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Ufficio Stampa

 

28 luglio 1999

 

 

Dottor Pier Michele Girola

Il Sole 24 Ore del Lunedì

Milano

 

 

 

Caro Girola,

Luigi Coppini e Gino Viero, responsabili del settore farmacie private e pubbliche della Filcams, a proposito della pagina sulle farmacie (molto apprezzata) pubblicata sul Sole del Lunedì, vorrebbero illustrare con queste brevi annotazioni la posizione della Filcams in merito alla lunga vicenda del riordino farmaceutico.

 

 

Con stima

 

Nedo Bocchio

 

 

 

 

“Il testo di riordino legislativo della distribuzione farmaceutica in discussione al Senato è realmente innovativo.

L’attuale situazione non è più giustificabile, anche alla luce delle esigenze che una popolazione informata si aspetta dalla farmacia.

La proposta presentata al Senato dalla senatrice Bernasconi, mette finalmente dei paletti importanti sui meccanismi di trasferimento della titolarità e incentiva un’offerta più capillare di farmacie.

Noi pensiamo che questa sia una svolta in grado di valorizzare la figura del farmacista in quanto operatore sanitario.

Si parla di 23mila nuove farmacie, ma potrebbero essere molte di più. E dunque comprendiamo la paura di Federfarma che vede nell’aumento delle sedi la manifestazione di quella concorrenza che con tutte le forze cerca di tenere lontana e che metterebbe in discussione l’attuale monopolio.

Non comprendiamo invece le posizioni del Movimento dei liberi farmacisti. Se la liberalizzazione è il loro “credo”, come possono giudicare negativamente una proposta che darebbe la possibilità a molti farmacisti attualmente alle dipendenze di divenire titolari?

Noi valutiamo che la proposta di legge incrementerebbe l’occupazione, e la maggiore concorrenza tra professionisti rivaluterebbe la professione, mentre nutriamo qualche preoccupazione riguardo al valore dei titoli necessari per raggiungere i primi posti in graduatoria. Pensiamo che anzianità di servizio e titoli di studio siano sufficienti per comporre il punteggio, e non ci sembra che l’esame d’accesso possa rappresentare una soluzione giusta. Sopra a tutto, a noi sembra che l’insieme delle misure dovranno garantire un equo ingresso nella titolarità anche a chi non disponga di ingenti capitali.

Davvero non capiamo come Federfarma possa sostenere che un aumento del numero delle sedi andrà a discapito della presenza capillare del servizio sul territorio. E, sull’altro versante, che cosa intendano vendere i Liberi Farmacisti nelle “farmacie non convenzionate”, cioè in un settore già fortemente inflazionato da erboristerie e negozi sanitari di ogni specie.

Già ora le dilazioni di pagamento e gli sconti che i grossisti concedono sono calibrati sul giro d’affari della farmacia e sui volumi di prodotto acquistati. E dunque, che garanzie può dare una farmacia non convenzionata? Una farmacia priva di rapporto con il servizio sanitario nazionale potrebbe forse sopravvivere nel centro del centro cittadino, forse in aeroporto o in una grande stazione ferroviaria.

A noi pare già di vederle in mano – attraverso sconti e dilazioni di pagamento - ai grossisti e alle industrie farmaceutiche, reali proprietari dei nuovi spacci di medicinali.

No, davvero non ci sembra questa la via. Crediamo che sia più produttivo lavorare all’interno della proposta di legge Bernasconi. Perché il pericolo che i farmacisti corrono è quello che tutto resti congelato nelle regole attuali”.

 

Luigi Coppini

Gino Viero

Responsabili del settore farmacie della Filcams-Cgil