risalire alle conseguenze della Spagnola.

 

 

 


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