L'ULTIMA BATTAGLIA IN CARNIA E LA PRIGIONIA 

 

IL CASO DEL 47° BATT. AUT. BERSAGLIERI

CARNIA 24-29 ottobre 1917 - 3a parte

Siamo dunque rimasti al comunicato del 28/10, fatto e rifatto, che ha scatenato l'ilarità dei nostri nemici e la rabbia dei nostri alleati che ora vogliono la testa di Cadorna. Si organizza in fretta e furia un vertice interalleato a Rapallo

 

Gli interrogatori

Interrogatorio Tenente Rapolla Corrado nato a Napoli classe 1892 Laureato in Legge (in corso di laurea) Modena 2° corso ufficiali sett. ott. 1915

..... Lloyd George riferisce, nelle sue "Memorie di guerra", di essere arrivato a Rapallo la sera del 4 e dice la conferenza essere iniziata il 5. Tale datazione, che si presenta in disaccordo con quella di Orlando e Aldrovandi, che inoltre precisa che la sera del 4 "le delegazioni britannica e francese tennero un incontro preliminare" e che, a proposito della richiesta di sostituzione di Cadorna da parte degli alleati, dice che questa fu avanzata "la mattina del 5 novembre, nella prima seduta plenaria" .

Nel diario di Gatti leggiamo che francesi e inglesi arrivano alle 19 del 5 e si riuniscono subito, tra loro. Il Generale Gatti commenta: "il pensiero che vengono a radunarsi in casa nostra, per decidere della nostra sorte, con esclusione nostra, ripeto, è orribile"... il testo completo http://www.castellano1869.it/veo/3-IL PRESIDENTE DELLA VITTORIA/127.1-171105.htm  
Ci si da appuntamento a Peschiera del Garda 3 giorni dopo: Presenti per l’Italia, oltre al Re Vittorio Emanuele III, Emanuele Orlando Presidente del Consiglio, Sidney Sonnino, il Generale Alfieri e l’On. Bissolati, per l’Inghilterra il Primo Ministro Lloyd Gorge, il Generale Wilson, capo di S.M. dell’Esercito, il Generale Robertson, il Generale Smutz, e per la Francia, M. Painlevé Capo del Governo, M. Franklin Bouillon ed il Maresciallo Foch. La vergogna della rotta e il non voler passare per quelli che hanno sempre bisogno di qualcuno per tirarsi fuori dai guai (risorgimento docet) fanno dare al Re uno dei suoi migliori messaggi alla nazione e ai popoli europei in guerra. Senza ascoltare militari e politici senza idee che si rimpallavano le responsabilità del momento, vere o anche soltanto presunte, il Re prese la parola, e con cognizione di causa, usando contemporaneamente e correttamente l’italiano il francese e l’inglese, senza bisogno di interpreti convinse i suoi alleati rilasciando l'ordine del giorno che segue sotto. Cadorna intanto aveva fatto le valigie e al suo posto Diaz dalla sera dell'8.
http://www.peschieramuseo.it/storia.aspx

Villar Perosa

 

Formigine 19 novembre 1918
Catturato il 29 ottobre 1917 ore 14- Monte Cullar, Illeso
Dal 24 al 27 ottobre mi trovavo a riposo nella zona di Chianeipade in Val Chiarsò comandante la Comp. Di marcia del battaglione assieme alla 4^ Comp. Il 28 alle 4 del mattino un ordine scritto a matita dal Capitano Bruno sig. Aldo, Comandante la 1^ Compagnia, a riposo a Pian del Bar ordinava a me ed al Ten. Fraci di spostarci con le compagnie sulle pendici meridionali del Cullar. Prendemmo infatti posizione , di fronte a Valle Aupa, e non più di fronte al nemico dove vi erano in posizione due Compagnie del Battaglione la 2a e la 3a , collegandomi io, a sinistra con la 4a e a destra con la 1a. La linea si estendeva dalla Cima del Monte fino a Forca Griffon una serie di fortissime differenze di altezza tali da formare una grande scala. Feci presente di avere un tratto di linea molto esteso avendo pochi uomini (40) ed il Capitano Sig.Bruno mi tranquillizzò dicendomi che trovandoci in seconda linea non vi era ancora bisogno, di (di)stendere gli uomini. tanto più che la pioggia continuava incessante dalla mattina e non essendovi ricoveri, avessi attendato la truppa che non avesse corrisposto in caso di una ritirata. Così si passò il giorno 28 e tutta la mattina sotto la pioggia incessante. Durante la notte assistei agli incendi in Valle Aupa e alle nostre spalle a Salino. Ciò che m’impensierì fortemente, convinto che si ritiravano senza darci ordini. La mattina del 29 mi recai dal Capitano Sig. Bruno per prendere ordini, visti che non ne venivano ed il Capitano volle risalire con me. Gli feci osservare che avevo disposto gli uomini in piccoli gruppi collegati con delle sentinelle alla miglior maniera nascosti sotto gli alberi del bosco.
Raggiungemmo così il Comando della 4a Compagnia dove vi erano il Tenente Fraci, Ten.Vismara della 4a, Ten. Virga, Sottotenente Traina, Sottotenente (aspirante) Paparusso della 1a e la riunitici ed lesse un ordine firmato dal Comando Tattico di M. Pizzul Ten. Colonnello Dina, nel quale si ordinava una seconda linea che dallo Zouf per Chianeipade risaliva al Cullar, ridiscendendo per Forca Griffon la suddivideva i 3 tratti l’ultimo del quale al Comando del Capitano Bruno Sig. Aldo e che si stendeva dalla Cima del Cullar fino a Forca Griffon. Che bisognava attendere un 1° ordine che ci avesse avvisati che la 2a linea diveniva 1a essendosi ritirate le Compagnie (3a e 2a), che ad un 2° ordine ci saremmo ritirati diretti per Tolmezzo raggiungendo M. Corona nell’alto Tagliamento. Il capitano Bruno ci disse ............. la truppa giacché dovendo poi fare molta strada a piedi dato il tempo pessimo non sarebbe servita a sostenere la ritirata. La nebbia fortissima ci impediva di vedere ovunque. Verso mezzogiorno si dileguò tanto per permetterci di osservare le prime linee a sinistra della nostra linea. Non vi era anima viva. Solo in valle alle nostre spalle truppa in piccoli gruppi che non si distingueva se austriaci o nostri. Certo che colpi di fucili austriaci echeggiavano alle spalle. Il capitano Bruno era ritornato al suo posto, a Casera Forchiutta; parlai con il Tenente Fraci e Vismara della 4a Compagnia che era alla mia sinistra esponendo loro il pensiero d’esser stati abbandonati. Il Tenente Fraci mi parlò che la truppa era abbattutissima così si decise di recarci di nuovo dal Capitano per convincerlo ad andare via. Verso le 12 infatti scendemmo a Forchiutta dove trovammo il Capitano col Tenente Medico del Battaglione ed al quale esponemmo le nostre ragioni. Il Capitano protestò vivamente dicendoci che l’ordine era tassativo: di non muoversi senza ricevere ordini e che precisò, bisognava stare in postazione. Sembrava che avesse mandato dei bersaglieri di pattuglia per assicurarsi di collegamenti della sua linea. Con binocolo visuale allo Zouf, e Chianeipade tutto era deserto.

Eravamo per risalire quando da un roccione il S.tenente Traina ci gridò che un capitano Austriaco si era dato prigioniero. Lungo il sentiero incontrammo invece un Tenente austriaco che disse di voler parlare al Capitano. Lo facemmo accompagnare dal Tenente Virga e ritornammo a Forca Cullar per vedere cosa succedesse. Dalla cima del Cullar lungo le pendici occidentali del Monte, quasi alle nostre spalle a sinistra sull’orlo del bosco, austriaci con mitragliatrici pronte a far fuoco ci gridavano di venire avanti. La truppa imprecava d’esser stata abbandonata ed avere lasciate le armi convinta d’essere stata circondata. In pochissimo tempo il nemico ci fu addosso e ci fece prigionieri. La truppa d’altra parte era soggetta al nemico che si trovava sempre sui roccioni più alti pronti a fare fuoco .... ed era inutile la resistenza. Così riuniti tutti a forca Griffon ci condussero a Moggio. Forza approssimativamente: 500 uomini – Ufficiali otto – il Comandante di linea Capitano Bruno Sig. Aldo, Tenente Vismara, Fraci della 4a compagnia, Tenente Virga, Traina ed Aspirante Paparusso della 1a Tenente Moro del Reparto Zappatori, io comandante la Compagnia di marcia del battaglione.
Campi di Prigionia: Mauthausen, Hart, Muhling (Austria).
Ammalato, mai curato ho sofferto le pene più atroci con l’idea fissa del desiderio, dato che la mia malattia non mi permetteva tentare di fuggire, visto gli inutili ......... di alcuni colleghi, che furono sempre ripresi. Rimpatrio il 3 Novembre. Il 2 le sentinelle austriache avevano abbandonato la guardia. Il Sig.Colonnello Rossacher ufficiale più anziano del campo ci disse di aver preso lui il comando e di non muoverci attendendo ordini giacchè avendo anche le armi del nemico non si sapeva se fossimo un presidio militare d’occupazione. ....3 al giorno ci disse invece che ognuno era libero di rimanere, attendendo i treni speciali pel rimpatrio, oppure tentare attraverso le linee ferrate di raggiungere l’Italia in ogni modo. Partii con 3 colleghi la sera del 3 facendo linee secondarie giacché temevamo di esser fermati a Graz, per Cilli (Celje, Slovenia sulla linea ferroviaria Graz Maribor Lubiana detta meridionale perché arrivava a Trieste da Vienna), dove truppa ungherese ci fece fuoco nella stazione mentre mi attendeva un primo treno per ......... uccidendo fra altri il nostro collega Miazzi, arrivai a Trieste l’8 presentandomi al Comando del 7° Bersaglieri. La mattina dell’8 imbarcato sulla R.N Francesco F..... fui portato a Venezia . Il 9 mattina .... Castelfranco Emilia dove giunsi il 10. Da Castelfranco a Spilamberto, Castelnuovo Rangone, Formigine.

 

La 2a e 3a compagnia in salvo

     

Gli ufficiali citati negli interrogatori

Com. Tattico settore M. Pizzul T. Col. Dina

Com. 47° Batt. Maggiore Moretti Umberto

Com. 1a Cp. Ten. Virga Adriano

S.Ten. Traina Rosario Com. 4° pl. 1a cp.

Asp. Paparusso Adriano Com. 2° pl  "

Com. 2a Cp. .....

Com. 3a Cp.......

Com. 4a Cp. Ten. Fraci

Capitano Bruno Aldo com. linea sottosettore

Ten. Facomini Com. 377 cp. Mitragliatrici

Ten. Aurelio Moro Com. sez. Zappatori

S.Ten. Barbaro Com. sez Villar Perosa pistolam.

Ten. Rapolla Cp. Marcia

Ten. Vismara ......

   
     
 
     

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