LE OFFENSIVE DEL 1917

La 10a e 11a offensiva

Organici dei bersaglieri

Il 9 gennaio 1917 i militari dal 1881 in poi (36 anni), non ancora richiamati per la territoriale, furono destinati in prima linea; lo stesso giorno furono richiamate le classi 1875 e 1874 (42 e 43 anni !! per la Milizia Territoriale delle retrovie depauperata); il 1° febbraio anche i nati nel primo quadrimestre del 1899 (18 anni) furono mobilitati per un successivo impiego. Sarà la futura classe del '99 a cui seguirà l'anno successivo quella del 1900. Si andava verso l'esaurimento delle classi di leva. Quando agli inizi del 1918, esauriti i ragazzi del '99, venne mobilitata la classe 1900 questa entrerà in linea però solo per piccolissimi scaglioni e specifiche competenze. La differenza fra prima linea, seconda e retrovia (o terza linea di difesa) era spesso un esercizio filosofico da Comando Supremo. Se queste erano le nostre condizioni quelle del nemico però erano ancor peggiori.

10a battaglia dell'Isonzo (12 maggio-4 giugno)

Dopo la lunga pausa invernale, l'offensiva si proponeva di attaccare su tutto il fronte Giulio-carsico per acquisire posizioni migliori. Sempre la solita musica si potrebbe dire, la spallata decisiva che per forza di cose non arrivava mai perché il nostro nemico era bravissimo in difesa (poi come vedremo anche in attacco). Nella notte del 10 maggio 1917, presso il 4° Bersaglieri, ci fu il tentativo di alcuni soldati di sobillare una rivolta. Il giorno dopo vennero fucilati un sergente e un bersagliere pluridecorati. L'antefatto: da alcuni giorni circolavano volantini rivoluzionari (era scoppiata la rivoluzione in Russia) che si scoprì pervenuti attraverso la posta. Blocco totale della corrispondenza ed immediato malcontento nei reparti. Dal malcontento alla rivolta il passo è breve più di quanto si pensi. Il 15 maggio, in un letto incassato tra declivi che scendono verticali, il 37° Btg/4° passa il fiume a Canale d'Isonzo su un ponte che gli uomini di Caccia Dominioni hanno lanciato nella notte. L'obiettivo finale sono le cime del Vodice (Gen. Gonzaga), del Kuk e del Monte Santo che sovrastano Gorizia e la controllano (a cannonate). Si fanno sotto i Bersaglieri della 1a brigata e quelli del 21° su quella q.503 che per diversi giorni viene contesa. Qui gli uomini del Gen. Montanari lasceranno metà degli effettivi. Mentre qui si combatte per distogliere le artiglierie nemiche su Gorizia, sul Carso della IIIa Armata combatte la 2a brigata (7-11° Bersaglieri) del Gen. Sanna e diversi reparti ciclisti. I bersaglieri debbono ora percorrere a tempo di record la distanza (1 Km) che li separa dalla conca di Jamiano.  Ci si ferma un attimo a prendere fiato sul quel terreno scosceso e via di nuovo verso le macerie del paese. Il 29 maggio si affaccia in fondo al vallone l'Hermada (323 m).

Così un testimone degli scontri, il sottotenente Carlo Salsa, che nel corso della decima battaglia dell'Isonzo fu preso prigioniero durante l'assalto alle alture di Flondar (Quota 146), prima linea dell'Hermada: "Via! Sono fuori... Ci buttiamo giù per il pendio che sobbolle e fumiga come un terreno vulcanico... Ci hanno scorti: l'aria è perforata da trafittura, sottili, rapide, sufolanti, le pallottole levano ciuffi di polvere intorno a noi, o tempestano come martellate, fittamente, sul masso che ci difende... Con un ultimo balzo siamo sulla linea dei piccoli posti (Feldwachen), nicchie deserte, diroccate, allineate sotto le matasse di filo di ferro che s'arruffano, aprendo ogni tanto larghi squarci di vuoto... Ci inerpichiamo verso la cima del costone; filtriamo tra i reticolati per un varco attraversato da poche fibre metalliche, sbocchiamo sulla cresta: della trincea nemica non rimane che un lungo affastellamento di macerie che s'accumulano qua e là in strane casematte: cadaveri sono sparsi ovunque, e dei feriti abbandonati in mezzo a quella rovina levano verso di noi i loro gesti e le loro invocazioni di naufraghi..." continua a http://www.ilterritorio.ccm.it/lib/index_boll.php?goto_id=1274 
L'attacco si era frazionato  in piccoli scontri con nuclei del 38° Honved che caddero quasi tutti prigionieri. Quel che resta di un altro paesino sloveno Komarie viene preso il giorno dopo. A ricordo degli scontri, negli anni seguenti, sulla piazza di Jamiano viene eretta una fontana. Per i due provati reggimenti la medaglia d'Argento. L'oro per il conte Federico Grifeo aspirante ufficiale figlio di un Colonnello del corpo morto alcuni giorni prima. 

GLI ARGENTI DELLA II BRIGATA BERSAGLIERI NELLA X OFFENSIVA

Medaglia d'Argento al Valor Militare al 7° reggimento
In combattimento ed in trincea fu costante esempio di valore, di tenacia, di saldezza. Con slancio irresistibile, superate le munite trincee avversarie, conquistava, di primo balzo, le posizioni di Jamiano, dando poscia efficace, contributo alla conquista della linea Flondar. Richiamato in linea dopo soli due giorni per fronteggiare un violento attacco nemico, si gettava ancora nella lotta con audacia ed abnegazione sublimi (Novembre 1916 giugno - 1917 q. 144 - Jamiano - Flondar).
Medaglia d'Argento al Valor Militare all'11° reggimento
In combattimento o in trincea fu costante esempio di valore, di tenacia, di saldezza. con slancio irresistibile, superare le munite trincee avversarie, conquistava di primo balzo le posizioni di Jamiano dando efficace contributo alla conquista della linea Flondar. Richiamato in linea dopo due giorni per fronteggiare un violentissimo attacco nemico, si gettava ancora nella lotta con audacia e abnegazione sublimi (novembre 1916 - giugno 1917).

altre notizie sulla 10a e 11a offensiva  http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri31.htm
 

11a battaglia dell'Isonzo o della Bainsizza 18 agosto-12 settembre (Vigilia di Caporetto)

Non si era ancora spento il fragore delle armi della 10a offensiva che già circolavano nei comandi quelli dell'11a = conquista degli altopiani di Comeno e Tarnova (nord). Nel settore della 2a armata operava ora una divisione bersaglieri la 47a al comando di Gustavo Fara. La componevano la 1a brigata (6-12° Bersaglieri) del Col. Brigadiere Leoncini Adolfo, la 5a (4-21° Bersaglieri) del Col. Brigadiere Giuseppe Boriani e la Brigata Elba 261° e 262° Fanteria. A sud contro la linea Flondar Castagnevizza le brigate 2a (7-11° Bersaglieri verranno inviati in Cadore al termine dell'offensiva) e 3a (17-18° Bersaglieri) Ceccherini. Se nella prima offensiva si doveva alleggerire la pressione su Gorizia, qui, sempre di spalla si doveva favorire la conquista dell'altopiano della Bainsizza.

Le finalità di queste operazioni sono sempre quelle: correggere "lievemente" la linea del fuoco, risultato prevalente, non poter tenere le zone conquistate per l'impossibilità di costruire nuove linee di difesa e per l'impraticabilità di girare quando in loco le trincee nemiche che hanno una ben precisa costruzione volta al nemico e non alle retrovie. Nessuna manovrabilità, iniziativa o affondo in caso di successo e per lo sfruttamento del successo che sarebbe stato terminale per il nostro nemico che non aveva più nulla da opporci in profondità. In questo caso il sistema delle sturmtruppen loro (o commandos ) ci avrebbero altamente favorito. La nostra struttura era però in formazione e solo dopo Caporetto potrà essere utilizzata pienamente. Canale d'Isonzo e tutte le teste di ponte oltre il fiume erano ora però stabilmente in mani italiane. Sempre più spesso quando si facevano prigionieri si trovavano nei pressi del fronte numerosi civili apparentemente addetti ai lavori agricoli. I soldati che combattono in abiti civili sono passibili di fucilazione e per esperienza i civili da entrambe la parti venivano allontanati o deportati. Si scoprirà tra breve quanto l'utilizzo di locali che parlavano bene italiano, avesse già influenzato o influisse sul corso della guerra. Sul Carso i bersaglieri trovarono gli austriaci attestati in grotte costruite per tempo e in tranquillità, mentre noi avevamo il solito problema dell'acqua e del terreno scoperto. Tale problema esplose in tutta la sua gravità quando in un settore venne impiegata una divisione di Cavalleria. I cavalli a differenza degli uomini si rifiutarono di proseguire se non abbeverati. Le quote 220 e 244 obiettivo dei bersaglieri furono raggiunte a prezzo di grandi sacrifici (circa il 40% fra morti e feriti). Erano tempi magri, ci si preparava a passare un'altro pesante inverno di guerra con tutte le conseguenze che ne derivavano.

La larga dorsale dell’Hermada, che si estende verso quello che fu definito “l’inferno di Doberdò”, sbarrava la via agli italiani, che per raggiungere Trieste sacrificarono nel corso delle varie battaglie innumerevoli divisioni. Basti pensare che nella sola 11a battaglia dell’Isonzo, combattuta tra Tolmino e il mare, ossia su un fronte di 36 km, le perdite italiane ammontarono a 18.974 morti, 89.173 feriti e 35.187 dispersi (compresi i prigionieri) per un totale di 143.174 uomini, mentre quelle austriache furono sensibilmente inferiori e quantificate in circa 110.000 uomini, e tutto questo nel corso di un’offensiva durata soltanto 10 giorni. a cura di Stefano Chierici - collaborazione di Enrico Trevisani Comune di Ferrara Ass.Ricerche Storiche “Pico Cavalieri”
La IIIa armata disponeva per l’attacco di ben 6 C.d.A, di cui il XIII° C.d’A. (gen. Sailer) nella zona di Monfalcone e del monte Hermada disponeva delle seguenti unità:

- 33a Div. di fanteria: brigate (brt). Mantova e Padova;
- 28a Div. di fanteria (magg. gen. Parola):
IIa brigata Bersaglieri 7° (VIII-X- XLIV° ) e 11° (XXXIX°- XXXIII° - XXVII) reggimento e brt. Murge;
- 34a Divisione di fanteria: brt. Salerno e Catanzaro;
- 45a Divisione di fanteria, a disposizione d'armata nella zona di Villa Vicentina: brt. Toscana e Arezzo
- Alle dirette dipendenze del XIII° Corpo d’armata: XXVIIIa brt. di marcia, I° gruppo sqn. cav. Piemonte Reale.
 

Il 18 agosto iniziò l’azione dell’11a battaglia dell’Isonzo. Il monte Hermada fu assegnato al XIII°. Secondo i piani la sua conquista prevedeva un’azione da svolgersi in due tempi: dapprima occupazione delle q. 247, 208, 199, 165 e dell’abitato di Duino; quindi avvolgimento da sud del bastione montuoso. Alle ore 5 e 33 minuti il XIII° Corpo d’Armata assaltò la posizione Flondar. Nel giro di pochi minuti l’intero altipiano carsico si trasformò nuovamente in un inferno. Ovunque gli avversari si incunearono nelle opposte posizioni. Dalla Punta Sdobba pesanti cannoni da marina italiani colpivano inesorabilmente il settore meridionale del fronte: l’Hermada e le vie di comunicazione. Il 19 gli italiani attaccarono l’Hermada; il XIII° C.d’A si portò sotto Medeazza e alle porte di San Giovanni di Duino. Gli austriaci si difesero accanitamente e fino a sera gli attacchi non cessarono. Reggimenti su reggimenti di fanti si lanciarono contro la posizione del Flondar, lottando con rabbiosa tenacia per pochi metri di terreno fra i due tunnel ferroviari di S. Giovanni.. A q. 146/147, un punto oggi del confine italo-slavo, gli austriaci riuscirono in parte a resistere. La Brigata Murge ricevette l’ordine di spostarsi gradualmente in avanti su quota 100 per occupare le trincee presidiate dalla IIa Brigata bersaglieri che si spostò su q. 130. Il 259° conquistò la quota 145, ma la posizione presa dal fuoco d’infilata dovette essere abbandonata. I fanti della Brigata Murge ripiegarono su q. 130 rafforzandola.
La IIa Brigata bersaglieri iniziò l’azione, un nutrito tiro nemico e un incendio sui rovesci di quota 100 provocarono molte perdite, venne ferito anche il comandante del 7° . Il batt XXXIII°/11° conquistò q. 130 e proseguì su q. 145; il batt. X/7 si impadronì del Flondar e concorse all’attacco di q. 145; il VIII° e XXXIX° batt. inviati di rincalzo per sostenere l’azione furono obbligati dal fuoco nemico a sostare su quota 130; mentre il X° e XLIV° furono costretti a ripiegare. Nel pomeriggio l’11° Reggimento rinforzato da un battaglione della Murge rinnovò l’attacco. All’alba del 20 agosto gli italiani rinnovarono gli attacchi. Nel terreno antistante l’Hermada il combattimento divampò feroce tra le linee difensive. All’urto italiano gli austriaci risposero con un arretramento che a tratti raggiunse i 2 km. Così descrive questi attacchi la Relazione Ufficiale austriaca: “gli italiani attaccarono con il coraggio della disperazione… ed invero essi non lasciarono intentata alcun mezzo per ottenere il loro scopo…”. Alle 8 di mattino del 20 agosto Cadorna memore dei fatti di maggio/giugno interviene dando istruzioni di proseguire l’azione solamente qualora si profilino concreti successi. L’azione contro l’Hermada continuò però per tutto il giorno e la mattina del giorno successivo !!. Il terreno conquistato quel giorno dagli italiani si rivelò di modeste proporzioni; fatta eccezione per il settore meridionale l’attacco italiano si era bloccato. Le tre divisioni impiegate per il raggiungimento di questo obiettivo riuscirono ad ottenere risultati positivi nella zona del Flondar, con l’occupazione del villaggio di Medeazza, ma furono quasi subito annullati da violenti contrattacchi nemici; la linea italiana si attestò, quindi, ad un centinaio di metri dall’abitato di San Giovanni di Duino. Il 21 agosto le truppe italiane furono di nuovo all’attacco.
Il generale Cadorna, recatosi alle ore 16 al comando della IIIa Armata sul monte S. Michele, ordinò di sospendere la battaglia, ma nonostante le precise istruzioni la necessità di operare il consolidamento delle posizioni raggiunte fece proseguire i combattimenti. Alle ore 22.00 il Comando Supremo considerò conclusa la prima fase dell’offensiva. Il giorno seguente (22 agosto) gli attacchi italiani verso l’Hermada non cessarono !!, ma la difficoltà di mantenere il fronte raggiunto si manifestò in modo preoccupante. Si effettuarono ancora attacchi locali per consolidare le posizioni raggiunte soprattutto sull’altura di Flondar davanti all’Hermada dove i reiterati tentativi di stabilirsi definitivamente fallirono uno dopo l’altro. La sera del 23 agosto il fuoco dell’artiglieria cessò d’improvviso. La Brigata Murge aveva perso 44 ufficiali e 1.612 uomini. La IIa Brigata bersaglieri 37 ufficiali e 2.500 uomini. In due offensive l'organico si era dimezzato
Lo scrittore Fritz Weber, allora comandante di una batteria schierata sull’Hermada ha scritto, riferendosi all’11a battaglia dell’Isonzo, che la visione dei battaglioni decimati che tornavano dalla battaglia faceva sorgere nel cuore un desiderio di pace ben più forte e genuino di quello invocato da scrittori antimilitaristi o da retori sentimentali. Soltanto chi vedeva un simile spettacolo poteva comprendere e ricordare per sempre il calvario di quegli uomini e la loro sofferenza. La guerra sia da una parte che dall'altra era arrivata ad un punto di svolta. Nessuna guerra negli ultimi 100 anni era durata tanto e principalmente con tanti morti.
L'improvviso aumento di Unità costituite a seguito della mobilitazione, portò alla necessità di assegnare il comando di Brigata anche ai Colonnelli idonei a ricoprire l'incarico, ma non ancora promossi. Per costoro nacque il grado di Colonnello Brigadiere.

Il Gen. Emilio De Bono ex comandante del 15° bersaglieri e attuale comandante del IX c.d.a. (zona Grappa) si lascia sfuggire " Ci giocano perché non abbiamo uomini, perché (la guerra) l'abbiamo fatta male all'interno. Fa niente: faremo la rivoluzione poi quella ci darà l'Uomo o gli uomini".

Così la Bainsizza nei bollettini di guerra.

ORGANICI  BERSAGLIERI AD APRILE  DEL 1917 PER UNITA' SUPERIORI,  

NUOVI REGGIMENTI * E  NUOVI BATTAGLIONI  dal 57° in poi **

   (restano invariati i ciclisti e i 12 reggimenti originari)

 
MEDAGLIERE  1917 

COMBATTIMENTI

Argento 7° Rgt Jamiano quota 144 giugno 1917
Argento 11° Rgt. Jamiano quota 144 giugno 1917
bronzo 4° Rgt. Bainsizza agosto 1917
bronzo 6° Rgt. Bainsizza agosto 1917
bronzo 12° Rgt. Bainsizza agosto 1917
bronzo 5° Rgt. M. Melago dicembre 1917
 

 

La V  Brigata in giallo (da noi riclassificata bis) è la versione 1918 susseguente alla perdita di molti reggimenti a Caporetto.  Le vicende della V brigata (versione 1917) del Gen. Boriani che costituì la retroguardia (divisione speciale Bersaglieri) della  ritirata  di Caporetto sono narrate nel suo libro

MEDAGLIA DI BRONZO.
Ai Labari del 4° e 21° reggimento Bersaglieri
«Sotto violento fuoco attraversavano l'Isonzo irrompendo nelle trincee nemiche, in quattro giornate di aspra lotta validamente concorrevano, con slancio intrepido e fulgido valore, al conseguimento della Vittoria. Malgrado le forti perdite subite mantenevano tenacemente le posizioni conquistate resistendo ai violenti e ripetuti contrattacchi nemici
(Bainsizza, 16-20 agosto 1917). Si distinsero per slancio e ardimento nella riconquista di una importante posizione (Globocach, 25 ottobre 1917) »,

VII Brigata - Costituita il 29 agosto 1918 col 2° e 3° Bersaglieri sul Piave muove in ottobre (27) per la Grave di Papadopoli. Il 30 passa il Piave ad Oderzo e il 4 novembre la Brigata è a Castion

V Brigata Bersaglieri

ANNO 1917 - Diario
Alla data di costituzione, 18 giugno, la brigata bersaglieri occupa col 4° reggimento il settore q. 674 - Globocak: il 21° reggimento è accampato tra Melina e Kambresko. Il 23 giugno il XXIX4° sostituisce nel settore di destra di q. 662 del Vodice il I/248° fanteria, ed il 25 giugno la brigata assume la difesa anche del Krad Vrh con i due contrafforti del Cukli Vrh e del Doblar cedendo alla «Tortona» quella di Nekovo dolenje. Il 21 luglio in seguito ad un nuovo schieramento della divisione, la brigata viene sostituita iu linea dal 12° bersaglieri e si porta a Kambresko - Podbreg - ponte di Klinac- Podravna. Il 30 invia nuovamente a presidio del consueto settore il il 4° reggimento rilevandovi il 12° reggimento (S. Paul, S. Peter - Colenka Nekovo dolenje). Il 13 agosto il 4° cede al 6° reggimento bersaglieri la difesa della linea. Frattanto sono in corso i preparativi della grande offensiva per la conquista dell' altopiano della Bainsizza, alla quale la brigata parteciperà. Essa costituisce, nella 47a divisione, il gruppo destinato all'attacco delle posizioni Semmer - q. 856 e deve, in un primo tempo, puntare sul tratto di fronte tra il Fratta e l'altura sud della q. 675, alle origini del Prihoto, quindi procedere verso Ossoinca ed Oscedrih prendendo possesso di tali alture con la fronte rivolta verso S. Spirito. Il 17 agosto hanno inizio le operazioni e la brigata, ammassatasi nel vallone di S.Paul (sul rovescio di S. Peter) presso il Kotec -Potoc, inizia, il 18 e nella notte sul 19, il passaggio dell' Isonzo sui ponti costruiti nel tratto tra Loga e Canale. Ultimato il passaggio la brigata su tre colonne, (A e B costituire dai battaglioni 37/4° e 47/21° ? C dal 75°/21 punta verso gli obiettivi assegnati. Impegnati su q. 300 vengono avviati avanti altri battaglioni ed il Semmer è raggiunto. La mattina del 20 agosto si tenta il Fratta q.507 poi sempre più su verso q. 856 Ossoinca affidata al 4° e al 268° ft, in riserva il 21°. Il 22 agosto ad obiettivi raggiunti la Brigata passa in riposo per ripararsi dalle ferite: 38 ufficiali e 1483 uomini di truppa. Più consistenti le catture al nemico. Bronzo per entrambi i reggimenti. Il 10 settembre è di nuovo in linea  a supporto di offensive italiane. Il 24 ottobre all'annuncio dell'offensiva si schiera fra Greben e Kumar col 21 sul Globokak e Pusno alle dipendenze della 3a divisione. Alle prime ore del 25 il 4° si porta a Kambresko lasciandovi il 43° in riserva, mentre il 29 e 37 vengono inviati a rincalzo del 21° sul Globocak. Più tardi il XXIX/39 è inviato a rincalzo della I brigata Bersaglieri, a sud di q. 678, sullo sperone di Sdrenje-Rog. Sulla nuova linea la brigata resiste ai primi urti nemici fino alla notte sul 26 ottobre, allorché le vien ordinato il ripiegamento verso la zona del Korada, ove schiera ordinatamente il 4° reggimento sulla fronte S. Jakob Debenje Zapotoc ed il 21° tra S. JaKob (q. 737) S. Gendra-Planina. Durante tutta la giornata e nella notte sul 27 le truppe lavorano alacremente per la costruzione delle nuove opere di difesa, rintuzzando qualche tentativo nemico in direzione di S. Jakob. Nello stesso giorno 27 la V brigata insieme con la Ia costituisce la divisione speciale bersaglieri, passando alla dipendenza del XX CdA. A sera viene ordinato alla brigata di ripiegare ancora su Brazzano attestandosi a Visinale e S. Giorgio. Il nemico che si tiene a stretto contatto delle nostre truppe avvertito del movimento incalza ed attacca il 43/4° il quale, lasciato a S. Jakob per proteggere la ritirata, assolve bene il suo compito e riesce a disimpegnarsi pur subendo delle perdite. Giunta, la brigata, a Brazzano, viene fatta. proseguire, nella notte sul 29, per Pradamano anziché assumere lo schieramento ordinato in precedenza. Ivi schiera i suoi ripartì tra il Torre e Pozzuolo del Friuli a protezione delle colonne che a sud di tale linea, ripiegano verso il Tagliamento (III Armata). Nella giornata del 29 e fino alla notte sul 30 ottobre il 4°, sacrificando quasi per intero due battaglioni (37/43) nonostante ripetuti attacchi nemici, riesce a contenere l'avversario. Eguale sorte tocca, il 30 ottobre, al 21° che, posto a difesa di Mortegliano, svolge analoga azione di sacrificio fìnchè, minacciato di accerchiamento, ripiega verso Talmassons, mentre il 4° reggimento, dopo aver protetto il ripiegamento delle brigate Livorno e Venezia, raggiunge Latisana ove trovasi nello stesso giorno anche il 21°. Il 31 ottobre la brigata si porta sulla destra del Tagliamento e con successivi trasferimenti fra il 5 ed il 7 novembre passa il Piave al ponte della Priula. Il 7 è dislocata a Selva ove viene disciolta. Con essa è disciolto anche il 21° reggimento mentre il 4° passa alla dipendenza della 29a divisione con la quale combatte fino al 9 /12/17.

BRIGATE

 *   ** ° note sui reggimenti
13° LIX 59 Costituito 22/11/1915
  LX 60  
  LXII 62  
14° XL 40 Costituito 28/2/1916
  LIV 54  
  LXI 61  
15° XLIX 49 Costituito 8/6/1915
  L 50 ex  rgt 13° e ex 1bis. 15° dal 5/1/16
  LI 51  sciolto12/11/1917
16° LVII 57 Costituito 5/1/1916 
  LVIII 58  ex 10 bis dal 8/4/1915
  LXIII 63  
17° LXIV 64 Costituito 6/2/1917
  LXV 65  
  LXVI 66  
18° LXVII 67 Costituito 31/1/1917
  LXVIII 68  
  LXIX 69  
19° XLI 41 Costituito 10/2/1917
  XLII 42  Cadore e Carnia Val Degano
  XLV 45  
20° LXX 70 Costituito aprile. 1917
  LXXI 71  
  LXXII 72  
21° LXXIII 73 Costituito aprile. 1917
  LXXIV 74  
  LXXV 75  
  XXII 22 Autonomo (sostituito dal 46° nel 5° rgt)
MT XLVII 47 Autonomo (Carnia)
MT XLVIII 48 Autonomo (Cadore)
MT LII 52 Autonomo 
MT LV 55 Autonomo 
MT LVI 56 Autonomo (Carnia)
I.BRIGATA 6°-12°     IV BRIGATA 14°-20°
II.BRIGATA 9°-11°

7°al posto del 9°  

V BRIGATA 4°-21°
III.BRIGATA 17°-18°     V BRIGATA (bis) 5°-19°

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