NOTA DELLA FILCAMS-CGIL NAZIONALE SULLA PRIVATIZZAZIONE DELLE FARMACIE PUBBLICHE

 

 

La decisione di alienare le farmacie singolarmente suscita preoccupazione e sfiducia per le motivazioni che di seguito vengono elencate a tutela della comunità e degli operatori applicati.

 

L’ordinamento farmaceutico ha regolato in maniera distinta il servizio privato da quello pubblico in quanto la tutela del diritto alla salute viene perseguito anche con l’erogazione dell’assistenza farmaceutica servizio essenziale del Comune alla stregua della legge di riforma del servizio sanitario.

 

La peculiarità del settore pubblico è rilevabile anche dalle procedure di assegnazione delle farmacie e dalle modalità di gestione.

 

I Comuni infatti possono prelazionare il 50% delle farmacie disponibili proprio in funzione della tutela dell’interesse collettivo. Previsione questa consolidata nell’ordinamento e confermata nelle ipotesi evolutive della normativa.

 

Proprio su tale circostanza appare necessario soffermarsi. Il Comune di Milano infatti negli anni passati, proprio a tutela dell’interesse generale della tutela della salute pubblica prelazionò le 84 farmacie attualmente gestite dall’azienda sottraendole all’assegnazione ai privati in via gratuita per il tramite della via concorsuale. Attualmente si intende, al contrario, procedere all’alienazione, in via speculativa, al miglior offerente, per tramite di gara pubblica.

 

Una incoerenza da valutare alla luce dei principi costituzionali e di opportunità sociale, sanitaria ed economica.

 

Alla vendita si potrebbe suggerire un rilancio del ruolo delle farmacie pubbliche che a Milano è stato sempre carente.

 

Alla vendita si potrebbe opporre un sufficiente piano di risanamento aziendale mai attuato e che rappresenterebbe anche la sola soluzione per rilevare il corretto valore delle farmacie stesse.

 

Alla vendita si potrebbe opporre un rilievo di solo apparente vantaggio economico in quanto la vendita della singola farmacia appare la soluzione più impropria sia sotto il profilo dell’occupazione, sia sotto il profilo dell’ottenimento delle migliori condizioni di vendita e sia sotto l’aspetto delle procedure che dovranno essere seguite attesa la carenza del DPCM per la disciplina della materia così come previsto dall’art. 12 della Legge 362/91.

 

Alla vendita si potrebbe ancora porre in rilievo il rischio di fallimento sia nei tempi sia nella complessità atteso che il mercato con certezza assorbirà, con condizioni decrescenti, solo le prime farmacie.

 

Vi è al riguardo da considerare che con la prossima modifica della normativa il mercato è in attesa di un ulteriore disponibilità del 30% delle esistenti farmacie che verranno messe a concorso gratuitamente.

 

Per le motivazioni su esposte si ritiene che una riflessione ed un approfondimento della materia sia indispensabile con vantaggio sia dell’amministrazione che dei cittadini come degli operatori applicati.

 

Appare opportuno  ribadire, infatti, che oltre alla verifica della legittimità dell’alienazione, quello che maggiormente desta preoccupazione è la metodologia scelta che svilupperà i conflitti di interessi invece di una loro composizione e mediazione ed ancora creerà ulteriori difficoltà ed aggiuntive diseconomie.