LE PISTE MASSONICHE

e Filippo Buonarroti  

 

"Philadelphians"

Il Circolo dei Filadelfi, di ispirazione massonica, sorto nel 1797, fu la prima grande organizzazione rivoluzionaria francese dopo la cospirazione di  François-Noël Babeuf. Fra le sue fila raccolse repubblicani e monarchici, avversi a Napoleone Bonaparte e al regime imperiale successivamente imposto da questi. Il nome di Filadelfia evocava le promesse della rivoluzione ed il terrore dell'Apocalisse. Due erano infatti le città antiche con questo nome: una in Terra Santa presso l'odierna Amman, l'altra in Asia Minore, citata nel libro dell'Apocalisse. Ma il nome ricordava anche la città ideale realizzata da William Penn nel 1776 negli Usa (in greco antico, Città dell'amore fraterno). Il termine Filadelfia era già conosciuto nella Massoneria francese dopo la fondazione a Narbonne, nel 1780, del Rito Primitivo dei Filadelfi. Il tentativo di Narbonne fu approfondito a Parigi dall'importante Loggia proto-romantica delle "Nove Sorelle" che ebbe tra i suoi illustri membri Antoine Court de Gebelin (1725-1784), l'inventore della moderna scienza dell'interpretazione dei Tarocchi !!. La Loggia delle "Nove sorelle" divenne una specie di O.N.U del XVIII° secolo, attraendo nel giro di pochi anni quasi 200 membri, con oltre 40 stranieri. Fra questi Benjamin Franklin (scienziato e politico statunitense, padre fondatore degli Stati Uniti) che ne divenne addirittura Venerabile Maestro. La Loggia delle "Nove Sorelle" stampò le costituzioni dei primi 13 stati americani, e divenne, in effetti, la "prima scuola di costituzionalismo mai esistita in Europa" (D.Hill, A Missing Chapter of Franco-American History , in: American Historical Review, XXI (1916), pag.714). Secondo l'idea di de Gébelin la Loggia avrebbe dovuto educare i futuri cittadini del mondo, formando un "immenso circolo, un'autentica repubblica universale, il cui centro era Parigi, ma i cui raggi penetravano ovunque" (H.Baulig Anacharsis Cloots, Avant la revolution , in: La Revolution francais , ago. 1901, pag.154).da Krisis.it Filippo Buonarroti

Filippo Buonarroti. « Si strappino i confini delle proprietà, si riconducano tutti i beni in un unico patrimonio comune, e la patria - unica signora, madre dolcissima per tutti - somministri in misura eguale ai diletti e liberi suoi figli il vitto, l'educazione e il lavoro » (F. Buonarroti, Cospirazione per l'uguaglianza, 1828). A Buonarroti come si vede interessava più la lotta sociale che la liberazione nazionale e considerava tutti stinchi di santo. Come dice qualcuno, fu in polemica con lui che Mazzini fondò la "Giovine Italia" e cancellò la carboneria nata come filiazione P2ista (P2 ) della massoneria.

Vi potreste anche sbizzarrire a navigare nei siti ufficiali massonici ed a cercare di comprenderne la storia, la filosofia, l'evoluzione, ma per loro natura o per scelta sono incomprensibili. Non stupisce quindi che molti ci siano cascati o ci caschino tutt'ora. Le scissioni, le deviazioni sono all'ordine del giorno, ma non facendo notizia non interessano nessuno finché non cascano sotto la lente giudiziaria per altri fatti. I massoni non hanno un "papa" e solitamente le logge vengono "riconosciute" per nazione (questo già da alcuni secoli in base a un concetto propugnato dalla Gran Loggia d’Inghilterra nel 1717). La Massoneria moderna nasce appunto in Inghilterra il 24 giugno del 1717. Furono create le quattro logge britanniche che formarono la grande loggia d'Inghilterra. Diversi anni dopo, nelle colonie americane nacquero le logge di Philadelphia (1730) e di Boston (1733). In Italia la Massoneria fu portata da alcuni cittadini inglesi (Charles Sackville Duca di Dorset e Henry Fox, lord Holland), intorno al 1733 a Firenze. A Milano, nel 1805, il conte A. G. De Tilly, creò il primo Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato d'Italia.

Francois Babeuf e l’Italiano Filippo Buonarroti affermavano che i lavoratori, costituenti l'enorme maggioranza del popolo erano sfruttati da una minoranza di capitalisti: proponevano perciò l'abolizione della proprietà privata e la gestione dei mezzi di produzione da parte dello Stato che ne avrebbe diviso il ricavato fra tutti i cittadini in ragione dei loro bisogni. ma il 18 marzo 1793, l'Assemblea rivoluzionaria francese aveva emesso un decreto molto severo: “La Convenzione nazionale decreta la pena di morte per chiunque proporrà una legge agraria o qualunque altra legge sovvertitrice delle proprietà terriere, commerciali ed industriali”. Da dove abbia preso Marx è quindi evidente

 

BUONARROTI FILIPPO GIUSEPPE MARIA LODOVICO era nato a Pisa l’11 novembre 1761. Allo scoppio della rivoluzione francese lascia Firenze per dare corpo alle idee di Rousseau e sceglie la Corsica, primo territorio francese a disposizione, dove fonda il “Giornale patriottico di Corsica”, ispirato alle correnti più democratiche della cultura francese.  Cittadino francese dal 1793, agente rivoluzionario in missione in Italia ad Oneglia, cade in disgrazia dopo il colpo di Stato del Termidoro contro Robespierre.  Suo compagno era quel François-Noël Babeuf  ghigliottinato nel 1797 con altri 30 (per il suo ruolo nella congiura degli Eguali del 1796). Gli "Eguali" volevano abolire anche l’ultimo tassello della disuguaglianza umana: la proprietà privata, e questo punto creò la frattura definitiva col Direttorio. Babeuf , dal canto suo, sosteneva la necessità di sopprimere la proprietà, con la messa in comune delle terre appartenenti a latifondisti ereditari. Babeuf era uno studioso dei registri terrieri feudali, conosceva i nomi dei proprietari latifondisti, lavorava per i notai, e tracciava statistiche ad uso personale su chi possedeva troppo e chi nulla. Dall'amicizia con Buonarroti sorse l'impegno di presentare al governo parigino una proposta di frammentazione di questi terreni. Babeuf insieme con Darthé e Buonarroti, avevano allora creato una organizzazione segreta massonica - carbonara sulla falsariga di quella dei Divini Maestri con lo scopo di rovesciare il Direttorio e instaurare un nuovo regime. Fallita nel 1796 la «cospirazione degli Eguali», Babeuf e Darthé furono condannati a morte mentre Buonarroti venne arrestato e giudicato dall'alta corte di Vendôme. Fu condannato alla deportazione e internato prima a Cherbourg, poi nell'isola di Oléron. Liberato per un intervento di Bonaparte, dietro raccomandazione di Saliceti rifiutò ogni compromesso, specialmente da quando il Bonaparte si era autonominato Imperatore, respingendo qualsiasi forma di comunismo. Buonarroti verrà costretto da allora a una vita d'esilio.  A Ginevra, in Svizzera, dove soggiornerà quasi ininterrottamente dal 1806 al 1814, fonda la setta segreta dei Filadelfi (ispirati alla Rivoluzione americana ma non solo) per ricucire i legami con le logge massoniche italiane. Intanto ad Innsbruck studenti trentini fondano nel 1793 un club giacobino diretto dagli illuminati e costituito da giovani italiani, tedeschi e svizzeri dei Grigioni e del Canton Ticino. Costoro, tramite Poschiavo e la Valtellina, avevano contatti con Milano, Pavia e Modena, spingendosi sino in Corsica, come confermano gli articoli della Spezieria sondriese. La partecipazione comune di tedeschi, grigionesi ed Italiani aveva gli stessi fini di società nazionali, indipendenti, con programmi di radicale egualitarismo. Le società segrete (Sublimi maestri perfetti, …) si spinsero poi sino a Napoli e in Toscana, per generare da lì altre società segrete iniziatiche. Lo saranno infatti la Carboneria o l'Adelfia o Filadelfia di Buonarroti, le quali  sosterranno un programma anarchico, comunista ed egualitario. Nel 1828 pubblicò a Bruxelles "La conspiration pour l’égalité, dite de Babeuf". I movimenti cospirativi europei rimasero però nella maggior parte estranei al comunismo buonarrotiano e legati piuttosto a un orientamento costituzionale moderato. Allontanatosi intorno al 1834 anche dai mazziniani, Buonarroti morirà in esilio a Parigi il 17 settembre 1837 abbandonato da tutti.

http://www.triplov.com/Venda_das_Raparigas/carbonaria_italiana/daniele_failli/origini.htm  

La parola "riconosciute" implica il fatto che gli inglesi avrebbero la pretesa di rilasciare una patente di “idoneità” o "bontà" ad operare. L’individualismo e il nazionalismo, non solo italiano, spesso hanno fatto il resto ripartendo la patente “buona” in tanti patentini fasulli. Succede in Francia, Svizzera (logge doppiate poi non riconosciute) e in misura molto maggiore in Italia dove a partire dal 1805, anno di nascita del Grande Oriente, si calcola di essere arrivati al solo 1813 con oltre 200 !!! logge (massoni attivi oltre i 20.000 fratelli). Ogni loggia padrona a casa sua e, come si dice, depositaria del "verbo vero". La divisione in staterelli naturalmente faceva delle logge locali tante logge nazionali (nel proprio ambito). Per gli avversari del Papa queste son cose ultranote e già sperimentate risalenti alla riforma protestante e alle tante sette o chiese formatesi con tale riforma nel mondo cattolico cristiano. Nel momento che cade il "certificatore" per chiunque è facile qualificarsi massone ed aprire bottega. Lo scontro con le autorità religiose fra alti e bassi ha sempre segnato un confine invalicabile fra chi rappresenta "ufficialmente" il soprannaturale e chi afferma d'esserlo.

I massoni, ricorda il Papa (Pio IX, non proprio il massimo della spiritualità), proclamano ai quattro venti di agire nell'interesse della Chiesa e della sua libertà. Si professano cristiani e pretendono dì rifarsi alla più pura volontà di Cristo. Le cose non stanno così: "noi desidereremmo prestar loro fede, se i dolorosissimi fatti, che sono quotidianamente sotto gli occhi di tutti, non provassero il contrario". È in corso una vera e propria guerra, ammonisce ancora il Papa: "da una parte ci sono alcuni che difendono i principi di quella che chiamano moderna civiltà, dall'altra ci sono altri che sostengono i diritti della giustizia e della nostra santissima religione". L'obiettivo che i massoni perseguono è "non solo la sottrazione a questa Santa Sede ed al Romano Pontefice del suo legittimo potere temporale", ma anche "se mai fosse possibile, la completa eliminazione del potere di salvezza della religione cattolica". http://it.wikipedia.org/wiki/Massoneria 

 

cito da Wikipedia: L'istituzione italiana con il maggiore numero di aderenti è il Grande Oriente d'Italia (cosiddetto "di Palazzo Giustiniani", dalla sua sede storica romana), che accetta solo uomini. Poi abbiamo la Gran Loggia d'Italia (detta anche di Piazza del Gesù, dalla sua sede storica, o di Palazzo Vitelleschi dalla sua sede attuale), che è un'obbedienza mista, in quanto accetta donne e uomini. Segue la solo maschile Gran Loggia Regolare d'Italia, riconosciuta dalla Gran Loggia d'Inghilterra. La Federazione italiana dell'Ordine Massonico Misto, "Le Droit Humain" (nata in Francia), è la costola italiana della più antica delle Obbedienze miste mentre la Gran Loggia Federale d'Italia costituisce una federazione tra Logge (diverse), formula innovativa sul panorama nazionale ma già diffusamente applicata all’estero. Da menzionare tra le obbedienze miste anche il Supremo Consiglio d'Italia e San Marino, e tra quelle solo femminili la Gran Loggia Massonica Femminile d'Italia. Vi sono poi decine e decine di altre obbedienze numericamente minori, spesso derivanti da scissioni...  

Se per trovare la prima vera organizzazione italiana massonica dobbiamo risalire a Napoleone Bonaparte non possiamo ignorare che questa fosse del tutto asservita a lui e alle sue campagne pseudo morali contro la tirannide Russa e Borbonica. Ed è proprio da questa ambigua situazione che poi mentore il Buonarroti prende vita la carboneria (riformata) in antitesi all'Imperialismo massonico francese poi alla restaurazione Borbonica che ritornava per rispolverare l'assolutismo prendendosela con tutti (anche coi massoni filo francesi e chi no tra il 1825 e il 1832 e contro le Logge siciliane antimonarchiche, ma in questo caso qui si parlava di separatismo). Buonarroti (che carbonaro si identificava), all'indomani del Congresso di Vienna del 1815, contribuì a far assumere al movimento anche un carattere patriottico e marcatamente anti-austriaco. Era la chiave che mancava e che univa idealmente la lotta al  papato e alla cattolicissima Austria alle altre problematiche nazionali. Così la Carboneria si diffuse nel Nord Italia, e soprattutto in Lombardia ed in Romagna, grazie in particolare all'opera di Piero Maroncelli. Il colpo di stato del 2 dicembre 1851 da parte del presidente della Repubblica Francese Luigi Napoleone (1808-1870), non deve aver portato grande onore alla sua Massoneria e a lui si potrebbero far indossare le parole dello Zio Bonaparte: "E' (sono i massoni) un mucchio d'imbecilli che si riuniscono per far festa e sceneggiare qualche ridicola sciocchezza. Essi compiono tuttavia qualche buona azione. Hanno dato un buon aiuto durante la rivoluzione e ancora recentemente per ridimensionare il potere del Papa e l'influenza del clero" !!!.
Napoleone III , come lo zio si servì quindi della Massoneria come d'un "instrumentum regni", e vi pose a capo uomini fidati, quali Lucien Murat (1803-1878), suo cugino, il Maresciallo Bernard Pierre Magnan (1791-1865), e il Generale Mellinet, manovrandola secondo l'opportunità, religiosa o politica. Quelli che attentano alla vita di Napoleone III d'ora in poi sono massoni e bisogna considerare che molti massoni francesi abbiano preso la via dell’esilio (inglese) per non conformarsi o siano entrati in "clandestinità". Gli attentati vedono quasi sempre coinvolti degli italiani anche dopo il 1860 (nel dicembre 1863, Pasquale Greco, un mazziniano, tentò di uccidere Napoleone III per l'ennesima volta).  Sotto la Repubblica (1871), la Massoneria riconquistò una piena autonomia. Il 26 aprile 1871, un corteo massonico di ben 10.000individui, con emblemi ed insegne, si recò trionfalmente all'Hotel de Ville a rendere omaggio al governo della Comune. Ma era il 1857 quando prese il via l'attentato che nessuno ricorda, perché fallito, a cui seguì quello più famoso di Felice Orsini che se non colpì in alto fece però danni e benefici alla causa Italiana.

 

Karl Heinrich Mordechai Marx (1816-1883, nato a Treviri (D) e figlio di un rabbino, entra giovanissimo nell'ambiente culturale berlinese ed aderisce alla sinistra hegeliana; nel 1842 collabora alla "Gazzetta renana", nel 1844 partecipa alla fondazione del "Vorwarts" giornale di indirizzo socialista e anti-prussiano e nel medesimo anno conosce Engels con il quale stringe una profonda amicizia. Espulso da Parigi, Marx si trasferisce in Belgio dove resta fino al 1848; è di questi anni l'opera di critica e di revisione della filosofia hegeliana che lo conduce alla formulazione della concezione materialistica della storia: scrive "Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico" (1843), "Manoscritti economici-filosofici" (1844), "Tesi su Feuerbach" (1845), "L'ideologia tedesca" (1845-1846) e "Miseria della filosofia" (1847). E' del 1848 il primo approccio di Marx con la militanza politica più attiva, aderisce con Engels alla Lega dei Comunisti e scrive insieme a lui il "Manifesto del partito comunista". Dopo il fallimento della rivoluzione del 1848, Marx è costretto a emigrare ancora una volta: si stabilisce a Londra e inizia i suoi studi di economia politica: scrive nel 1859 "Critica dell'economia politica" e nel 1864 "Il Capitale".

The continent of Europe, this year of 1857, still languishes in the long, reactionary shadows of the Congress of Vienna, which forty-two years before, after the fall of Napoleon, sought to revive and restore for all time the world he had destroyed....as a natural consequence, there is a ferment underneath -hotheads like Mazzini and Garibaldi plotting the unification of Italy; German students smarting under the collapse of the hopeful revolutions of 1848. Even in Russia, the most backward of all the states of Europe, land of pogroms and secret police, where more than twenty million serfs live in grinding poverty and may be bought and sold like cattle, there is a new young Czar, well-intentioned Alexander II, who actually plans to free them and begin reforming his country. One of the unsuccessful assaults, which occurs in 1857, says something about all participants. In August (June) three Italians, by name Tibaldi, Bartolotti, and Grilli, each of whom has received fifty gold napoleons in advance from a group of Italian conspirators in London, arrive in Paris to accomplish the end of the Emperor, who was once one of their fiery advocates, and whom they feel-rather unjustly-has deserted them. But Paris is an enchanting place in 1857, and the assassins dawdle in the cafés, using their time and money to enjoy themselves until, never having unsheathed a poniard, they are apprehended and sent to the galleys.    ma sentiamo dalle parole di Paolo Tibaldi come si svolsero i fatti ...

 

A Torino intanto nel 1859 sotto l'ala francese del neobonapartismo e sotto quella Cavouriana riprendeva vita la massoneria italiana. La loggia Ausonia, in unione con il "Trionfo Ligure" di Genova e gli "Amici Veri Vittoriosi" di Livorno, ricostituirono il Grand'Oriente d'ltalia. Primo Gran Maestro fu eletto Livio Zambeccari (1802-1862), sostituito poco dopo da Costantino Nigra ambasciatore a Parigi (1828-1907). A Nigra, obbediente al Maresciallo Magnan, il successore di Murat, arrivò il riconoscimento del Grande Oriente di Francia che assicura all’Obbedienza provvisoria torinese un prestigio internazionale, tanto più necessario per le rivalità che si manifestano nella massoneria italiana.

.... TIBALDI - VIA DALL'ISOLA DEL DIAVOLO
Preferì, Paolo Tibaldi (1849-Romagne) l'esilio; parti disposto a domandar asilo in Francia, quasi non vi dominasse quell'"assassino della Repubblica Romana " che sarebbe presto l' "assassino del 2 Dicembre (1851)". A Parigi l'esule trovò buona fortuna non a far lo scultore ma a fabbricare e a vendere arnesi d' ottica. Mentre però l' industria prosperava non quietavan la mente e l'animo. "Attendevo giorni migliori per la mia povera patria, il cui pensiero mi seguiva da per tutto come il ricordo d' una fidanzata infelice." "Ero in relazione con tutti gli uomini di cuore che si sacravano al suo riscatto, per fondare saldamente e stabilire le due repubbliche francese ed italiana." E da questa realtà prossima e sicura già sorgeva davanti a' suoi occhi la suprema idealità della repubblica sociale. Quando, la brutta mattina del 13 giugno 1857, Paolo Tibaldi fu arrestato. Quarantasei lettere a lui spedite dall'Inghilterra, dalla Germania e dall' Italia e sequestrate alla Posta prestarono argomento di "congiura contro la sicurezza dello Stato e contro la vita dell' imperatore." Due mesi durarono i tentativi e le tentazioni perché egli si arrendesse a rivelare complici e trama; ma resistè a ogni minaccia, a ogni lusinga. Se non che la viltà invano attesa da lui parve necessaria a un altro accusato, menzognero per giunta. E Paolo Tibaldi ebbe la stessa pena di Mazzini, Ledru-Bollin e Campanella, processati in contumacia: la deportazione. Il 5 giugno 1858 dal ponte della nave entro la quale, con la catena al piede, aveva viaggiato due mesi (Tibaldi est embarqué à Brest, sur l'Adour, le 30 mars 1858) a contatto di gente facinorosa e bestiale, il valoroso superstite di Cornuda, Vicenza. Roma, cedeva l'anima d'artista a un mirabile spettacolo pur presentando l'amarezza del disinganno.
" Il giorno stava morendo; la luna voluttuosa regina di un cielo purissimo, non adombrato da incomoda nube, dominava il creato e spandeva modestamente i suoi raggi sull’ isola intera. Una foresta d' arbusti ricoperta di fiori olezzanti, di cui i zeffiri vespertini m'apportavano i profumi soavi, pareva un gruppo di bagnanti che silenziosamente immergono i piedi nelle acque dell'Oceano. Alberi di smisurata altezza, di cui 1'Europa non ha idea, innalzavano sovranamente verso il cielo le loro cime: piccole graziose colline serpeggiavano in ogni senso, sparse qua e là di case dalle pareti imbiancate con assidua cura. Era 1' aspetto d' un leggiadro villaggio addormentato, dove liberi agricoltori gustando un sonno tranquillo, attingono nel riposo nuove forze per il domani." Ah la crudele illusione! Quell'isola apparteneva al gruppo della Salute nella Cajenna infame; quel villaggio era un ergastolo. E a seicento metri di là, dall' Isola Reale, "nude rocce; non verdura per distrar lo sguardo ; qualche vecchio albero dai secchi rami ; alcuni miserabili capanne e rare costruzioni rassomiglianti a caserme in rovina; da per tutto 1' aspetto della desolazione; il tutto inaridito da un sole che brucia": il luogo di relegazione per i condannati politici: il bagno penale a cui 40 anni dopo la Repubblica francese, sospirando la quale Paolo Tibaldi s'avventava a tanto patire, mandava un innocente, l'ufficiale Alfred Dreyfus, l'ebreo (immagine sotto condannato nel dicembre 1894 e riabilitato grazie a una campagna di stampa a cui partecipò anche il massone Emile Zolà. figlio di Francesco Zola nato a  Venezia)
LA LIBERAZIONE- Lasciai la Cajenna senz'odio, senza desiderio di vendetta contro coloro che mi avevano colà seppellito.... Il repubblicano deve saper perdonare agli oppressori della vigilia diventati i vinti del domani." era il 12 febbraio 1870. A Londra al suo arrivo i Filadelfi organizzavano un banchetto di ricevimento. Aveva come tanti tentato una fuga, non riuscita, e per questo era stato in isolamento per 5 anni. Nonostante tutto sopravvisse 12 anni all'inferno della Cayenna e molti altri ne sopravviverà essendo morto nel 1901.

Paolo Tibaldi - Piacenza 27.1.1825 Roma il 18.1.1901 - DA ROMA A CAJENNA- STAB. TIP.  ITALIANO - ROMA

 

TIBALDI E LA CAJENNA
... UNO DI LORO (una volta)

Il continente europeo (nell'anno 1857), langue all’ombra del reazionario Congresso di Vienna, che 42 anni prima, dopo la caduta di Napoleone, ha cercato di far rivivere e ripristinare tutto quello che il corso aveva distrutto. Naturale conseguenza un fermento delle teste calde come Mazzini e Garibaldi che complottano per l’unità d'Italia; di studenti tedeschi frementi al crollo della speranza rivoluzionaria del ‘48. Anche in Russia, il più arretrato di tutti gli Stati d'Europa, terra di pogrom e di polizia segreta, dove più di venti milioni di servi della gleba vivono nella povertà e possono essere acquistati e venduti come bestiame vi è un nuovo zar, giovane, ben intenzionato, Alessandro II, pronto a riformare lo sterminato paese. E l’attentato fallito del 1857, la dice lunga su tutti i partecipanti. Nel mese di “agosto” tre italiani, Tibaldi, Bartolotti, e Grilli, ciascuno dei quali ha ricevuto 50 napoleoni d'oro in anticipo da un gruppo di cospiratori sempre italiani a Londra, arriva a Parigi per porre fine alla vita dell'imperatore Napoleone III, uno di loro una volta ma ora con i reazionari. Ma Parigi è un luogo incantevole e di piacere e gli assassini bighellonano nei caffè, usando il loro tempo e denaro per divertirsi fino a che, non avendo mai sguainato un pugnale, vengono fermati e spediti in galera.

1864 - Viaggio di Garibaldi a Londra  e incontro con Mazzini   

Dreyfuss degradato 5/1/1895Nel capitolo Mazzini, raggiungibile dal link soprastante, abbiamo dato conto di 2 versioni sul possibile incontro di Garibaldi con il "maestro" nel 1864. Nel primo testo, tratto da un sito inglese, si dice Garibaldi stayed at Brook House from April 3-11th, during which time he was also joined by Giuseppe Mazzini (7 april), the Italian writer and politician (Isola di Wight). Nel secondo, fonte Pietro Nenni, che riporto parzialmente l’incontro fra Garibaldi e Mazzini ebbe luogo il 17 aprile (e non il 7) nella casa di Alexandre Herzen a Teddington (russo esiliato grande amico di entrambi e conoscitore del nostro paese) presenti Ogareff, Blind e altri fra cui gli italiani Saffi, Mordini e Guerzoni. Di seguito una ulteriore versione anche se presa da un punto di vista diverso.

Si cita da - Battaglie democratiche e risorgimento in un carteggio inedito di Giuseppe Mazzini e George Jacob Holyoake Roma 1971 Ed. Storia e letteratura  Pia Onnis Rosa - F. Buonarroti e altri studi -

Garibaldi a Londra (i retroscena d'un incontro).

Ma il nuovo anno 1862 portò le cocenti delusioni di Sarnico di Aspromonte.Il Mazzini passò buona parte del '63, in Svizzera sperando e preparando altre possibilità, e nuovi piani andavano maturandosi cui si ricollegavano le trattative segrete con Vittorio Emanuele e il viaggio di Garibaldi a Londra. Intanto si scopriva a Parigi la congiura di Pasquale Greco contro Napoleone III per cui il Mazzini, il 30 marzo di quell'anno, veniva colpito in contumacia da una condanna alla deportazione: non la prima, avendone riportata un'altra con Ledru, Rollin, Massarenti e Campanella nel ‘57, in seguito al complotto di Paolo Tibaldi. Di qui attacchi, polemiche, e le note dimissioni del ministro James Stansfeld, cui l'amicizia del Mazzini costò la posizione politica. L'Holyoake (George Jacob definito padre del cooperativismo inglese e della negazione della cristianità) entrò nella polemica giornalistica in difesa del Mazzini, al quale domandò in proposito ragguagli sull'attentato Tibaldi, sottoponendogli un questionario. Del Tibaldi dice il Mazzini che era “un ben educato operaio lombardo con un impiego superiore a quello di un semplice operaio, e che fu condannato su una delazione senza che gli trovassero armi nè che ci fosse alcun principio d'azione" All'affare Greco si riferisce pure una lettera del 17 dicembre riguardante l'accusa del Crispi che il Greco fosse un agente della polizia piemontese (Alessio Pianori, frère de Giovani qui attenta à la vie de Napoléon III en 1855, est envoyé en exil à la Réunion ; il bénéficiera de l’amnistie de 1869 et demandera à rejoindre la Nouvelle-Calédonie. Quant à Raphaël Trabucco, condamné avec Pascal Greco en 1864, dans l’affaire des quatre Italiens ayant attenté à la vie de l’Empereur, sa peine est commuée en déportation par la cour d’Assises de la Seine. Trabucco sera gracié le 19 janvier 1870). Crispi deputato ha dichiarato alla camera di Torino d'aver prove che Greco era un agente: egli chiese una commissione d'inchiesta, che non fu accordata dalla maggioranza ministeriale. Io ho scritto a Saffi di stendere in inglese l'informazione per la stampa. Mentre il nome di Mazzini formava così oggetto di scandalo per la parte moderata, giunse in Inghilterra G. Garibaldi. Al suo arrivo a Southampton l'Holyoake  si trovò ad incontrarlo come rappresentante di vari giornali e degli amici d'Italia e, avendolo già conosciuto all'epoca del suo primo viaggio nel 1854, si intrattenne varie volte con lui negli otto giorni in cui fu ospite del deputato Seely nell'isola di Wight. Egli stesso si incaricò di invitare Mazzini, per desiderio del Generale. Ma dal seguito dell'eroe, alla sua entrata trionfale in Londra, fu invitato ad allontanarsi, come troppo noto amico del Mazzini!. L'iniziativa contro Holyoake partì da un italiano, Negretti, e il piccolo episodio, che non mancò di suscitare una larga eco nella stampa, fa parte del noto armeggio per distogliere Garibaldi da un avvicinamento al Mazzini e per impedire che quella popolarità, quell'impeto d'azione, si svolgessero a vantaggio dei fini pertinacemente repubblicani del grande agitatore. Profano delle sottili accortezze politiche, il festeggiato si indignò dell'offesa fatta all'amico (Holyoake), il quale ricevette pure dal Mazzini una cordiale lettera di rammarico.
 

Da chiesaviva.com ... A Mazzini, Kossuth e Ledru-Rollin si erano aggiunti, nel Comitato di Londra, anche Alexandre Herzen, Bakhunin, Turr e Klapka.  All’inizio del 1857, in un incontro a Londra, Mazzini e Ledru-Rollin avevano scelto Paolo Tibaldi, Giuseppe Bartolotti e Paolo Grilli per trucidare Napoleone III. Essi ricevettero da Massarenti, altro affiliato di Mazzini, 50 napoleoni d’oro e si recarono a Parigi per commettere il delitto. Mazzini, prima che partissero, aveva detto loro: «Studierete le abitudini dell’imperatore e farete il colpo quando si presenterà l’occasione favorevole». Fallito l’attentato, il Procuratore imperiale, nell’udienza della Corte d’Assise di Parigi del 7 agosto 1857, dopo aver condannato Grilli alla deportazione, e Tibaldi e Bartoletti alla detenzione, disse che Mazzini e Ledru-Rollin erano i capi di tutte le congiure tentate per l’assassinio dell’imperatore e li condannò alla deportazione in contumacia.

Una rivolta sull'Isola del Diavolo

Gli incontri di Garibaldi e Mazzini sono stati sempre pochi e mal digeriti dal primo e quale occasione migliore se non questo viaggio trionfale nella patria della massoneria (e dei suoi finanziatori) per farli incontrare. ... Ma nessuno parla del suo incontro con Mazzini. Quando sbarca Garibaldi è ospite di Sir Charles Seely sull’isola di Wight . L’11 aprile la sfilata per le vie di Londra percorrendo Wandsworth Road - Westminster Bridge - Parliament Street - Trafalgar Square fra due ali di folla in un bagno di popolarità insolito per gli inglesi. .. L'imbarazzo del governo britannico si manifesta attraverso pressioni esplicite affinché rientri in Italia anzitempo adducendo per i media ragioni di salute. A Londra alloggia fino al 19 alla Lancaster House. Il 21 aprile visita Chiswich (sobborgo di Londra dove è ospite del conte di Devonshire) e dove visita la tomba del Foscolo, Stansfeld, Chesheomlace, Woolwich (Aisemale a est di Londra), Londra. Si reca a Bedford in treno, St.Pancras, Southwark. Il 16 aprile è a Sydenham a 6 chilometri sud di Londra. Compie una visita a Teddington (Londra) dove abita Herzen. Ancora a Sydenham, è ospite dell’On. Seely in Hyde Park al n. 20 di Prince’s Gate. Il 20 aprile Riceve alla Guildhall la cittadinanza onoraria di Londra. Alle ore 15 del giorno 22 parte per Cliveden nel Buchingham Shire ospite in casa Sutherland – visita Windsor. Il 25 aprile Visita Eton. Passa da Cliveden e con il vapore “Udine” va a Weymouth poi a Exeter e a Plymouth. Si reca quindi in Cornovaglia al parco di Penquite vicino a Fancy ospite in casa del Col. Peard, suo vecchio ufficiale.

Per saperne di più http://criminocorpus.revues.org/149 le leggi francesi sulla deportazione
http://books.google.it/books?id=HnuFv0avDEAC&printsec=frontcover&source=gbs_navlinks_s#v=onepage&q&f=false
La Prima internazionale Gran loggia dei Philadelfi http://www.freemasonry.bcy.ca/history/revolution/first_international.html 
http://www.centrosangiorgio.com/occultismo/massoneria/articoli/pagine_articoli/la_massoneria.htm 

 

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